L’equilibrista

Sospesa.

Continuamente sospesa

nella calma irreale

dell’inquietudine.

Sospesa

tra acqua e fuoco

tra bianco e nero

tra bene e male.

Sospesa

finchè il sottile filo della speranza

mi sorregge

sul baratro

delle inconciliabili realtà

schizofreniche della vita.


 

Trame

Mani calde

sincere accoglienti

fatte di pace

d’amore, rispetto.

Mani sfuggenti

Viscide e molli

specchi di grigie esistenze.

Mani dure legnose

ma forti

di dignità tenacemente guadagnata

e strappata.

Altre

soavi

fragili

eleganti

pallide farfalle

di un vivere etereo e surreale.

Storie di vita

nascoste tra le pieghe di una ruga

o

sotto un’unghia laccata di fresco.

Parlano le mani

raccontano

senza mentire

trame di vita

trascorse e presenti

e per nulla sbiadite

come indelebili tracce di te.


 

L’oblio

Non c’è rumore più forte ed assordante

della propria coscienza

che strilla a gran voce

e condanna

noi e noi stessi

bestie moderne

del vivere onesto e civile

spalmato su melma interiore

cresciuta e nutrita

all’ombra del marciume collettivo

placidamente condiviso.

Compiacente il silenzio

di un rumore troppo ingombrante

viviamo

in un oblio ottuso e consapevole.