Amanti

E come fuggiaschi
di notte ,
percorriamo i sogni,
bacianti e combacianti
L’uno sul pensiero dell’altro
.quanto lontano è il sogno ..
che ci ha resi liberi di non nominar
il nome dell’altrui compagno
nella oscura notte…
Quanto lontano e’ il giorno
che ci rende schiavi al mattino
al levar del sole.


Ginevra

Vita ….
Ancor prima di essere un attimo
lungo …. Profondo …. Indissolubile
Tu che nasci dal seme acerbo.
Voluto o non voluto,
Tu che cresci nel mio grembo.
Ed ora succhi dai miei seni gonfi…
Tu che sentì ogni aspettativa e
Guardi con occhi che sembrano spenti..,,
Non lasciarti soggiogare
dal mio sentire te come un prolungamento.
Non lasciarti imprigionare da una mia aspettativa…
Perché tu sei vita .. Non vita mia.


UNA STORIA SEMPLICE

Sono annoiata, stesa su di una sdraio , in una calda estate 2014 non so bene quali sono gli obbiettivi che dovrò raggiungere ma mi sono chiare le cose che non voglio più facciano parte della mia vita.

Così resto in attesa di vivermi un’avventura, un emozione, una qualsiasi cosa che possa darmi uno spiraglio di voglia di spezzare questa ossessionante abitudine alla vita …un po’ smorta o un po’ morta per meglio dire.

Ahhhhhhhhh che estate pioggia sole…sole e pioggia e mentre lamentavo a me stessa un’altra estate fiacca arrivava da lontano la signora

Brunetti con passo lento e deciso verso la spiaggia e presso il mio ombrellone.

“Desideri un caffè cara” mi disse.

“ Si” le ho risposto e contemporaneamente mi sono alzata per salutarla e mi sono diretta al bar del lido per ritirare il mio amaro o dolce caffè.

Ci siamo sedute accanto per il piacere di fumare una sigaretta e fare una semplice chiacchierata.
Ma ha iniziato a narrarmi la sua storia così d’improvviso e senza preavviso come se mi avesse letto negli occhi la voglia di evasione ,la voglia di perdizione nell’irregolarità di una vita piatta.

“Era il 1957 scendevo dal vaporetto proveniente da Capri, dove ero stata a villeggiare e mio padre aveva fittato una casa per l’intero anno (All’epoca ero una simpatica ed energica ragazzina di 20 anni,
piena di vita e con una irremovibile forza di fare, eh si fare).Le mie amiche che erano con me aspettavano tutte il passaggio chi da un amico ,chi da un parente. Io ero senza alcun passaggio dovevo tornare a casa esattamente in via Petrarca”

Si interrompe il racconto quando sentiamo gridare da lontano “Alice ,Alice” .

E’ il marito di Alice ,l’avvocato Brigante che scende con fare simpatico verso la sua signora ,mi saluta cortesemente con il suo accento un po’ aristocratico e la sua simpatica erre moscia.

Si accomoda alla sdraio e beve anche lui un caffè, poi andando verso riva si rivolge ad Alice dicendole:

“Scendi con me a mare ,dai, mi bagno un attimo e poi risaliamo”

Allora lei si alza lo segue mi fa un occhiolino si avvicina la mio orecchio e silenziosamente mi dice: “Continuiamo dopo cara”.

Immediatamente dopo pochi minuti erano saliti entrambi si erano velocemente asciugati e lei mi si era seduta accanto nuovamente come se l’intervallo del bagno non fosse mai avvenuto ed ha continuato:

“Mi incamminai” ti dicevo “da via Petrarca per andare a casa in via Elena ,attuale via Gramsci ,quando incontro un amico per caso con la vespa al quale chiedo gentilmente un passaggio ma non mi ero accorta che aveva una ruota bucata. Così gentilmente mi presenta l’amico in sella alla sua moto che stava con lui ,il quale si propone gentilmente di accompagnarmi ,ovviamente cara non mi so no rifiutata.

Giunti a casa mi ha proposto un altro incontro e ci vedemmo ancora altre volte. Allora non eravamo impegnati ne io nè lui .

Ho scoperto solo in seguito che i nostri genitori erano amici e credo non si sono neanche opposti ai nostri incontri nonostante mio padre fosse un tipo abbastanza severo e per deformazione professionale un uomo come si suol dire tutto di un pezzo.

Nell’anno che seguì i nostri incontri furono sistematici e regolari ,mi portò a vedere posti a me nuovi;
promontori a bacoli in estate e incantevoli posti di Napoli in inverno con cene, feste, ed tanto altro.

Ma sai cara non sono mai stata un tipo facile e la sua gelosia e la sua ossessione per me mi resero ben presto stanca tanto da lasciarlo solo dopo un anno.

Ognuno prese la sua strada ma non per molto.”

Fummo nuovamente interrotti dall’arrivo dei miei genitori al lido. E la signora Adele dovette fermarsi ancora ,faceva un po’ caldo e pensai bene di farmi un bel bagno prima che le nuvole potessero fare ritorno. Ma intanto riflettevo nel frangente pensando alla mia interminabile solitudine e alle tante storie che ognuno di noi ha.

Passò circa un ora e avevo desiderio di sapere come fosse continuata la storia, aveva sicuramente un risvolto enigmatico o forse avevo solo il desiderio che lo avesse …non so.

Ritornò Adele al posto di combattimento e continuò la sua storia.

“Allora dicevamo ,sai il bello deve ancora venire”.

Era proprio quello che mi aspettavo mi dicesse attendevo il famoso retroscena.

“Dopo qualche tempo, era ormai il 1958, ci rincontrammo per caso se e scoprì che si era sposato e tornava di lì a poco dal suo viaggio di nozze, lo salutai cordialmente e parlammo a lungo quel pomeriggio. mi raccontò che era morto il padre e che aveva sofferto molto. Mi chiese di poterci vedere ancora ma non avevo nessuna intenzione di continuare una storia oltretutto con un uomo sposato. Ma lui era deciso a non mollare. Mi chiesi molte volte nei lunghi anni perché lui volle ancora vedermi, la risposta ovvia fu per amore.

Ogni tanto ci incontravamo e la passione era sempre la stessa ma non ho mai pensato davvero lui fosse il mio uomo ideale o il grande amore eppure il suo modo deciso non mi ha permesso di poter avere una storia seria e decisiva nella mia vita.

Ho iniziato a frequentare altri uomini tra cui un ufficiale dei carabinieri allora di appartenenza alla zona Secondigliano al quale mi tentai di affezionare ma la presenza costante di Bruno Brigante era così invadente da farmi destare dal continuare la storia.

Pensa mia cara” mi disse con aria affannata “ che un giorno tornando con la mia macchina dall’incontro con l’ufficiale lui mi seguì con la moto mi fece accostare mi tirò fuori dal veicolo e si mise alla guida lasciandomi a piedi. Che folle uomo lui poteva tutto, sposarsi ed altro ed io non avevo neanche il diritto di farmi una vita.

Incominciai a frequentare alcuni circoli “Canottieri e Stampe” ad andare a qualche serata importante.

Lui intanto aveva avuto due figli. Fui sempre felice per lui e gli sono stata sempre accanto ma avevo bisogno comunque di avere un futuro una famiglia.

Andai a vivere a Sorrento ,per il trasferimento di mio padre, e non ci fu sera che non venne a trovarmi durante la settimana. La domenica non esisteva per nessuno se non per la sua famiglia e questo mi faceva soffrire non tanto perché fossi gelosa ,ormai a dire il vero ero rassegnata, ma perché la cosa assurda era che mi impediva di uscire quando lui non ci fosse e la vera assurdità ero io.

Eh già io perché in fondo seguivo le sue folli richieste.”

Fummo nuovamente interrotti erano quasi le 14,15 e la chiamavano per il pranzo fu cordiale ,ammicco nuovamente e disse accontento lo stomaco e mio marito e torno a finire la storia assurda che stai sentendo. Risi ,Adele è una donna simpatica ed energica ma la verità è che lei aveva una gran voglia di raccontarsi e devo ammettere che non mi sono mai annoiata nell’ascoltarla e tra il fumo della mia sigaretta e i miei pensieri rivolti soprattutto allo squarcio della mia vita ho atteso la conclusione di una storia che aveva l’aria di essere d’amore ma solo poi ho capito che in fondo aveva anche un sapore amaro e un pizzico di malinconia di un vissuto non vissuto poi troppo tranquillamente fatto comunque di sacrifici e sofferenza.

Intanto mi squillò il telefono era Roberto , il mio amante ,il mio amico. Anche io vivevo una storia parallela, a volte mi domando se la monogamia esiste ancora o sei in fondo gli umani sono così imperfetti da non riuscire mai a capire in tempo chi può sostenere la frenesia del così detto amore passionale…..meglio voglio dire ,poiché alla lettura mi suona male, perché non riusciamo mai a capire in tempo cosa desideriamo e scegliamo per noi il compagno o la compagnia meno idonea e tutt’altro che giusta.

Che pensiero straordinariamente contorno ho citato, sarà che quando si parla d’amore non ci è mai chiaro nulla ne nel descriverlo né nel viverlo.

E nel mentre i pensieri mi assopivano e gli occhi mi si chiudevano per il sonno Adele fu già di ritorno trepidante e felice nel poter continuare.

“Vuoi un altro caffè cara?” avvicinandosi mi chiese.

“ Si Adele ne ho bisogno” mi alzai per andare a prenderlo al bar ma lei fu così gentile da avermelo già portato ne bevvi un sorso e poi un altro mi accesi una sigaretta mi sedetti e le dissi: “sono proprio curiosa di sapere come sei arrivata ad essere ciò che oggi vedo”

“Allora non ti meraviglierò ma ti darò solo lo spunto per riflettere su ciò che tu puoi diventare”

Mi rispose come se il suo racconto andasse a parare la mia vita e apprezzai quel giorno casuale perché avevo ritenuto noioso ma che in verità tutto fuorchè noioso era diventato.

“I figli crescevano e la relazione andava avanti anche se io mi intrattenni per un periodo più o meno lungo in un’altra relazione. Avevo conosciuto un uomo che viveva a Roma era un ingegnere e devo dire forse persi anche la testa spesso andavo da lui a Roma fino a desiderare di trasferirmi lì. Presi posto come avvocato di una ditta e incominciai a sentirmi più libera ed autonoma quasi a prendere la decisione di chiudere una storia che mi aveva decisamente tormentato in questi anni ma che soprattutto mi aveva spezzato le cosce sentimentalmente.

Un pomeriggio dovetti recarmi in azienda per un appuntamento ma dal mio specchietto retrovisore della mia piccola cinquecento vidi d’improvviso ancora lui. Accostai e lui si fermo dietro me scese dalla mia macchina e mi chiese con fare imperativo di ritornare a Napoli .

Sai non avevo nessuna voglia ma anche questa volta non conosco la motivazione vera feci come lui mi disse diedi le dimissioni e ritornai a

Napoli, dove poi in seguito mi assunse nel suo studio.

Tempo dopo morì mio padre di infarto ed io ero sola, mia sorella era in brasile in tournée con mia madre poiché era una grande ballerina del

San Carlo e mio fratello viveva in Sicilia.

Nella solitudine lui mi fu accanto e mi aiutò molto ,gli sono sempre grata di questo, per me mio padre era il mio punto saldo ,il mio grande uomo.”

La interruppi chiedendomi “Ma tua madre non soffrì non avendolo visto un ultima volta?”.

“OH SI! Cara anche la storia di mio padre e mia madre è una storia strana.”

“Cioè?” volevo sapere anche questa storia ma dovette essere breve o non avremmo potuto ,per tempo riuscire a concludere la sua storia.

“ Cioè mia madre aveva una sorella che morì dopo il viaggio di nozze la quale era sposata con mio padre e quindi mia madre per affetto poiché le era rimasto accanto lo aveva sposato con la benedizione o per meglio dire insistenza dei suo genitori nonché miei nonni.

Sai anche mia madre come me era una donna dalle abitudini strane e per l’epoca troppo fuori dal suo mondo.

Ma questa è un’altra storia te ne parlerò se potrò in seguito.

Dicevo… Dio dove eravamo rimasti cara?”

“ Adele alla morte di tuo padre” Risposi.

“Ah si vero ,la mia nota dolente!…” Si soffermo un istante. Ed attesi quell’istante come se fosse un eternità.

“La nostra storia andò avanti fino a che un triste evento nella sua casa si abbatté.

La moglie si ammalò di tumore e dopo tormentati andirivieni da ospedali vari nel 1995 morì.

Non fui contenta anzi mi dispiacque molto per lui ma soprattutto per i figli. La relazione continuò anche se con difficoltà e soprattutto i figli stessi non mi presero di buon occhio.

Ebbi però il loro benestare in seguito quando fu chiarito tutto e loro divennero i miei testimoni 10 anni dopo nel 2005 quando mi sposai in municipio a Posillipo.

Oggi siamo sposati e sono una donna serena.”

Avevo pensato ad un finale sicuramente più tragico come poi tutte le mie fantasie su una qualsiasi storia d’amore, invece le cose sono semplici e come lei mi fece notare oltre alla volontà il destino incide molto; forse era proprio quello che oggi vedo in loro una coppia serena e senile.

Sono stata contenta nell’ascoltarla mi ha dato spunto a scrivere una storia, una breve ed intensa storia che forse un giorno chissà potrò rileggere pubblicata in una qualsiasi casa editrice.

Ma sono soprattutto felice di sapere che le storie ordinarie non esistono in fondo e che l’insegnamento che ci danno non è…. “E vissero felice e contenti”.. ma credo sia ,come la citazione di un film famoso di Massimo Troisi , : “E vissero!”.

Le innumerevoli storie a cui assisto non sono altro che un prolungamento di altre storie che si intrecciano ma la vita è questa.

La gente si sposa da alla luce figli ,si lascia….sta insieme ma poi realmente non ci sta ,qualcuno convive e qualcun altro vedendolo da lontano mano nella mano immagini di loro siano innamorati chissà da quanti anni invece sono solo amanti o peggio conoscenti…. forse il giorno dopo non si conosceranno neanche più.

Poi a volte qualcuno è diviso e, soffre e vorrebbe condividere almeno solo una cena con una lui o una lei ma non può, e qualcun’altro divide il letto ma non vorrebbe neanche condividere una miserabile chiacchiera innocente.

Quante storie strane conosciamo, ma facciamo finta non ci appartengono e ci stupiamo nel vedere un vicino di casa o un amico o meglio ancora un parente che vive la propria storia diversamente normale.

Poi un giorno capita a te e ti crei tremila scuse da dare o da inventare semplicemente per uno stupido senso di colpa, quello stesso che ci accompagna fin da quando siamo moralmente puri ,infantili e senza pregiudizio…. insomma fin da bambini.

Crediamo sia così facile uscire da certi stereotipi, che ci infiliamo in situazioni anomale pensando “E che sarà mai” ed invece è proprio come sarà…difficile e complicato capire ed essere capiti .

Ipocriti! Il giorno prima proprio con un’amica lo abbiamo giudicato quel tale comportamento, quello stesso che oggi tocca noi tenere sotto il proprio naso perché ci appartiene ,si perché ci è capitato. Proprio a noi si ..si a noi che non avremmo sbagliato mai fino a quel momento ,che puntavamo il dito.

Perché dunque la vita a volte noi la viviamo passivamente ed a volte ci vorrebbe una grande forza di volontà nel cercarla di vivere pienamente e consapevolmente ,nella convinzione che tutto fa parte di una splendida storia ma non solo d’amore …,ma semplicemente una storia e basta.

E’ sera sto cercando di trovare un po’ di pace il fumo della mia sigaretta mi appanna il foglio word del pc…. la storia è scritta la leggo e rileggo pensando di trovare il rebus della mia vita ,ma ho solo voglia di scrivere :”THE END”.