INCOMPRESA

Stridono le catene.
Manca l’aria.
I soavi ricordi svaniscono nell’ombra.
Respiri l’oppressione:mal comune.
Nessuno ti ascolta,
eppur tutti sentono
ma fingono che il tuo non sia
un grido di dolore:
lacerante, sommesso,
ancor rimane inascoltato.
Finchè libera, una farfalla vola
sul tuo volto pallido di bambina:
essa s’ accorge delle tue efelidi,
negli occhi tuoi allor scintillano
– vividi di speranza-
gli accesi colori delle ali sue leggere.


CONTRO IL FEMMINICIDIO

Rintoccano le campane a festa,
il pesce si libera della lenza,
a mano a mano che la matassa si dipana,
emerge Venere dalla sontuosa bellezza,
l’ emeraldina corrente di luce la riveste.
Sei rinata, sei donna,
più potente di colui che della libertà
ti aveva privata,
come quel pesce non più incatenata,
oggi più che mai ti sei riscattata.
La cicatrice sul tuo volto ora scompare,
radioso il sorriso di chi ha saputo amare.
All’Odio non ti sei mai concessa,
impoverito è solo chi ogni dignità calpesta.


NOI

Amore:
rassereni consoli conduci.
Amore:
appassioni colori rimuovi.
Amore:
risollevi perdoni e riunisci.
Amore:
goccia di rugiada,
anello d’ambra,
carezza nella notte,
fuoco riacceso.
Amore:
noi soli distesi nell’alba dei giorni,
un unico respiro
nell’abbraccio
dell’inesorabile Tempo.
Noi accoccolati e insieme sperduti
a mezz’aria, tra fantasia e realtà.