Stefano Tini
Poesie
Barchette di carta
Un soffio dell’animo
Ne sospinge il varo
Sul quel mare piccolo
Di bacinelle lucide.
Sono pensieri leggeri
Che escono dalle labbra
Sono piccoli regali
Che lasciano le dita.
Sono barchette di carta
Abbandonate alla vita
Sono le idee, le cose
Figlie della mente.
Pezzi del nostro tempo,
Riflessi delle emozioni,
Che si perdono
In un grande campo
Di variopinti fiori.
L’illusione di un segno
In infiniti messaggi
La ricerca di un’eco,
L’ipotesi remota
Di lasciare una traccia,
Di costruire qualcosa.
Basta poco
Basta poco in fondo
Per accendere la luce,
Per illuminare il mondo.
Un raggio di sole,
Un sorriso sincero,
Un gesto di pace.
Basta un attimo di silenzio
Un sguardo alla bellezza
Respirare la natura
Adagiarsi sulla sera.
Basta parlarsi sottovoce
Accorgersi degli occhi
Ricevere una carezza
Dipingere il mattino
Con un po’ di tenerezza.
Basta fermarsi un attimo
Sulla soglia del rancore
Fare un passo indietro
Per cambiare al giorno
Il senso ed il colore
Ho trovato
Ho trovato
Un piccolo diamante
Sulla la sponda
Del fiume.
Un orecchino
Con due gocce
Di luce,
Nell’argento,
Di un sorriso.
Stanotte
Il tuo viso
Ha illuminato
Ancora
I miei sogni,
Ed hai preso
La mia mano
Per camminare
Insieme.
Quella mano
Che vorrei
Sempre tenere,
Per ogni istante
Del tempo
Che ci è dato.
Quella mano
Che conosco,
Che mi porterà
Lontano,
Oltre il bosco,
Finché gli occhi
Sbocceranno
Sui campi
Dipinti dai fiori,
Ed il sentiero
A ritroso
Di nuovo
Si accenderà
Della luce
Dell’adolescenza.
E sarai tu presenza,
Cosicché potrò tagliare
Il lungo filo aggrovigliato
Sulle alte mura
Della prigione
Della mia assenza.
Stefano Tini
2 marzo 2021
6:18 am
Poco a poco
E a poco a poco,
il giorno se ne va,
dissolvendo il cielo
in un grande mare grigio.
Tra le gocce che bagnano
I vetri delle finestre,
già si scorgono
le prime luci della sera.
I grandi abeti della collina
giacciono in silenzio,
Immobili, quieti,
e fradici di pioggia
caduta nel breve pomeriggio.
E a poco a poco
il giorno se ne va,
ed i pensieri scendono
nella mente degli uomini,
mentre le prime luci della sera
fanno risplendere
le gocce di pioggia,
sui vetri alle finestre.
( da “Alla ricerca dell’esistenza perduta” dicembre 1983 – aprile 1984)
Cinque lettere
Apro la soffitta
Della mia mente,
Dove si ferma il tempo,
Dove guardo
Tenersi per mano
Passato e presente.
Dove posso rinunciare
Ad essere cosciente,
Dove abbraccio il sogno
Ed incontro chi da sempre
È luce nei miei occhi.
E scrivo, scrivo
Tra il il ricordo
Del profumo
Di certe sere
Morbide di maggio,
Che oramai
Non sento più.
I miei occhi
Ora sono stanchi
E io mi domando,
Ancor di più,
Se a salvarmi
Basterà la timidezza
Quando un giorno
Arriveró lassù.
Perché forse
Le cose erano semplici
Come piccole fantasie,
Perché in fondo
Il cuore ha bisogno
Solo di piccole geometrie,
Perché forse
Sarebbe bastato
Scrivere
Cinque lettere
In due parole,
Invece di cento
Inutili poesie.
Stefano Tini
17 gennaio 2021
23:42 pm