Come alberi
Come alberi
avvinti alla terra
ma svettanti al cielo,
cerchiamo la luce.
L’abbagliante
luce solare,
madre delle forme
e dei confini
o la flebile luce notturna
che soffonde desideri e sogni,
o anche
l’invisibile luce
che dissolve
il velo di Maya
e ci dona saggezza.
Siamo terra ed etra,
siamo l’universo
cosciente di sé.
Doppia faccia
Vita moneta,
vita bifronte,
da sempre l’amore contiene la morte.
Vita patita,
vita sognante,
ab ovo ogni cosa è ambivalente.
La pace incosciente prepara la guerra:
la mera fisica
è a regger la Terra.
Più metafisica, più spirito,
per comporre il due in uno,
più immortale anelito!
Via dagli dei
dalla doppia faccia,
oltre il demiurgo ignoto
che ci muove e rimpasta…
Vola in alto,
anima mia!
Aldilà
Dove.
Quando.
Dove cercherò…
Quando rivedrò…
Dove cercherò chi amai!?
Quando rivedrò chi mi amò!?
In quali ignote terre perderò il sentiero…
Per quanto tempo vagherò…
Prima di tornare a casa.
La mia casa.
Dove io
sarò veramente io
e non un essere
orrendamente mutilato
dai morsi di Crono.
Finalmente intero.
Completo.
Ma forse
questa dimensione
di attimi e passi
è meno reale di quello che appare
e basterebbe mutar prospettiva,
provare a uscire dal mondo
e fermare il tempo…
provare a immaginare
d’ essere poliedri
e non le piatte figure
che vedono i sensi …
La nostra vita allora
sarebbe un sontuoso quadro
fatto di contigue scene,
senza un dove e senza un quando:
tutto accadrebbe ora…
Tutto in realtà
accade qui e ora,
ma non ce ne accorgiamo!
Forse l’ aldilà, il paradiso…
non è che coglier l’ eterno
e capire che eterno non è
infinita durata,
ma sguardo sospeso…
Sospeso sul tutto.
Su fine e principio.
Su nascita e morte.
Su odio e amore.
Tutto è qui ora
e anche se gli occhi non vedono,
un senso più antico e profondo
sa che le parti di noi
divorate dal tempo
sono lì.
Son sempre state lì
e come arti fantasma
si fanno sentire:
ci parlano
ci amano
ci accompagnano…
Fino al momento fatale.
Ma è un momento, solo al di qua:
di là il tempo non c’è
e nemmeno un là.
Quel momento è prezioso
perché può d’ improvviso innalzarci
e mostrarci il reale
da vette precluse
alle normali esistenze…
Per viver più in pace
non possiamo far altro
che provar a ricordare,
sì ricordare…
quell’ ultimo momento che vivremo,
ma che, come tutti gli altri,
è già lì e lo abbiamo già vissuto.
In quel momento
tutte le parti del nostro io smembrato,
si ricomporranno
e tutte le persone, gli animali, le cose, i luoghi e le stagioni della nostra vita
comunicheranno di nuovo con noi
facilmente, senza barriere…
Un io reso allora veggente
saprà amarle in modo nuovo,
senza affanno,
senza tristezza,
senza paura.