Appiglio

Sono fuoco impetuoso che avanza

e acqua che scorre nel cuore.

Sono vento che spira feroce

e calda luce, tenue di ardore.

 

Sono forse l’amore?

Sono tumulto nella stanza vuota

e rifugio nella tempesta.

Sono battito senza controllo

e pace che inebria la mente.

 

Sono forse l’amore?

Sono empatica solitudine

e malinconica immedesimazione.

Sono la strada che ti porta a casa

e il sentiero verso l’ignoto.

 

Sono forse l’amore?

In realtà, caro lettore, io non sono l’amore,

anche se, tramite me, mille volte

t’innamorerai.

 

Chi sono, dunque?

Sono l’atto che stai compiendo,

focolare al quale tornare,

anche se non mi vieni spesso a trovare,

ho molto, molto da raccontare.

 

Sì, io sono la lettura,

non abbandonarmi, ti saprò ricompensare.


Frammenti ricomposti: oceano

Mi tuffo in un vuoto al contrario,

caduta ascensionale.

 

Nuoto verso la cima,

spogliandomi di inutili apatie.

 

Abbraccio la tagliente verità,

ancora di consapevolezza, barlume di eternità.

 

Guardo l’alba dal balcone del tramonto,

capendo di esser pronto.

 

Non son desto, ma sogno di esser desto

e cristallizzare il sogno.

 

Oceano di nebbia, non sveli i tuoi intrecci,

ma mi rassicuri sul cammino.

 

Da qui ti guardo e capisco,

sciolto il nodo,

innalzata la mente.

 

Non fermarti ora.


Espressione

Sei àncora di vita,

nel profondo blu della mia mente.

 

Sei il vivo ricordo

di una rossa alba mai vissuta.

 

Sei appiglio astratto,

nel transito del concreto divenire.

 

So di te e so che sei

Perché il pensiero ti delinea.

 

E navigherò con te,

nei placidi mari del sole.