Il Volto dell’Amore
Fermò la macchina in un luogo appartato, questo accadeva tutte le volte che uscivamo, prima di rincasare. Ormai sapevo cosa sarebbe successo, le nostre uscite si potevano ben definire monotone, a dir poco ripetitive. Sì, avremmo fatto sesso, nell’unico modo che fino ad allora conoscevo, senza provare alcun piacere, senza ricevere la benché minima attenzione, eppure, ciò non mi infastidiva più di tanto. All’epoca ero una ragazzina alle sue prime esperienze, e lui era più grande di me. Tutto andò come sempre, quando il suo amplesso terminò lui non mi chiese niente, non disse alcuna cosa, non si interessò minimamente se anche io fossi stata soddisfatta.
Con la sua espressione rilassata indossò la maglietta e i boxer, si spostò nel sedile del guidatore anch’esso reclinato, prese la copertina che teneva sul sedile posteriore e si distese coprendosi le gambe e parte del busto. Anche io mi rivestii, volevo coprire ciò che di me rappresentava un sordo dolore che straziava il mio cuore. Chiuse gli occhi, anche questo faceva parte del rituale, da lì a poco si sarebbe appisolato ed io sarei rimasta completamente sola. Quel luogo desolato, il buio della notte, un silenzio spettrale. Ero una ragazzina che avrebbe dovuto essere abbracciata, rassicurata, ed invece io ero sola, sola nell’anima.
La luce della notte illuminò il mio presente, quello era il mio tempo, ora entravo in scena io, unica protagonista di un monologo fatto di passione, devozione e candore. In quell’oscurità una luce fioca rese i suoi lineamenti marmorei, ed io rimirai il suo volto. Mi avvicinai con il mio viso al suo. Lo guardai allungo, semplicemente uno sguardo, e dentro di me mille frasi non dette esprimevano il mio amore per lui. Le mie dita, il medio e l’indice, delicatamente si posarono sulla sua guancia, scorrendo fino al mento per poi risalire sulle labbra, e lì si fermarono. Il cuore iniziò ad accelerare i suoi battiti, le dita tentennarono, e così le ritrassi verso di me. I miei occhi languivano per un sentimento non corrisposto e le mie labbra si schiusero a voler donare un bacio a quella bocca impassibile al richiamo del mio amore. Quando finalmente il tumulto dentro di me si placò ecco che le mie dita tornarono ad accarezzare dolcemente, in maniera quasi impercettibile, la sua pelle. La fronte, il naso tornando sulle labbra, poi nuovamente la guancia con il dorso delle dita, ed intanto il mio affetto per lui cresceva. Rimanemmo così per molto tempo. Quel momento unico nel suo genere io lo aspettavo con ansia, lo bramavo. Ora lui era a mia disposizione, inerme, completamente assoggettato alle mie cure, arrendevole ai miei palpiti, in lui si esprimevano i miei sogni. Ero felice, colma di gioia, teneramente innamorata.
Poi repentinamente tutto mutò. Con un movimento deciso si alzò e si guardò attorno smarrito, incurante della mia presenza. Nel frattempo io mi ero scostata, lui finì di rivestirsi e mi riaccompagnò velocemente a casa, nulla in lui aveva il minimo accenno a una consapevolezza di ciò che nell’oscurità era accaduto. Guidò con uno sguardo pensieroso fisso sulla strada e il silenzio rendeva quel viaggio ancora più opprimente. Guardai il suo viso, la sua espressione, i suoi occhi, cercando di cogliere un pensiero per me. Avrei voluto rimanere in quella situazione di stasi, non importa per quanto tempo, ma la macchina si fermò nel cortile, io scesi, mi salutò distrattamente e corse via. Mentre guardavo quelle luci posteriori allontanarsi ero cosciente che una parte del mio cuore se ne andava via con lui. Un cuore accartocciato come una lattina e lanciato via lontano, un cuore disprezzato, ma pur sempre una parte del mio cuore.
Ferma immobile nel cortile ripensai a quell’uomo che fuggiva da me, a quell’uomo fragile sebbene egoista, quell’uomo che prendeva ciò che desiderava senza dire mai grazie. Anche se potrebbe sembrare strano, io quell’uomo lo amavo. Non era per ciò che lui riusciva a dare a me, ma per ciò che io ero in grado di dare a lui. Nel silenzio della notte, nella solitudine dei miei sentimenti, un uomo era lì, e il suo volto era quello dell’amore…. il mio amore.
Nuovo Mondo
Il sole è alto nel cielo. Ho finito il mio lavoro nei campi e di governare il bestiame. Sono seduta sotto il mio fico. In bocca ho un filo d’erba e tutt’intorno odo soltanto il canto delle cicale e il cinguettio degli uccellini. Immersa in quella pace e tranquillità sto ripensando a come tutto questo è stato reso possibile. Ormai sono passati anni, quanti ne ho perso il conto.
Mi ricordo che all’epoca i miei figli erano adolescenti. Vivevamo in un mondo che divenne sempre più violento. Gli eserciti erano regolarmente in guerra, udivamo notizie di guerre costantemente. Ci furono carestie, benché ci fosse cibo in abbondanza il divario tra le persone benestanti e quelle povere aumentò a dismisura. Vi fu un aumento di spaventosi terremoti in un luogo dopo l’altro. Le epidemie divennero un piaga, malattie che pensavamo debellate tornarono in circolazione mietendo innumerevoli vittime. La società a causa dell’illegalità dilagante si mostrò carente di amore e di rispetto per gli altri, tanto da raggiungere livelli che si poterono definire come tempi veramente difficili. L’umanità fu una minaccia anche per gli ecosistemi a causa della cattiva gestione umana, come l’inquinamento atmosferico che causò la pioggia acida oppure con la deforestazione, o ancora sterminando gli animali ponendoli a rischio di estinzione. Questa situazione era presente in tutta la superficie terrestre raggiungendo proporzioni senza precedenti. Noi andammo a parlare a livello mondiale con le persone degli avvenimenti che si stavano e si sarebbero verificati, e a portare anche un messaggio positivo riguardo al futuro. Le persone però ci schernirono perché ubbidivamo a Dio, asserendo che queste condizioni nel mondo erano sempre state presenti e si concentrarono sui loro desideri egoistici. Tale fu lo scenario in cui vivevamo.
Improvvisamente le nazioni del mondo fecero la dichiarazione di pace e sicurezza mondiale pensando di aver trovato la soluzione ai grossi problemi che le avevano afflitte. I leader mondiali però non risolsero sul serio i problemi della società, non riuscirono ad esempio a debellare le guerre, l’ingiustizia era nei cuori della gente e nessuna legge o restrizione poté sradicarla. La fame non sparì dal mondo perché i ricchi non vollero rinunciare al loro status di preminenza e nemmeno trovarono la cura alle malattie. Cercarono di prevenire i terremoti, di costruire edifici antisismici all’avanguardia ma questo non eliminò il problema e tantomeno annullarono le morti dovute a questi eventi naturali. Tentarono anche di apportare leggi più severe sull’inquinamento ambientale ma con scarsi risultati. Le loro iniziative furono mosse dalle migliori intenzioni però non ebbero le capacità necessarie per risolvere problemi di questa portata, questa era prerogativa di Dio perché ci ama e ne ha il potere. Chi ci schernì ripose fiducia in questa illusoria asserzione di pace e sicurezza vedendo che la società si stava risollevando. A quel punto ci schernirono ancora di più dato che la situazione migliorò invece di peggiorare così come noi proclamavamo. I capi religiosi del mondo vissero tranquillamente continuando nel loro agire ipocrita. Inaspettatamente invece i governi dell’ONU distrussero prima di tutto la cristianità e successivamente le altre organizzazioni religiose del mondo. Le spogliarono e le devastarono spazzandole via rapidamente, in modo definitivo, vedendolo come un ostacolo per i loro fini, in quanto la religione nel suo insieme continuava a provocare guerre e divisioni nel mondo. Questo colse l’umanità di sorpresa e i popoli della terra non furono in grado di dare alla religione alcun tipo di appoggio. Ad un certo punto questo attacco alle religioni si fermò, così che la vera religione non fu distrutta insieme ad ogni forma della falsa, e ci fu un breve periodo di tranquillità.
Noi eravamo ubbidienti all’organizzazione di Geova, imparavamo ad avere qualità spirituali e le capacità necessarie per dare inizio ad un paradiso. Studiavamo la Bibbia, ci sforzavamo di osservarne le leggi, avevamo fede in Dio e in Gesù e amavamo la pace. Eravamo una fratellanza mondiale che serviva Dio unita, ma la cosa più importante era che amavamo Dio. Quando la religione fu attaccata noi smettemmo di andare a predicare la buona notizia del Regno di Dio, ormai le persone avevano deciso se sostenere o meno i cristiani unti. Iniziammo quindi con coraggio ad annunciare un poderoso messaggio di giudizio.
Dopo la devastazione della religione iniziò un periodo di grande tribolazione come non ne era accaduto uno simile dalla fondazione della terra, caratterizzato da calamità di fronte alle quali le afflizioni passate sembravano cosa da poco. Le persone non cercarono più di farsi dirigere da quei leader religiosi, ma nemmeno si convertirono in massa al vero cristianesimo. La comunità mondiale entrò nel caos e le persone ebbero paura per la propria vita. In preda all’angoscia cercarono aiuto nelle organizzazioni politiche e commerciali ma non ne ebbero alcun beneficio. Mentre la gente era atterrita assistemmo ad un avvenimento straordinario. Gesù venne nelle nubi per emanare il suo giudizio stabilendo così chi erano le pecore e chi invece i capri. Satana schierò alcuni governi per attaccare ferocemente anche il popolo di Dio. Non riuscirono più a trattenersi, ci odiavano, erano ansiosi di attaccarci per il messaggio di giudizio che proclamavamo e perché continuavamo ad adorare Dio. Innumerevoli forze militari vennero per annientarci, in tutto il mondo e nessuno ci diede aiuto. Io ebbi un nodo alla gola, mi tremarono le gambe e mi mancò il respiro, ero fiduciosa però che Dio avrebbe liberato i suoi leali. D’un tratto i cristiani unti vennero radunati in cielo e Gesù, mandato da Geova, capeggiò miriadi di angeli per eliminare ciò che era rimasto dell’organizzazione di Satana nel mondo, giudicando così i capri. Quelle persone consentivano volutamente o meno di far contagiare la loro mente e il loro cuore da Satana, così da rifletterne le sue malvagie caratteristiche. Quindi erano individui arroganti che operavano crudeltà, facevano ciò che desideravano incuranti della volontà di Dio, si abbandonavano senza ritegno ai piaceri e affrontavano le situazioni con egoismo e presunzione, dimostrando un comportamento ribelle nei confronti delle autorità. Quando le persone infedeli capirono che sarebbero state distrutte dimostrarono chiaramente la loro disperazione. In preda allo scoraggiamento arrivarono al punto di uccidersi a vicenda. I governi ammisero che la loro schiacciante sconfitta fu dovuta all’ordine di Geova stesso. Quella fu chiamata la guerra di Armaghedon.
Ebbi paura per la mia incolumità e quella dei miei figli. Per la mia famiglia non fu facile, dovemmo affrontare numerose avversità che misero alla prova la nostra ubbidienza, la nostra lealtà e la nostra unità. Geova però ci diede potenza oltre ciò che è normale per superare quelle dure difficoltà. In questo modo la terra è stata ripulita da tutta la malvagità e i giusti stanno vivendo sulla terra caratterizzata dall’abbondanza della pace. Geova ha rivendicato la sua sovranità, ha santificato il suo nome e ha adempiuto la sua volontà per la terra. Solo chi è rimasto fedele sino alla fine è sopravvissuto a quel duro periodo, e sono stati relativamente pochi. Ha avuto così inizio una trionfante nuova era.
La terra viene amministrata da un governo regale, celeste, composto da Gesù e dai cristiani unti risuscitati in cielo. La nuova comunità terrena invece è composta da quelle persone che dimostrarono spontaneamente la loro ubbidienza al Regno di Dio. L’esistenza quindi non è ottenebrata da tristi pensieri del passato, perché le idee e le imprese edificanti, che sono cose di tutti i giorni, pian piano cancelleranno quei penosi ricordi. Per tutta l’eternità Geova ci benedirà e i suoi effetti supereranno qualsiasi danno possiamo aver subito in precedenza. Geova sa che non avevamo scelto di nascere in un mondo satanico, e nemmeno imperfetti, queste furono le conseguenze del peccato dei nostri primogenitori, Adamo ed Eva. Perciò con molta compassione Geova ci ha ricompensato dell’amaro passato che ci fu imposto. Le meravigliose caratteristiche del mondo stanno rispecchiando le stesse prerogative del reame celeste. Durante questo regno millenario di Cristo, vengono attuati i benefici del sacrificio di riscatto di Gesù. I sudditi ubbidienti a poco a poco giungeranno gradualmente alla perfezione, e infine saranno completamente privi degli effetti del peccato.
La gente anziana che è stata tra i superstiti è tornata al suo vigore giovanile. Il processo di invecchiamento è stato invertito per rimanere sempre giovani così che le rughe sono sparite e gli arti si sono raddrizzati. Abbiamo assistito a un rinnovamento fisico che ha dato nuova forza e salute a queste persone. Ogni mattina si sono svegliati rinvigoriti dopo una buona notte di riposo, pieni di salute, senza dolori muscolari, con una mente perfetta e pronti per iniziare un nuovo giorno di attività soddisfacenti. Tutta l’umanità ha sentito ridurre gradualmente, per poi dissolversi, gli effetti del peccato e dell’imperfezione, al fine di ottenere la perfezione di cui godevano originariamente Adamo ed Eva.
I sopravvissuti hanno dedicato il loro vigore a beneficio di tutti gli esseri umani. Abbiamo cominciato a modificare il mondo in una meravigliosa, pacifica ed accogliente residenza per l’umanità, la più grande impresa mai adempiuta nel mondo. Anche se non siamo pratici di edilizia o di giardinaggio abbiamo imparato da persone esperte che ci hanno dato una mano. Ci siamo costruiti la nostra propria casa e nessun altro ha beneficiato del risultato del nostro lavoro, dopo che noi abbiamo lavorato duramente per costruirla. La nostra fatica è stata molto gratificante e ci ha resi felici. Ci siamo occupati della terra e ne abbiamo fatto un posto meraviglioso, analogo al giardino di Eden, che produce i suoi propri frutti. Siamo stati contenti di compiere un lavoro appagante e di stare insieme a persone che sono interessate alla nostra felicità. Con il passare del tempo le parti di superficie della terra già messe a nuovo si amplieranno, finché tutta il mondo sarà splendido e produttivo.
Nessuno si è allarmato a causa di un ragazzino che si sta divertendo con un cobra. L’armonia è stata raggiunta fra le persone e gli animali. Il lupo, l’agnello, il leopardo, il capretto, il vitello e il leone hanno pascolato tutti assieme, in pace tra di loro e con gli uomini, non hanno rappresentato più un rischio né per l’uomo e né per se stessi perché sono stati tutti assolutamente soggiogati, non si sono sentiti intimiditi dall’uomo. Abbiamo potuto avvicinare, studiare e contemplare ogni tipo di animale che vive nell’oceano, nella giungla o nel bosco, in tutta calma.
Non è esistita più la miseria. Gli alimenti sani e saporiti sono cresciuti in abbondanza anche in zone un tempo aride. Il cibo non è più stato motivo di scontri e turbamento in quanto tutta l’umanità è stata ben sostentata.
Tutta la gente ha avuto amore gli uni per gli altri, così che la pace sta dominando tra ogni tipo di persona, così che le divisioni razziali e il pregiudizio sono finite. Non ci sono state più lotte, parzialità né borgate dove è prevalsa la delinquenza. Gli armamenti sono stati mutati in attrezzi per coltivare il suolo. La pace e la giustizia non sono state mai messe in pericolo visto che le persone maligne non possono pregiudicarle in quanto, se qualcuno decide di opporsi a Dio, Geova non gli permetterà più di seguitare a vivere. Sulla terra vige solo giustizia mentre non sussiste più la malvagità, questo ha recato pace in tutta l’umanità, fra amici, in famiglia e particolarmente con Geova.
L’umanità sta usufruendo di una condizione fisica prospera ed è spensierata. Nemmeno uno è stato più invalido, non vedente o infermo perché sono stati sanati. I disturbi incurabili sono cose superate, come le malattie e la morte. L’abbattimento dovuto all’indebolimento del corpo e alla sofferenza è stato dimenticato. La depressione è stata sostituita dall’allegrezza. Gesù ha adoperato la sua potenza che gli è stata conferita da Dio per ridare la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, per sanare gli zoppi e i muti. Abbiamo aperto gli occhi ogni mattina assaporando un benessere perfetto, entusiasti di avere di fronte un altro meraviglioso giorno di vita. La volontà di Dio per gli uomini fin della creazione ora si è compiuta.
Abbiamo esultato quando, la gente che era morta in tutto il mondo prima di Armaghedon, è tornata in vita per riunirsi con i loro amati. Non sono risuscitati con le loro malattie o i loro disturbi che avevano avuto prima di morire. Tra i risuscitati c’è anche la gente ingiusta e la stiamo ammaestrando nelle vie di Dio. Hanno ricevuto intendimento per quanto riguarda il sacrificio di riscatto di Gesù e a hanno fatto affidamento su di esso. Hanno dovuto ripudiare i falsi insegnamenti religiosi, modificare il comportamento che avevano avuto precedentemente e acquistare una nuova personalità. Quindi non ci sono stati più delitti, brutalità, abusi, furti o altri crimini. Neanche una persona ha sofferto più a causa della condotta negativa di altre persone. Chi ha ricevuto i risuscitati ha provato molta allegria nel dargli una mano ad apprendere che la disposizione del riscatto è una dimostrazione dell’immeritata benignità e della misericordia di Dio, per questo hanno ringraziato Geova. Dopo aver preso la decisione di comportarsi in base alle giuste regole di Dio hanno provato piacere in questo nuovo sistema di cose, pervenendo gradatamente a quello che è il proposito di Dio per loro. Abbiamo visto risorgere anche i saggi del passato e i profeti. Sono stati tutti felici e interessati di apprendere come il loro comportamento ci era stato di stimolo mentre sostenevamo sfide di rettitudine, e come avevano trovato adempimento le profezie che furono ispirati a mettere per iscritto. In questo nuovo mondo, l’istituzione di Dio ci ha dato le norme per trasformare il mondo in un paradiso magnifico e a insegnare ai risuscitati che non sono votati a una sentenza sfavorevole, in quanto non sono valutati per i peccati che compirono prima di morire o al peccato che hanno ereditato da Adamo. Il giudizio sarà emesso come risultato di quello che loro stessi decideranno di fare. Avendo appreso nuove e rasserenanti nozioni, beneficiando di una vita piena di benedizioni, un fisico giovane e vigoroso, non decideranno di fare la scelta errata per poi dover morire. Veramente chi ha ottenuto la vita nel nuovo sistema di cose, o tramite la risurrezione o scampando alla grande tribolazione, hanno avuto molto da apprendere sull’obiettivo di Dio per il mondo e per l’umanità.
Ah, la vera vita in eterno nel Paradiso sulla terra! Non ha avuto gran peso dove è stato richiesto a ognuno di noi di dimorare o quale compito ci è stato affidato, siamo umilmente riconoscenti perché siamo nel Paradiso. Perché tutti divengano perfetti occorre del tempo quindi abbiamo dovuto imparare a perdonarci a vicenda. Abbiamo bisogno però anche di far nostra la pazienza, perché le benedizioni che abbiamo ricevuto non sono immediate. Non abbiamo raccolto tutte le volte quello che avevamo desiderato e ogni tanto c’è voluto tempo per ottenerlo. Ad ogni modo siamo stati sempre riconoscenti e lieti in ogni circostanza. La vita qui non è stata per niente monotona perché apprendere riguardo a Geova non ha fine e si è molto indaffarati. Ora però c’è tutto il tempo per farlo. Siamo stati insieme alla nostra famiglia e ai nostri amici. La felicità ha superato di molto ogni sofferenza avuta in passato. Abbiamo avuto anche il tempo di migliorare nelle attività che preferiamo e di apprendere cose nuove, ma quello che ci ha resi più felici è stato adorare Geova, e lo stiamo facendo in modo costante, tutti i giorni. L’ateismo e la falsa religione non sono più esistite. Satana ha portato il male per circa 6.000 anni, ma Geova, mediante Cristo, ha cancellato tutte le conseguenze del suo lavoro nell’arco di 1.000 anni. Questa è stata una dimostrazione inconfutabile della supremazia del modo di regnare di Geova. Ottenere la perfezione, però, implica molto più che avere la salute e una mente sana, vuol dire anche riflettere gli attributi di Geova, ecco perché è stata opportuna una vasta attività di insegnamento. Dopo che l’amore per Geova è cresciuto gradualmente nel nostro cuore, abbiamo fatto nostre le sue vie in ogni ambito della nostra esistenza. Ma applicheremo sempre le cose che impariamo? Mediteremo su ciò che apprendiamo, che ci fortifica per non scostarci dalla verità?
Ringrazio Geova tutti i giorni per il suo amore verso l’umanità ubbidiente e sono felice di aver fatto la scelta giusta a suo tempo. Le benedizioni di Dio sono di gran lunga superiori a tutto ciò che avevamo patito. All’epoca lavorai per far scendere la legge di Dio nel mio cuore e per insegnarla ai miei figli. Tutti i giorni Geova fece parte della nostra vita, meditammo su di lui e parlammo di lui, questo rafforzò la nostra fede e ci avvicinò a Dio. E adesso che viviamo nel paradiso ripristinato avremo dimenticato Geova? Niente è da dare per scontato, se perdiamo l’apprezzamento per la bontà di Dio diventeremo ingrati. Così ogni giorno riscatto il tempo per meditare su quello che Dio ha fatto per me, su come ha reso la mia vita meravigliosa, sulla gioia di aver visto risorgere le persone a me care, sul mio fisico che è tornato giovane e in salute, sulla felicità che provo ogni giorno che mi sveglio, per la vita piacevole che conduco, per la pace, e so che dovrò essere sempre desta per non perdere l’amicizia con il mio Creatore.
Non ditemi che sono forte
Chi di voi sa quanto è dura affrontare la vita da soli. Ogni sfida, ogni imprevisto, ogni difficoltà, sempre con l’ansia di non sapere come andrà a finire, come riuscire a cavarsela.
Chi di voi ha dovuto tirare su una famiglia senza il sostegno di nessuno, essendo anche una spalla su cui piangere per gli altri … ma chi di voi può comprendere le cicatrici che porto addosso, i pianti sommessi nella notte, l’angoscia che mi travolge.
Eppure quando mi vedete sopraffatta da tutto questo, e a volte diventa veramente insostenibile, allora mi domandate se va tutto bene. In quei momenti rimango sgomenta. Io dovrei, secondo voi, spiegare l’evidenza? Qui infine si conclude la beffa, perché dopo aver spiegato che è dura, che questo macigno sulle spalle pesa, dopo tutto arriva ancora la vostra risposta, che mi fa capire quanto a tutto questo siate indifferenti: “vedrai che ce la farai, perché tu sei forte”.
Ma dicendomi questo avete mai pensato al messaggio implicito che mi state lasciando? Cosa significa per voi essere forte? Se non lo comprendete appieno allora ve lo spiegherò io. Essere forte significa cavarsela da soli, arrangiarsi, trovare sempre e comunque una soluzione … anche quando proprio non sai che pesci pigliare.
Ma io non sono così, sento che non ce la faccio.
Mi avete vista oppressa da questo peso, per voi allora è stato liberatorio lasciarmelo addosso, mentre avreste dovuto alleggerirmi dal mio fardello. Come? Con una parola di sostegno sincero, con un piccolo aiuto pratico, con un po’ del vostro preziosissimo tempo. Ma costa vero? Così è più facile dire che “sono forte, che ce la faccio, ce la posso fare”.
Vi siete mai sentiti schiacciare? O reagisci o soccombi. Io ho reagito, per spirito di sopravvivenza, in preda alla disperazione più nera, io ho reagito. Svolgo mille ruoli, inventando soluzioni, sorridendo per non far preoccupare la mia famiglia, arrancando, sgomitando, aggrappandomi saldamente alla mia determinazione di resistere, cercando di non farmi sopprimere dalle ansietà, perché voglio vivere, voglio sopravvivere in questo mondo aguzzino.
E poi arriva la sera, mentre tutto tace, nella tranquillità della notte, e io che guardo quei visi sereni dormire … ma non si ode il mio pianto, perché ingoio lo sconforto mentre lacrime silenziose solcano il mio viso e inzuppano le lenzuola, come la scena di una sorda disperazione in un film muto e solo il buio conosce le mie pene.
Eppure voi vi nascondete dietro alla vostra giustificazione per non sentire, per non vedere, per non fare, per non sentirvi in colpa.
Non sono una persona forte, ma nella vita ho dovuto essere ciò che non ero, quindi, non ditemi che sono forte … piuttosto aiutatemi.
Rimane sempre un rimpianto
Non ci sono parole, se non un “mi dispiace”, ma io non riesco a trovare nemmeno quelle e rimango costantemente senza parole, attonita.
Ripenso a com’era, ricordo i suoi gesti, le sue parole, mentre la voce lentamente si sfoca fino a perdersi in un lontano ricordo.
Se ne parla per rendergli omaggio, come se tutto fosse stato speciale, importante. Gesti comuni di una vita comune, a cui non si dà importanza, fino a quando non diventano tutto quello che rimane, ed ecco che diventa così caro al tuo cuore.
Vorresti dirgli cosa provi, quanto ci tieni, ora che più non lo puoi fare. Chiedere scusa forse per qualche torto, essere presente quando ha bisogno di te. Alla fine rimane sempre un rimpianto.
Ci si rende conto di quanto si è imperfetti, egoisti. Si dice che dagli errori si impara, mi domando quanti errori dovrò ancora fare per poter imparare. Ma questo è un errore da cui non si torna indietro, non si può più rimediare, ecco il più grande rimpianto.
Mia dolce dama e mia signora
Sotto la vostra finestra, oh mia signora, ancor guardo la luce fioca che traspare, sognando di voi, nell’immaginar che il vostro pensiero per un istante a me sia rivolto.
Mia amata, sotto al vostro capezzale si strugge il cuore del vostro leale, schiavo di questo amore. Mi sia consentito mia signora, in questa notte sofferta, poter pronunciare codesta parola, sì amore. Mia cara, concedete ristoro a colui che nel segreto ha anelato a un poco di calore che giammai gli apparterrà.
Oh mia dolce dama, domani voi sarete sposa di un uomo pari al vostro rango. Che questo sia giusto ne sono consapevole e impotente, ma in quel medesimo momento che le vostre labbra si prometteranno ad altro uomo, il mio sogno cesserà di agognare, nel medesimo istante mia signora, nel medesimo istante del vostro “sì”.
Più non avrò l’emozione di vedere i vostri occhi fermarsi quel breve attimo nei miei, quando nel passarmi accanto il vostro viso lievemente si girava verso di me. Osai, fui intrepido, sicuramente impudente nel ricercar la vostra attenzione, ma voi mi ricambiaste; un momento fugace, ma voi mi guardaste. Tutte le mattine bramavo quel momento, consapevole che per voi esistevo, e attendevo quell’attimo che, nel passarmi accanto, avreste posato il vostro sguardo su di me e mi avreste guardato, sì, fisso, sapendo che ero là per voi, mia signora.
Mia dolce dama, ricordo ancora il giorno che iniziai a sperare di voi. Quella notte a me cara, come un sogno di impareggiabile splendore vi trovai a camminare per quei lunghi corridoi, smarrita. Il vostro viso incorniciato dai lunghi capelli neri sciolti sulle spalle, leggiadra nella vestaglia che ricopriva il vostro corpo esile e con un tale candore. Mi passaste accanto nel pallore della notte, un profumo di voi che in vita mia non avevo mai sentito. Al chiarore di quella candela percepii il vostro imbarazzo nell’esser lì con me, nell’esser vulnerabile, nell’esser voi. Così come siete arrivata ve ne andaste, e non seppi mai cosa cercavate nella notte, ma sperai che l’aver trovato me vi avesse regalato un istante di conforto.
Questa notte mi accingo a coglier ancora una rosa. La riporrò sulla fredda panchina che tutte le mattine vi ricorda il pensiero mio per voi. L’ultima rosa che potrò donarvi oh mia signora.
Guarderò da spettatore inerme il declinare di un sogno che altro non era. Come avrei voluto tenervi accanto a me, in un susseguirsi di giornate fatte di sguardi, di rose, di palpiti e di emozioni inespresse; e quando la giovinezza sarebbe fuggita io sarei rimasto là accanto a voi, leale, fedele.
Mai sognai di sfiorare la vostra pelle di alabastro, non ebbi nemmeno l’ardire di immaginare di arrecarvi una tale offesa. Il core mio si strugge a pensare che di un altro sarete.
Quando apparirà al mattino, sventolando, quel lenzuolo che nulla nasconderà, tutto ciò che era stato più non sarà, ed io servo vostro rimarrò in un muto silenzio di rassegnata devastazione.
Bacio or dunque questa rosa che domani sarà fra le vostre delicate mani e vi porterà le mie lacrime sincere. Nel turbamento di questi sofferti attimi, io affido a questi petali rossastri la speranza, che in un angolo del vostro cuore, potrete custodire il ricordo dell’amore di questo servo vostro, oh mia dolce dama e mia signora.