Il problema del palo

Via Toledo ore 5 di un pomeriggio affollato:

Davanti a me c’è un palo
d’albero o di semaforo o poco importa
c’è: ed io devo passare oltre
devo perché: devo, non c’è altro parametro in gioco
Ed il problema è passerò alla destra
o alla sinistra di esso?
La risposta è : è del tutto indifferente
ed in pratica, andando a verificare,
del tutto indifferente sarebbe se non fosse per dei se
io che devo
non avendo motivo di fare una scelta,
ebbene non sceglierei, ed andrei a sbattere
e poiché oltre quel palo ce ne sono altri ed altri
continuerei a sbattere ed a sbattere
Il fatto è che ci sono i se non fosse:
se non fosse per un gatto nero
se non fosse per una buccia di mela
se non fosse per una veste alzata dal vento
se non fosse per tutto quello che una pensa
e non scrive perché la fantasia va troppo di fretta.
Per cui io che sono passato, già volte
e sono, passato senza spaccarmi in due non ho idea di come io abbia fatto,
ed a dir il vero nemmeno so
dire perché – io devo –
Perché se devo perché obbligato a farlo,
non sono io che scrivo
Se devo perché voglio, nemmeno sono io che voglio;
come posso volere, io
che neanche davanti ad un palo
so scegliere la sinistra alla destra o viceversa?
Come posso io fare scelte più grosse?
La verità è che forse il mondo è fatto di pali
che si dividono : in quelli fermi ed in quelli mossi.

Aldo Mazzei


A GIO’

Quanto amai di te la tua pronuncia,
quanto amai di te: le tue labbra
quanto e quanto.
Quando a piedi Nudi indovinavi la vasca, l’anno, il mese.
Scaduto, scandita la tua pronuncia
e Volente e Veritiera
la tua bocca: il paradiso è in te in uno stato di abbandono
abbondante d’acque
dietro di te
dietro di te.
Acqua, sole, fuoco restano parole.
Di te: hanno suono ed anima: si rianima il mio vocabolario
……che in Te si scolora………

Aldo Mazzei


Il rifiuto

Se incontro una ragazza carina e dico: “Sii buona, vieni con me!”
E lei mi oltrepassa senza far parola, il suo silenzio significa:
“Tu non sei un duca dal nome alato, un americano
imponente dai tratti di pellerossa, con calmi occhi orizzontali,
la pelle tonificata dall’aria delle praterie e dai fiumi
che le traversano , non hai viaggiato fino ai grandi laghi,
che non so dove siano, non sei stato sulle loro acque.
Perché una ragazza come me dovrebbe seguirti?”

“Tu dimentichi che non stai scivolando sulla strada mollemente
cullata da un’automobile. Non vedo i signori del seguito,
strizzarti nei loro abiti, mentre, mormorando benedizioni,
ti accompagno in semicerchio; il tuo seno è contenuto
con modestia nel busto, ma coscia ed anca si rifanno di
quella castigatezza; indossi un abito di taffetà pieghettato,
un modello che ci piacque tanto l’autunno scorso, e ciò malgrado
hai il coraggio, a volte, di sorridere, con questo pericolo mortale indosso”.

“Si, abbiamo ragione entrambi, e per non essere convinti
senza remissione, sarà meglio che ciascuno vada a casa
per conto proprio”.

Aldo Mazzei