IL RUMORE DEL SILENZIO

L’alba di un nuovo giorno, una finestra che si apre sul mondo. Una figura si aggira tra le mura silenziose, gesti consueti che danno vita a un’altra giornata, uguale a quella di ieri e sicuramente non diversa da quella di domani. Fuori c’è il sole, ma è solo il miraggio di un sole lontano, tramontato ormai da troppo tempo. C’è la vita fuori, ma la figura che lentamente avanza, sembra non accorgersene. Per quella persona ormai tutti i giorni sono uguali, sono solo un lento susseguirsi di ore, di ricordi che non la lasciano un attimo. Un altro giorno è cominciato e la figura si mischia alla folla, che ogni giorno affronta la vita. E finalmente arriva la sera, la figura si appresta a tornare indietro, per rintanarsi nel bozzolo ovattato dal quale ogni giorno esce. Apre la porta di quel bozzolo e un rumore assordante l’avvolge. E il rumore del silenzio.


A MIA MADRE

Eri il mio faro nella notte, la luce in fondo al tunnel. Eri il sole che scaldava i miei giorni, la luna che illuminava le mie notti. Eri la mia ancora di salvezza, il porto sicuro nel quale rifugiarmi quando si scatenava la tempesta. Un porto nel quale ormai,non posso più attraccare.


LA TEMPESTA NEL CUORE

Il vento che soffia impetuoso tra gli alberi, spogliando delle loro foglie i rami, scompiglia i tuoi capelli dando al tuo volto l’immagine di un bambino che ride al mondo. Solo gli occhi tradiscono i tuoi sentimenti e mi guardano con malcelata freddezza, nonostante i raggi del sole si staglino su di essi. Ti guardo ed è come se ti vedessi per la prima volta, e improvvisamente mi rendo conto di quanto ti ho ferito. Mi sembra di udire il tuo cuore che urla tutta la rabbia che hai dentro, e vorrei poter sparire, per non essere costretta a guardare quegli occhi, che sono certa, vorrebbero non aver mai incontrato i miei.