AMORE NIVEO

Brina d’inverno, freddo mattino,
Gelo irrisorio sul vostro cammino.
Stelle di neve fioccan dal cielo,
Non toccan la chioma perché lei porta il velo.
Uomo che amore nel suo cuore tu scorgi,
Gioiosa la rendi ché la mano le porgi.
Or che godete di gioia imbiancata,
A voi l’augurio di una vita incantata.

Adriana La Forgia


 [Baco da] Seta

Soffice alCova del più sommo empireo,
Mi prese la bRezza al cui canto mi desto,
Con grazia mi posE su di un candido alveo
Che Di quelli lambiti l’è il suolo più casto.

M’invase l’oceanO di un attimo ignoto,
Fra le Dita m’irruppero i fiori di Kyoto,
Sul collo correvano dolcI i ruscelli,
E udii presto le note d’idilliAci fringuelli.

Calò il Mezzogiorno e scese la sera,
La lunA marmorea mi pose l’antera
E mi fecondò gli occhi perchè [io] troppo austeRa.

E Tremando, mi accorsi dei boschi nel lume
Cullati dal dolce sospIro di un fiume.


LOTO

Loto. Fresco germoglio, essenza di vita
Giovane entità di purezza inviolata.

Falciami straniera, sradicami passante
Portami a conoscere la più nobile tra le lande.

Svendimi al primo mercante di stelle
M’innalzerò all’etere, ascolterò storie
E dopo aver banchettato con codeste memorie
Cadrò a sussurrarti le udite novelle.

Prendimi dunque, meteora sperduta
Adagiami informe su di uno spartito
Tesserò sinfonie che non hai mai udito
Ma non se m’imbevi i righi di cicuta…

…Morta la nota, morto l’incanto
E non vi è l’antidoto per tale affronto,
Ma in te vedo il buono, leggo il rammarico
E ti stilla dagli occhi una lacrima d’arsenico.

Posatosi il metallo sul tuo palmo vuoto,
Rinasco io,
Ciò che fui. Ciò che sono. Loto.

Adriana La Forgia