Come fronde sulle rive
Nel turbine dell’oggi
Il tuo volto sovrapposto
Tra i lussi e gli sfoggi
Come una sera d’agosto
A mille altri volti
Di donne sconosciute
Che pensavo dissolti
Tra le cose incompiute
Le ondate dei ricordi
Mi colpiscono la mente
Come mal suonati accordi
Come immagine indecente
Ma se tornano inclementi
Alla ribalta della vita
Le difese son carenti
La passione è asservita
Il dolore misto a pace
Il fervore che rivive
Come un falco, un rapace
Come fronde sulle rive
Con il fiato sospeso
Il tuo volto si staglia
nell’oscura mia vita
Il sorriso che abbaglia
la dolcezza servita
Il sapor delle labbra
che ferisce la mente
Ed è quello che sembra
quando cerchi clemente
e realizzi ormai pronto
di trovarti di fronte
All’agognato racconto
del beffardo orizzonte
Che alfin ti raggiunge
con sembianze terrene
Mentre l’anima punge
assaporando il tuo bene
E ti accorgi sconvolto
Di trovarti sorpreso
Accarezzando quel volto
Con il fiato sospeso
Foglie nel vento
Il cuore ansimante risaliva la china
la mente guardinga rimaneva in disparte
il sogno strisciante da notte a mattina
sorpreso e felice giocava le carte
la voglia di sole tornava fremente
gennaio incedeva tra corse e miraggi
il freddo offuscava a tratti la mente
ed il sole scaldava coi suoi tiepidi raggi
il bisogno ancestrale turbava il giudizio
il cuore batteva al suo unico squillo
Il bello del viso, il caldo e lo sfizio
La calda passione senza essere brillo
Un’ombra a tagliare la luce serena
L’amaro ritorno di antichi fantasmi
Da sempre evocati dalla solita pena
con ingrate parole e gelati entusiasmi
d’un tratto il castello di carte siffatto
ricadde d’un botto in un solo momento
un gioco avventato come sotto ricatto
deluso e sconfitto come foglie nel vento
Nei tuoi sogni riposti
Il sorriso ammiccante
Di donna gioiosa
Lo sguardo invitante
La bellezza radiosa
Le piccole mani
Da stringere forte
Aspettando domani
Aspettando la sorte
Cercando oltre il tango
Il contatto armonioso
Elevando il mio rango
Senza essere ansioso
Porgendo sincero
Il pensiero al domani
Impegnato davvero
Al saper che rimani
E riuscire a doppiare
i tuoi blocchi già posti
aspirando ad entrare
Nei tuoi sogni riposti
Ti ho cercato
Nelle valli della memoria
e nelle pieghe del tempo
nelle illusioni di gloria
E nei voli senza scampo
Nelle strade di fango
Tra farfalle colorate
Tra grattacieli di tango
E su spiagge assolate
Tra piramidi di cartone
nelle piazze imbandierate
Anche dietro un portone
E dentro poesie rimate
Tra città poliglotte
E sull’oceano infinito
Anche al buio di notte
E in un gesto non capito
Tutto questo è il sogno
Di un amore cercato
Di un ancestrale bisogno
Che non ho mai abbandonato
Se smetto di cercare
Se smetto di cercare
non è perché ho trovato
non è perché l’andare
è già tutto provato
né il sogno già compiuto
né il mondo già cambiato
né il bello già vissuto
né il poema realizzato
La vita è progredita
come se nulla fosse
come un bambino in gita
come le ardite mosse
Ricorderò gli incontri
le donne che ho amato
gli inutili riscontri
le voglie che ho sfamato
Ritornerà l’autunno
mi avvolgerà insensibile
Ritornerò l’alunno
di forza irriducibile
La donna assopita
La donna assopita
Con gli occhi di vento
Una lacrima ardita
Senza neanche un lamento
La bocca serrata
Le labbra tremanti
La sorte segnata
Il sogno ormai avanti
Sei scesa di fretta
Dal mezzo contorto
La scelta tua netta
Ha troncato il rapporto
L’amor che rattrista
L’hai lasciato alle spalle
Hai bloccato un tassista
Tra le macchine gialle
Hai lasciato la pena
Trascurando i rimani
Ora dormi serena
Abbracciata al domani
L’anonima scintilla
Lo sguardo che scintilla
Nell’anonimo presente
Il corpo che vacilla
Mi s’illumina la mente
Il sorriso che appare
Sul volto rabbuiato
Come notti di lampare
Di un sogno appagato
Il mio corpo si appressa
Senza volontà definita
La libertà concessa
La stretta infinita
La sua pelle di seta
A sfiorare il mio viso
Ad invocare il profeta
A liberare il sorriso
La sua bocca s’appressa
Tumida e Titubante
L’inaspettata promessa
Col mio cuore pulsante
Il sogno dismesso
Il sole a levante
Saliva leggero
Increspava la mente
Come assurdo pensiero
Sul mare d’incanto
tra luci cangianti
s’udiva il rimpianto
di pesci nuotanti
Solcava un veliero
coi toni ammalianti
Fendendo sì fiero
I flutti tremanti
Delfini lì accanto
Seguivan la scia
Facendo altrettanto
Indicando la via
Che portava alla fine
Dove vince il riflesso
Tra le bianche saline
Del sogno dismesso
Abbandono doloroso
Rivedendo il tuo volto
Al progredir della vita
Non mi sento sconvolto
A scoprir la infinita
Sorpresa di avere
Come un dì è già stato
Superato le scogliere
del ricordo rinato
Come fosse già ieri
Senza gli anni passati
Ritrovando i sentieri
Dei percorsi sognati
di quel tempo di gloria
che ti ha visto a me accanto
senza tempo né storia
come standoti affianco
come fuoco destato
Che bruciando a ritroso
rinverdisce spietato
l’abbandono doloroso