La guerra è finita

Vago da solo

tra le macerie,

le vie di quella che

un tempo fu

la nostra città.

Di fronte a ciò che resta

del municipio

mi attende una piccola folla

ammutolita.

Hanno gli sguardi vuoti

persi nel nulla che li circonda.

I loro corpi inermi giacciono

gli uni sugli altri

mentre nell’immobile silenzio

risuona l’agghiacciante grido

della morte.

Neppure il vento vuole scendere

sulla città degli orrori.

Solo un pallido sole riscalda

questa fredda giornata d’ottobre.

Siamo delle pedine di un gioco

dalle regole semplici:

uccidi e conquista

conquista e vinci

vinci e distruggi.


 

Il cecchino

Bang!

Davanti a me fontane di terra

s’innalzano

pietre e schegge in spettacolari zampilli.

Il brillio del cecchino

illumina gli occhi.

Mentre l’aria torbida,

soffocante

stringe la gola

lentamente,

delicata come una mano guantata.

A terra, riverso sulla schiena

il cielo accoglie il mio sguardo,

brilla il sole, magnifica speranza,

lontano il sacro ritmo:

canti di giovani e

lacrime

e sangue

e morte.


 

Caduti

Il sole caldo e vitale

illumina le nostre bianche membra.

Il cielo tanto sereno

da sembrare una mattina d’estate

riveste la campagna spoglia.

Ci ricorda quei giorni passati

qualche mese fa,

quando si andava in montagna con gli amici

per stare un poco al fresco

bevendo la dolce acqua

dei ruscelletti.

Oggi siamo invece riuniti con la famiglia,

gli amici e i compagni

per un ultimo saluto.

Il sole caldo e vitale

fa brillare le lacrime che incorniciano i visi

e si interrompono sulle strette

labbra rosse,

mentre ci dicono che andremo in un posto migliore,

che non è fortunato chi resta ma chi va,

che ci ricorderanno per sempre.

Il cielo tanto sereno

da sembrare una mattina d’estate

si lascia osservare per l’ultima volta

in tutta la sua immensità.

Si avvicinano poi, uno ad uno.

Vorremmo abbracciarli, baciarli,

trovare le parole

che non abbiamo avuto tempo di dire

nell’attimo fatale che lasciò di noi soltanto

un penoso sospiro al vento.

Gocciolano i petali rosei di una pianta.

Poi il buio si chiude su di noi

e la terra ci inghiotte per sempre.


 

Dedicata a te

Siedi mesta sulle sponde del letto,

abbandona il corpo sul morbido giaciglio,

sussurra la tua preghiera alla brezza

che muove sinuosa tra questa

notte d’estate in cui le più mirabili stelle

rischiarano la via.

Nascono dalla marina tenebrosa

bagliori lontani,

dipingono i loro volti tremuli

nella distesa lucente

A te, te soltanto, rivolgo i miei pensieri

dolci melodie che

vanno librandosi lievi tra gli sbuffi del vento

intriso d’inebrianti profumi floreali

O Notte, eterna complice degli amanti,

fuggiaschi, ladri d’amore,

cingi tra le tue oscure braccia

l’universo, il mondo, la terra.

O infinita, immensa, sovrana,

silenziosamente togli la vita al giorno e

donala alle anime smarrite

nell’amorosa bufera,

queste si spengono all’infiammarsi del sole e

rinascono alla sua morte.


 

La mia bambina

Caldi fiori dal rosso profumo estivo

pervade le mie narici al manifestarsi

d’una lieve brezza azzurrina

che muove in ritmico tintinnio le tenui corolle.

Corre il ragazzo,

folle d’amore,

tiene strette al petto primule gialle

in un delizioso nodo d’amante.

Riecheggiano tra le alte foglie degli alberi

le giocose grida d’una bambina;

i biondi capelli, onde d’un mare dorato e

verdi vele d’alloro increspano i morbidi ricci.

Si posa la foglia secca sulla mano del viandante

imbruniscono gli alberi,

cigolano le ruote del carro che

passa per la vecchia strada,

polverosa custode di ricordi lontani.

Ecco il nero pellegrino sfilare,

il mondo si copre di gelida solitudine,

il cuore tace,

le molli palpebre s’uniscono.

M’abbandono al sonno e

lascio il mio posto a te, bambina mia …


 

Temporale

Tuoni roboanti,

sconquassi di lampi,

muore il giorno e

nasce la notte.

Minacciosa

s’abbatte la tempesta

sulle tegole bluastre,

gocce di vetro

contro gli specchi

senza riflesso delle case.

I marciapiedi

come sponde d’un fiume in piena.

Urla il vento,

mille braccia d’albero

s’uniscono al cupo coro

dell’apocalisse.

Le strade, oceani inesplorati.


Vita

La vita arriva di gran carriera,

candida dama con il suo corteo

di cavalieri nebulosi,

la chioma al vento

i corsieri imponenti.

Trema la terra,

si squarcia il cielo,

un battito di ciglia …

E’ già passata.