ghiaccioeacqua

GHIACCIO E ACQUA

Acqua che brilli

acqua che canti e piangi

acqua che ridi e fuggi…

In tutto l’universo non vi è nulla

di più limpido e trasparente dell’acqua.

Dalla terra nasce l’acqua,

e dall’acqua nasce vita.

In un lungo e gelido abbraccio

acqua e ghiaccio si fondono,

una lascia il posto all’altra.

Il ghiaccio si muta in acqua e l’acqua in linfa.

Sono gocce di pioggia

alla ricerca di un po’ di calore

che nemmeno il fuoco può dargli.


 

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MARE D’APRILE

Lontano…

nell’indaco dal colore del cielo,

minuscole barche dipingono l’orizzonte.

Nessuna linea di confine tra cielo e mare,

acqua ed aria si confondono ai miei occhi!

Frettolosamente raggiungo la spiaggia

piedi nudi accarezzano la tiepida sabbia,

granelli dorati posano piacevolmente

sulla pelle chiara, di luna.

Dinnanzi a me, non più timidi ma decisi raggi di sole,

illuminano il mio viso;

alle mie spalle,

un lungo inverno che a fatica vuol lasciare

il suo freddo cammino ormai giunto al termine.

A braccia aperte mi tuffo in quest’aria dolce

lo sguardo si perde nell’infinito. Libertà!

Che sia questa la libertà?

Di certo c’è solo questo silenzio…

Odo il rumore lento e puntuale dell’onda

che infrange il pontile:

instancabile battito che si ripete da sempre…

Incuriosita da un rombo sordo ed ovattato,

alzo lo sguardo, ora una bianca ed immobile scia

ricama candidamente il cielo,

sciogliendosi in una sfumatura quasi impercettibile…

Libertà: così ambita, così affannosamente ricercata,

talvolta così lontana, ma mai così vicina!


 

solediprimavera

SOLE DI PRIMAVERA

Nella fresca brezza del mattino

come leggeri fiocchi di neve,

candidi petali si fanno cullare…

Più tardi, in un giorno d’estate,

sarà il colore rosso dei loro frutti

a dipingere il cielo!

Si apre un fiore

sapore di miele

profumo di sole.

Ora la notte scende silenziosa,

con il suo manto scuro

copre suoni e colori.

Sussurrano i prati,

è vita… nelle viscere della terra.

Un filo invisibile stringe a sé

nuvole di lucciole,

piccole gocce che brillano in cielo

piccole comete sulla terra.

Una meraviglia che si ripete da sempre…

E per sempre primavera sarà!

Nello stesso anno in cui io nacqui, mio padre scelse questa magica stagione, e la sua nuova attività così intitolò. Dedico questa piccola poesia a Lui, grazie Papà!


 

terradinessuno

TERRA DI NESSUNO

Respiro su questa terra

fatta di pietra, mare e cielo.

Vivo su questa terra,

dove le stelle si addormentano con la luna.

Cerco invano tra acque sorgive,

un riflesso d’argento che scavi

la roccia in fresche vene.

Non sarà il soffio del vento

a riportarci sulle nostre tracce!

Non sarà il profumo di una notte a colmare le nostre angosce,

i nostri sogni infranti…

in cui i silenzi sanno di niente e

gli sguardi sono vuoti e assenti:

alimentano solo ferite

che neanche il tempo saprà mai curare!

Mio tenero bimbo,

innanzi a questo futuro così incerto,

il tuo dolce sorriso mi rasserena l’anima.

Ora che le nubi sono meno cupe,

occhi autentici e parole sincere

sono come rugiada,

gocce amare bagnano quest’arida terra di nessuno…

Solo questo grande amore può far crescere l’erba,

far sgorgare l’acqua e lasciare addormentare il cuore.


 

ricordi

RICORDI

Anime che vagano nella mente

voci nel silenzio,

i ricordi sono come preziosi quadri appesi nel nulla.

Percorro l’infinito corridoio di memorie,

in fondo, sepolti nel buio,

frammenti di tristi ricordi persi nel tempo.

Con lo sguardo avanzo lenta

finchè una luce calda, famigliare, mi incanta:

i miei occhi di bambina

ora fissano quel meraviglioso quadro,

come non l’avessi mai visto prima!

Stupita seguo ogni particolare, sfumatura, ogni contorno,

scopro lo spessore del telaio

ciascun dettaglio è un fremito.

Immagini che si rincorrono

groviglio di emozioni, stesso impeto

rido, piango, vivo!

Sospesi nel vuoto e ornati da una brillante cornice aurea

sono i ricordi più intensi,

tracce di nostalgici pensieri,

un tempo sognato che bisognava sognare.

Ora restano solo briciole…mai dimenticate!

Da un futuro che verrà,

attende d’esser dipinta

la bianca tela

pura, trasparente…


 

piccolaninfea

PICCOLA NINFEA

Fragile e meraviglioso fiore

tu che affondi le tue profonde radici nel mio cuore,

nutriti della mia anima

dissetati con le mie lacrime

riposati sulla mia pelle

diffondi la tua inconfondibile essenza

nelle grandi mani del vento…

Musa dello stagno in cui sempre giaci,

regina della flora sul filo dell’acqua

mostra la tua straordinaria bellezza,

i tuoi più timidi colori,

puri e semplici come l’acqua che ti accarezza.

Dona tutta te stessa.

…Non temere, ti proteggerò con le mie mani

finchè il sole scomparirà

e finalmente assopirti potrai.

Domani un altro giorno seguirà.


 

angelo

ANGELO

Un giorno un angelo

le sue ali mi donò,

a volare imparai.

Il mondo dall’alto era tutto un’altra cosa,

nuovi e meravigliosi cieli, orizzonti sconosciuti,

colori brillanti, intensi battiti,

le stelle toccai.

Una gioia immensa per averti incontrato mi pervase

la paura di perderti mi angosciò.

Il mio angelo ora è volato via,

ma sento ancora le sue ali su di me

con i suoi occhi riesco ancora a vedere quel cielo!

Siamo vento ormai,

con un battito d’ali

un giorno tornerai,

un giorno…..forse mai.


 

eternoabbraccio

ETERNO ABBRACCIO

Il tuo sorriso e i tuoi occhi

su una foto rivedo.

Intensa e profonda tristezza

oggi in cuor rivivo.

Impresso nell’ anima, di fuoco marchiato

il vivo ricordo del tuo ardente ed

affettuoso abbraccio.

Inconfondibile e rassicurante,

l’odore della bianca giacca

di mestiere intrisa:

nostalgica essenza d’ infanzia

che sentito più non ho…

Consunta dal lavoro,

ma piena d’ amore, la tua mano sfiora

il mio viso fresco di gioventù,

innocente ed ignaro

di un futuro tanto amaro.

Ora il tuo dolce ricordo

è ormai racchiuso in una lacrima

che lucente, solca lo stesso viso,

consapevole che quella tiepida goccia

mai si asciugherà.

Piccola Stella in cielo, continua a brillare su di noi.

Da lassù, il mio piccolo Angelo vegliare potrai,

quel bimbo che visto non hai.

Trento, 4 ottobre 1989 A 25 anni dalla scomparsa per malattia, dedico questa poesia a papà Marco, a mio fratello e sorelle, a mia madre.


 

eternoabbraccio

PENSIERO D’ESTATE

Abbagliata da questo giallo sole
resto ferma….
avvolta da questo verde prato
sospesa nell’ azzurro di questo cielo!
Incantevole.

Luglio 2013


 

comepermagia

COME PER MAGIA

Stelle brillanti

paillettes scintillanti.

Luci ed ombre

il trucco si nasconde.

Tra illusione e realtà

mago Dado vi stupirà.

Lo spettacolo sta per cominciare

grandi e piccini lasciatevi affascinare:

in un mondo segreto vi condurrà,

dove i sogni diventano realtà.

Visi stupiti, occhi meravigliati, sorrisi incantati,

nessun inganno, ne stregoneria

questa è pura magia.

Fantasia, mistero e giochi di prestigio

è il mago Dado il vero prodigio.

Comico per natura, questa è la sua grande avventura.

Mette tutto se stesso, questo il suo successo.

Presto il sipario calerà

un sorriso mago Dado lascerà,

una magia che mai svanirà.

Marzo 2014, poesia dedicata a Mago Dado


 

nellemanideltempo

NELLE MANI DEL TEMPO

Come acqua di fonte

trasparente scorri.

Come vento tra le foglie

invisibile soffi.

Come chicchi di grano tra le dita

scorrono gli anni della vita.

Stringere il pugno

per non lasciarli andare

è come fermare il mare.

Ogni granello caduto dalle mani

non sarà più domani.

Raccogliere i semi a terra

non ha più senso

quando si è giovani dentro.

Sulla pelle solo i segni del passato

una ruga incornicia ciò che è stato.

Niente è più evidente

dei profondi solchi desolati

nell’anima celati.

Il tempo fugge via

si ode la sua melodia.

L’impeto dell’ acqua segnerà

un futuro che arriverà

e un passato che mai tornerà.

Settembre 2014


 

PAROLE

Ogni parola ha il suo momento

ogni frase il suo tempo

ogni tempo il suo tormento

…son parole al vento.

Luglio 2014


 

santalucedenavolta

SANTA LUZIA DE NA VOLTA (in dialetto trentino)

Vei pòpo, vei tra i brazzi de to mama,

te conto na storia

senza memoria.

Anca sti ani Santa Luzia la passava

en poro careto l’ asinelo el tirava,

la lassava en sachetelo

a ogni cancelo,

en cambio de semole e fen

la feva el pien.

E’ bastà do bandei e

en fil de fero

per far arivar la Luzia col so asinelo.

Caròbole, bagigi, nespole

castegne e na trombeta

l’ era na Luzia poreta.

Dal buso dela ciave la passava

e solo le peste ntela neve la lassava.

Ancoi la Santa Luzia l è compagna,

ma per i popi non la sparagna.

Contentete de quel che la te porta

no le pù la Luzia de na volta!

Anca ela la segue el passar dei ani

e per en dì se desmentega i afani.

Notte nera

occi de stela,

stanote te speten

con en careto pien de ben.

Matina celeste

Matina gelada,

anca stano te sei passada.

La portà tanta alegria

viva Santa Lucia.

Dicembre 2013

Poesia in dialetto trentino di Levico Terme dove sono nata, scritta in occasione della festa paesana della “strozegada” che si ripete ogni anno la sera del 12 dicembre.


 

SANTA LUCIA DI UNA VOLTA (versione in italiano)

Vieni bimbo, vieni tra le braccia della mamma

ti racconto una storia

senza memoria.

Anche un tempo Santa Lucia passava

e un semplice carretto l’ asinello portava,

lasciava un sacchetto

ad ogni cancello

in cambio di farina e fieno

faceva il pieno.

Carrube, arachidi, nespole

castagne e una trombetta

era una Santa Lucia poveretta.

Bastavano dei barattoli e un filo di ferro

per far arrivare Santa Lucia con il suo asinello.

Dal buco della chiave lei passava

e solo le orme nella neve lasciava.

Anche oggi Santa Lucia è la stessa

per i bimbi non risparmiava.

Accontentati di quello che ti porta

non è più la Santa Lucia di una volta.

Anche lei segue il passare degli anni

e per un giorno si dimenticano gli affanni.

Notte nera, occhi di stella,

questa notte ti aspettiamo

con un carretto pieno di bene.

Mattina celeste, mattina gelata

anche quest’ anno dei passata.

Ha portato tanta allegria

viva Santa Lucia.


 

I BAITI DE MONTE (in dialetto trentino)

I baiti de monte

i se trova su ‘ntel fronte,

i par dele capanine

perché i è fati de rovine.

Sasi grosi e squadrai

tolti stiani ‘ntela Vale del Lagorai,

i fa quasi paura

ma tanta bela figura!

En giro en giro ghè prai e boschi

che i fa risaltar quei muri loschi.

Pèzi, veci zirezari, laresi, en fagio

i abelise el paesagio.

En ogni baito ghè en camineto

l’è fato aposta per scaldar en pocheto….. zio Carleto!

L’acqua lè ormai en funzion

e sta chì lè stada l’ultima entroduzion.

En tel bosco ghè tanti stròzi

no i è tanto pericolosi….

Se scomizia dala prima, po’ se ariva ala seconda e ala terza acqua.

Me Papà el ma ensegnà

che s’ ariva al “Boal dela Merda” pu en là

po’ ven l’ acqua rossa

 

ma l’è sinestro traversar la fosa….

Dopo la “Val dei Sambughi”

Se pol notar tanti bei licheni e mughi

e ‘ntel boaleto te poi polsar en pocheto….. zio Carleto!

Quando se torna dal gireto

se se porta drè en bacheto, e zo en sgnapeto!

 

Bison sentarse ‘ntela corte

per contar le robe tolte.

Ghè el cuco la matina presto,

el bughele sel sente si tanto

da pasar na note en bianco!

Quando po’ se disna se prepara polenta e formai

e se magna i fonghi trovai.

Se beve “l’acqua del Pan”

e se digerise pian pian.

El momento de tornar a Levego lè arivà

ma la voia de tornar la go zà!

Mi ho finì la me poesia

e spero che tuti m’avesa capìa,

se qualcheduni su, no iè ancor stà

consiglio de moverve subito da là…..

Scritta nel 1980 a 11 anni


 

ibattidemonte

LE BAITE IN MONTAGNA (versione in italiano)

Le baite in montagna

si trovano sul Monte Fronte

sembrano delle capannine

perché sono fatte di rovine.

Sassi grandi e scolpiti

raccolti un tempo nella Valle di Lagorai.

Fanno quasi paura

ma tanta bella figura.

Tutto in giro ci sono prati e boschi

che fanno risaltare quei muri loschi.

Abeti, vecchi ciliegi, larici e un faggio

abbelliscono il paesaggio.

In ogni baita c’è un caminetto

è fatto apposta per riscaldare un pochetto.

L’ acqua è ormai in funzione

e questa è stata l’ ultima introduzione.

Nel bosco ci sono molti sentieri

senza essere molto pericolosi.

Si comincia dal primo ruscello

poi si arriva al secondo e poi al terzo rivo.

Mio padre mi ha insegnato

che si arriva al “tunnel della guerra” più in là,

poi si raggiunge il torrente dell’acqua ferruginosa “rossa”

ma è difficile attraversare la fossa.

Dopo la “Valle dei Sambughi”

si possono notare muschio e pini mugo

a questo punto si può sostare un po’.

Quando si torna indietro

ci si porta un bastone e si può bere un grappino!

Bisogna rimanere sotto la corte

per contare e ripulire ciò che si è raccolto.

C’è il cuculo la mattina presto,

la civetta si sente così tanto

da passare una notte in bianco.

Quando poi si pranza, si prepara la polenta e formaggio

e si mangiano i funghi raccolti.

Si beve l’ acqua di sorgente

e si digerisce piano piano.

Il momento di tornare a Levico è arrivato

ma la voglia di tornare c’è già!

Io ho finito la mia poesia

spero tutti mi avessero capito.

Se qualcuno di voi ancora su non è mai stato

consiglio di muovervi subito da là….

Scritta nel 1980 a 11 anni