Amicizia d’altri tempi

È bello poter condividere insieme tutto,
passare giornate accanto come fossimo una sola persona,
fermarsi seduti spensierati al chiarore di luna
stare in silenzio a pensare a quanto sia stato brutto
non essersi conosciuti prima di un semplice aprile.

Mi sembra di conoscerti da sempre e sarà infinita
la gioia che porterò nel mio cuore per tutta la vita.

Di notte sarai sempre il mio splendente segnale
o semplicemente un punto sotto forma di stella,
non quella cadente, sarai quella cometa,
sarai la goccia che dal fondo finalmente mi disseta,
sei il sorriso sincero, la gioia più bella.

Ogni volta che vibra il suono della tua voce
quella musica unica riempie il mio vuoto interiore,
il tuo sguardo profondo sboccia come un fiore
raro, tra fiori banali. E corre veloce
un brivido lungo la schiena, sento le mani tremare,
incapaci di tenere neanche un soffio di vento.

Le gambe corron verso te come per incanto.

Gli occhi trattengono a stento il mio lacrimare.

Inutile nascondersi dietro un accomodato sorriso,
non avrebbe alcun senso, e poi perché
dirti inutili bugie? Sei parte di me!
Sei l’evidenza che si rispecchia sul mio timido viso.
Sei pura essenza che non si esaurisce la sera.
Sei l’anima femminile che cercavo da tanto,
ma non trovavo. E dolcemente ti canto
in questi scorci di autunno misti a primavera.

A te sono rivolte queste semplici parole,
a te che fin dall’inizio mi hai voluto vicino,
hai voluto uno sconosciuto fisso nel tuo cammino.

Ogni volta che siamo insieme esce sempre il sole.

Ma questo mio semplice e banale proclama
non è una dichiarazione su carta del nobile sentimento,
è solamente quello che nel mio cuore sento:
è un abbraccio di un fratello che ti ama.


….tra

L’inutilità della vita che avresti vissuto
si vede da piccoli particolari in chiaro-scuro
offuscati da gesti inconsunti di un uomo duro,
annebbiati dal cuore che giustifica l’accaduto.
Saresti stata infelice nella gioia quotidiana,
ti saresti fermata ai tuoi ventisette anni e niente
come fossero stati i sessanta-settanta di una vita latente,
avresti guardato il treno seduta su di una banchina
o al tavolo di un bar tra birra e cocaina,
seduta al freddo di una fredda borgata,
avresti detto a tutti che nessuno più di lui t’ha amata,
saresti invecchiata triste restando bambina.
Quattro mesi fa è sbocciato il tuo ego,
hai capito strada facendo l’errore dell’illusione,
quello sbaglio che ti ha messa in perenne discussione
è ora certezza di spezzarti senza i tuoi “Ti spiego!”.
E guardi adesso il mondo con occhi differenti,
ti affacci dal balcone senza alcuna paura,
cammini per strada a testa alta. E la pianura
che hai davanti a te la mordi coi denti,
scali la montagna senza fatica alcuna,
cadi e ti rialzi come fosse una semplice azione.
Sei fiera di te, felice ad ogni strana situazione,
sei il cammello che passa nella stretta cruna.


Traguardo

Nessuno credeva in te, sin dall’inizio
ti davano per sconfitta in partenza,
dicevano che ormai era eseguita la sentenza,
ma tu con tenacia hai rovesciato quel giudizio.
Hai corso per te, non per gli altri,
non hai dimostrato nulla a nessuno se non a te stessa,
sei caduta, ti sei rialzata, sei inciampata. Dottoressa!

I furbi li hai resi fessi, i fessi sempre meno scaltri.

È stata un’eterna salita questo tuo percorso,
non vedevi la fine, ma non ti sei arresa,
hai fatto i conti con l’oste, i conti della resa.

L’ingiuria si è trasformata in richiesta di soccorso.

E tu lì, buona come lo spirito che hai,
ti sei concessa nell’aiuto sincero,
gli ostacoli di fronte sono restati nel sentiero
di chi ha vinto solo in effimeri parolai
e hanno ceduto il passo alla propria resa,
al proprio fallimento, insabbiando sia corpo che testa,
vergognandosi di chi come loro vorrebbe far festa
alle spalle di una vincitrice mai arresa.

Quelle spalle grosse, curve sulla stanchezza,
inondate dal sudore a frotte e dal sangue,
hai chiuso le orecchie alle mille malelingue.
Il tuo cuore ha battuto anche la minima debolezza.

Saprai solo tu come ci sei riuscita,
non lo dirai a nessuno perché sei umile,
ma tutti sapranno che un’impresa così simile
vale più di molte gioie temporanee della vita.
Hai resistito fino alla fine, fino alla vittoria,
hai tagliato da sola, senza aiuti, il traguardo,
solo alla fine, soddisfatta di te, hai visto il mio sguardo
fiero, che osanna e canta questa tua gloria.