Dietro le nuvole

 

Il cielo, dolce e sereno, che fa da filtro nella mia mente, se piove, divento triste e malinconica, se c’è il sole, divento gioiosa e fiduciosa, ma se ci sono le nuvole, divento pensierosa e mi chiedo, cosa si nasconde dietro le nuvole? Ci sarà un’altra vita, ci sarà il Sole! Forse la Luna?, chissà! Cosa dietro ci sarà.


La Luna e il Sole

 

C’era una volta in un immenso castello, la Principessa Luna, bella, leggiadra, dai lunghi capelli biondi e da un lungo vestito d’orato, lei era triste, perché era vittima di un incantesimo, da parte della strega Nera, che per gelosia, fece in modo che lei non aveva compagnia, nessuno poteva accedere al castello, Luna aveva solo il permesso di uscire di notte. In un altro regno, invece viveva il Principe Sole, bello come Apollo, fiero come Zeus, lui amava Luna, ma non poteva più trovarla, quando lui usciva, lei non c’era. Ma un giorno incontrò la fata Luce, che fece il modo di falla incontrare, una notte, illuminò il cielo e per magia, Sole e Luna si incontrarono, si diedero un lungo bacio, ma durò poco, tutto poi sparì.  


 

 Padre

 

Parola importante, imponente, però non tutti sono degni di questo nome, ci sono padri, che non amano, padri che trascurano, mogli e figli, bisogna aver fortuna. Un vero padre per un figlio è un esempio da seguire, un eroe, un pilastro, un asso, io ho la fortuna di avere ancora mio padre al mio fianco, non è molto comprensivo, è testardo, a volte autorevole altre autoritario, ma fa parte del suo ruolo, cercare di imporre regole, il suo volere, anche se sono adulta, io a volte lo ascolto, altre no, però li voglio bene, pure se non lo dico mai, per timidezza, per vergogna di esternare i miei sentimenti. Comunque, nonostante a volte alcune incomprensioni e pur sempre mio padre, per figlio ha fatto tanto, purtroppo, il mio bambino non ha più il suo, quindi voglio terminare dicendo se volete fare i padri, fatelo bene, no male, altrimenti non lo fate.


Come in una fiaba             

 

Come in una fiaba, mi voglio immaginare, Principessa in un Regno senza fine, felice in un castello, maestoso e bello, indossando eleganti, lunghi abiti. Suntuosi capelli, acconciati e belli, sognando un amore, puro e sincero di un Principe straniero.                                                          Foreste, laghi e fiumi incantati, fate svolazzanti con magnifiche ali sgargianti, che trovano rimedi di tutti i mali, streghe e mostri, devon cacciare, per farmi, così, felice regnare. Purtroppo questa è pura fantasia, la realtà è più dura, nulla si risolve con la magia, nessun

Principe mi salverà dalle cattiverie e malvagità delle persone. Per questo amo fantasticare, per poter ritornare a regnare, un mondo che non esisterà mai e mai ci sarà, questa è la cruda verità.


Come un pittore

 

Afferro una bianca tela, grande come una vela, afferro un pennello e dipingo un tratto color del cielo, lo mescolo con il giallo, color della Luna, allungo la scia, di questa dolce sfumatura,  aggiungo il rosso, disegno cerchi e cuori, li dipingo di vari colori. Come un pittore, coloro la mia vita, tutto per me è una sfida, mescolo, mischio, tratteggio, tratti astratti o reali, la mia vita è strana, astratta, unica e vera come questa tela. Come un pittore, dipingo il mio dolore, cancello il nero, lo ridipingo di rosso fuoco, un tratto leggero, sincero. La mia mente sorride come la mia anima, bianca come questa tela, grande come una vela, di una barca, che non si trova più alla deriva, ma naviga, lasciando una scia infinita.


 

Dolce pensiero della sera

 

 Solo tu, appari dolce dentro i miei stanchi pensieri, malinconici come quelli di ieri, il tuo viso, così bello, per me è un triste fardello, lacrime come gocce di pioggia, scivolano sul mio viso, piango ripensando il tuo inebriante sorriso. Nella mia solitaria stanza, giaccio, supina su un lenzuolo rovente, in questa torbida sera d’estate, la mia mente, si diverte a giocar con i miei ricordi, come una maniaca che gode a istigarmi, con l’arma della malinconia. Tu, dolce pensiero della sera, non sopporto più, il ricordo delle tue intrepide mani: stanche, affusolate, pallide e delicate, che accarezzavano il mio viso, schiaffeggiando la mia timida anima, che si risvegliava trepidante d’amor per te.