19 settembre h,8,00

Il sole là fuori mi sorride, mi invita ad essere come lui, mi dice: “Brilla Serena, puoi farlo!”. La natura conosce l’innocente linguaggio dell’amore. Quello sconosciuto. Vedo il morbido cielo, si distende sino a inchinarsi nel mare, mi piacciono quelle nuvole ovattate che scivolano l’una nell’altra come i teneri abbracci degli amanti. Sono spinta da una certa impudenza ad oltrepassare questo infinito azzurro. I giorni mi scorrono sulla pelle, non trattengo più le sensazioni, siano esse violente perturbazioni, o sguardi rincuoranti. Il mio dito affonda nella perdita di qualcosa che sfugge, e non voglio rinunciare a desiderare.

Come definire questo sentirmi mancante? Come fare i conti con la mancanza?  Non serve colmarla a tutti i costi, perché ritorna dall’oscuro e assume forme diverse, mi fa regredire ad uno stato animale e io mi umilio, mi anniento in una polvere di incenso consumato.

Ed è supplizio senza nome, una fame bulimica, una potenza che non ha sfogo, vorrei smascherare l’inconscio, avvicinarmi ed ascoltarlo, se questo mi aiutasse a pronunciare le parole giuste per offrirmi al mondo.

 

Tratto da “L’Angelo danzante” Romanzo inedito