Storia dei popoli Rifugiati
visi indistinti del Medierraneo, terra maestrale all’orizzonte,
terra da guadare, terra da solcare.
Bimbi di marzo da ripescare, ranocchietti di lago da salvare
occhi luminosi da asciugare e braccia forti per sollevare pesi da superare,
speranze sulle fronti da sanare, strette di mano da rafforzare, coraggio
da infondere e sale da assaporare
ricci da domare e sorrisi da corrugare e stretti da guadare
sapone e calore per riappacificare colpe da smentire e sassi da lanciare
pece di mare e petrolio da recuperare, pace da elargire e per riposare,
ustioni da medicare, abrasioni da colmare,
spalle da fasciare, stampelle da distribuire, coperte calde da riposare,
gole arse da dissetare, tempie da massaggiare, orecchie da corricare, sonno da recuperare
piedi di stelle da benedire perché è stata percorsa troppa strada da ricordare,
ginocchia forti per portare figli in pace da dimostrare,
soli e cuori da recuperare. Promesse da smentire, rifugi da guadagnare e riparo da trovare.
Lotta tra poveri che niente hanno e niente possono perdere, solo la lotta per una sopravvivenza senza
dignità e senza casa nella quale tornare e dalla quale fuggire
onde e sabbia vento e distanze da percorrere per andare dove non ci aspettano
scarpe perdute e valigie smarrite
solo la propria istruzione con se e per gli altri
la conoscenza non ci abbandona mai, la consapevolezza,
vorremmo che ci abbandonasse la paura
che ci accompagna come un’amica che si preoccupa per noi,
l’unico amore che non ci tradirà mai.
Se un sorriso, un abbraccio o un parola gentile solca le nostre rughe del tempo,
torniamo un attimo bambini e tutto sembra fraterno e vicino a casa, indigeno e familiare.
Asilo
come si può trovare riparo
come si può trovare sonno dopo che quelle immagini hanno solcato le nostre menti
come si può non rimboccarci le maniche e condividere il poco che abbiamo
come si può sprecare un opportunità così grande,
come si può arricchirci delle disgrazie degli altri
come si può rallegrarci delle disgrazie dei vicini,
come si può approfittare della scelta giusta,
come può tanto scempio non corrugarci la fronte
come può tanto spreco di anime non sotterrare le nostre credenze e le nostre consapevolezze di
pace e giustizia e di menefreghismo
se fosse stato nostro figlio, lo avremmo portato via dall’odio e dalla granate
se fosse stato nostro fratello avremmo detto meno uno,
meglio per noi o meglio così
se fosse stata nostra sorella avremmo detto meno una,
che morissero tutte deturpate,
carne per gli squali
se fosse stata nostra madre avremmo aspettato che la guerra finisse prima di recuperare
la dignità di una sorte umana.
Casa
dove il cuore riporta i nostri ricordi,
dove abbiamo sognato per la prima volta
dove sono nati i nostri figli
il posto più bello al mondo anche dopo le granate
il posto più bello anche dopo Kalashnikov
anche dopo lo scempio di Collera e Follia
dove hanno vissuto i nostri nonni
ma dove non hanno potuto vivere e crescere i nostri figli
le cose belle vengono amplificate, i cattivi ricordi vengono dimenticati e rifiutati
dove ritorneremo,
solo dopo una sorte più greve e solitaria
dove ritorniamo,
quando riusciamo a riprendere sonno
un sonno rubato, senza sogni
un sonno di incubi, vividi e fieri
il ricordo è dolore e dispiacere
ci sono cose così dolorose, così umilianti così nascoste
che non puoi raccontare neppure alla persona che ami
neppure ad uno sconosciuto
ad un compagno di viaggio
ad un sopravvissuto
a un veterano.