IL BUIO E LA LUCE

Il senso di colpa mi bruciava vivo dentro.
Paralizzata da questo truce
sfiancante sentimento,
davo corpo e anima per un figlio
un figlio in grembo,
ma la sorte, che gira nera
la sua faccia, si mostrò crudele
contro la mia vita e me stessa
per la sola colpa di esistere.
Annullata dall’isolamento
sostenevo a fatica il respiro, la vita.
Non potevo essere madre,
così ti hanno affidato
ad altre amorevoli mani,
ma io so di te che m’ami
e fra la distanza e il buio che ci separa
tu, bimbo, sei la mia luce.


LE MIE ROSE

E d’improvviso tu mi dicesti:
” Le tue rose non hanno spine”.
Io tacqui
nel candido silenzio di torpore
lì intorno, e ti guardai
dicendo a me stessa
che avevi ragione:
sapevi la verità,
di chi a tutto acconsente,
di chi, con sorrisi rubati al cielo,
colora la vita
orlata di merletti eleganti
così eterei e delicati
ma intensi nell’essenza
da scuotere anche
le membra delle case.
E mi dissi contenta
che sì,
le mie rose,
le mie rose non avevano
spine….erano belle, belle e basta.


SOLITUDINE

Solitudine, cristallo d’anima.
Come stelle splendono i sorrisi
ad aprire i cieli detersi di luce.
Solitudine che allaga le menti di pianto,
lacrime negre come lividi indelebili sul volto.
Solitudine, dolore d’esistere.
Soli in mezzo a tanti sguardi.
Soli, eppure uniti
dalle parole, dai gesti
che svelano pensieri.
Vivi, brucianti occhi
che, come satelliti
gravitano uno intorno all’altro,
tutti ugualmente avvinghiati
alla vita, andiamo
per passione della vita stessa.
Solitudine, mare di incenso straniero
che profuma l’aria trasparente
e disegna le distanze
che tra gli uomini sono spesso
abissi di disuguaglianza.