Calici bianchi

Di nuovo la mente s’incrina
fragile specchio di noia
dal quale sperai di risultar esule
fragile specchio di niente
Le mani tornano vuote
le spalli pesanti
Il corpo caduco si crepa
fragile guscio di noia
nel quale sperai veder nascere favole
fragile guscio di niente
L’anima vana non urla nemmeno
evaporata da tempo senza memoria
neanche più scalpita
Scava la larva che cova silenzio
le mani mute non suonano ancora
la mente compone atoni significanti
significati senza più calore fragili suoni di niente
e sana la penna il petto che sanguina ancora
ma la gola si soffoca e la mente confonde
Sgomenta il pensiero che si possa amar così tanto
da vincere inferno e paura
inutilmente
Per la piccola anima tua
nascosta da specchi di mercurio
il mio sangue non serve
per la delicata tua aura
così bella ai miei occhi ora stanchi
vorrei poter esser bastante
ma le mie mani che ti cercano ancora
non posson sanare i tuoi sogni di ombra
le mie parole che ancora si spandono
non trovano aperte le strade da loro anelate
Sgomenta il pensiero ch’io sola possa amar così tanto
da vincere inferno e paura
inutilmente
Sgomenta il pensiero ch’io sola abbia visto vibrare
qualcosa per cui valesse lottare
dietro ai tuoi occhi di ombra
E negli echi di parole che cozzano
fra pareti stanche di carne
vorrei ancora poterti donare tutto quello che ho nelle mani
ma esse rimangono solo calici bianchi ricolmi di niente


 

MARIONETTE

Drogato il mio corpo
si muove a passo di danza
su di un palco non suo
Fili di nylon
l’energia nelle vene
ma la mente è cosciente
Il burattinaio bianco e rosso
muove le mani
Che senso ha?

E se queste mie gambe
di legno
così forti non sono
non sarebbe meglio
recidere i fili
e dietro al sipario
lasciarsi morire?