La pianta

Scrivere è come coltivare una pianta. Devi scegliere il seme giusto, come si coglie quello dell’ispirazione, la devi piantare nel terreno adatto come può essere un foglio bianco che non ti mette catene o non ti imprigioni le radici sotto terra, la devi curare mentre cresce come si cura una frase, la devi potare come si fa con le parole quando si tagliano per non ferire e alla fine, quando ha dato i suoi frutti o è troppo vecchia la devi estirpare, come si butta un foglio nel cestino.
L’importante, alla fine, è aver dato tutto per lei, senza risparmiarsi, senza rimpianti e non preoccuparsi se il cestino è sempre pieno, la frase giusta, prima o poi arriverà.


Giorni migliori

Siamo intenti ad aspettare di finire le rate di qualsiasi cosa compriamo e non possiamo permetterci, ad aspettare che finisca tutto quello che stiamo facendo e non ci piace, in attesa di momenti migliori, ma questi sono i momenti migliori come diceva Bruce Spreengsten, è adesso che siamo vivi e respiriamo e abbiamo la facoltà di lottare fino in fondo perché quando finiscono le rate…siamo finiti anche noi.
Benedetto sia il mutuo che dura per l’eternità.


In prova

L’artista è un eterno giocoliere in prova, con gli occhi del pubblico sempre puntati addosso e il tendone del circo pronto a ripiegarsi su sé stesso, imprigionando l’ispirazione per l’eternità.
Ogni suo verso scritto, ogni suo accordo improvvisato, ogni sua pennellata accennata e ogni suo scatto rubato sono dubbi atroci, sennò sarebbero teoremi e la scienza si sa, ha bisogno di essere provata.
L’artista cessa di esistere quando viene assunto a tempo indeterminato.