Biografia
Nato il 31/05/1949 a Vejano – VT dove risiede – Perito Insegnate – Materie sociali Dirigenti di Comunità – Consulente coniugale e familiare – Facilitatore conduttore gruppi di auto- mutuo -aiuto Volontario operatore Comunità terapeutica adolescenziale A
PUBBLICAZIONI
Narrativa (letteratura di confine)
Dove sbiancano le pietre ( Rupe Mutevole)
POESIA
Luci e ombre ( Digitalab)
Il Parnaso (pagine s.r.l.)
Coriandoli di vita (Pagine s.r.l.)
Raccolte varie – Poeti contemporanei
Finalista premi letterari
Città di Marino – Il Filo d’oro Torre Alfina Acquapendente – Premio internazionale di Santa Teresa – Livorno
La poesia di Vincenzo Ragnoni è il canto dell’anima nel suo riflettersi emozionale sulle manifestazioni della natura, di gioie e dolori sentiti all’unisono con quelle del mutarsi e farsi di aspetti del vivere quotidiano nella natura. I temi presenti nelle sue opere scaturiscono dal suo sentire che si sfrangia in rivoli affettivi, colti nella natura stessa e che avvolgono la vita dandole senso. La parola dell’autore carica di potere animistico la natura stessa, dà immagini alle cose, vita affettiva a ciò che è muto in sé, ma che, se colto con l’emozione, diventa idilliaca visione emozionale. Apre campi nuovi di suggestioni, attua la vita simbiotica fra l’essere e le cose. Così gli enunciati metaforici non sono estensioni ornamentali ma coscienza emozionale, si fanno sensazione, sentimento, pensiero e diventano essi stessi stati vivi di un sentire animistico. Nella poetica di Vincenzo Ragnoni la meditazione e riflessione dell’anima non si svolge nel profondo e chiuso mondo dell’inconscio, ma da questi è proiettato fuori, nello scenario meraviglioso della natura nel suo farsi manifestazione, e questa è vissuta con quell’emozionalità propria dell’anima. Perché se l’anima è ciò che vive dentro il soggetto che si pone davanti alla natura, questa al contempo è “cosa animata”, è Phisis, dal greco, natura, è il mondo della vita che si offre al nostro sguardo, oggetto della nostra esperienza quotidiana che di noi è parte.
Recensione di Rupe Mutevole – Monica Bellucci