Il concerto della vita

E io altro non ero che una voce tra mille
in questo coro di anime che inneggia all’anima
del mondo

Ho il diritto di lanciare il mio urlo;
liberarlo alle forze dell’aria e del vento;
lasciarlo andare libero, così, ignara delle mete
a cui sopraggiunga, ignara dei porti
a cui approdi; delle terre che sovrasti, e dei suoli
su cui si lasci posare

Mi concedo la libertà di lanciare il mio urlo;
pur ammettendo di non saper decifrare intero
il suo senso arcano; pur consapevole
che racchiuda germogli e boccioli di segreti
sussurri, invisibili
rinforzi per rinvigorire l’anima del mondo
che ciascun di noi lasci fluir nella sua voce.


Io nell’aria che avanza

Scrivo
del mio Viaggio
Dell’aria nuova e insolita
che mi si infiltra nel cuore
Scrivo
volgendomi indietro al mio cammino
Lo ripercorre il mio cuore
Lo ripercorre il pensiero
E io tremo
Mi scuoto mi agito
E aria nuova d’impatto
raggela.

Poi in un soffio improvviso
mi coccola
Mi avviluppa e si rompono
i frammenti che il mio pensiero teneva incollati
alla buona
– colla ora inutile
che teneva assieme un abbozzo di facciata
visibilmente vulnerabile –

E ora un soffio nuovo che avvolge
nell’avvolgermi
mi ricompatta il sentire
Quei luoghi del cuore dove pensieri si fissano
si tengono ora stretti per mano
Il vento ha svelato l’inganno
che li teneva distanti
Il vento ha smosso i veli della falsità
che spadroneggiavano tra gli anfratti distinti
distanti
infine cupi
Il vento ha fatto sì che si incontrassero
Che un’aria di luce
manifestasse i veli inutili

E così il male indietreggia
ad ogni mio passo
ripercorso
nel tunnel del mio cuore e del mio ripensare
entro questo mio
tunnel buio
attraversante
la Luce.


Nel circolo polare

Un cielo profondo
che un lago or più non riflette
Luce di stelle, spedita dal tempo passato –
profondo ignoto sospeso – e in dono
misteriosa, soave ci appare. Commistione
di aneliti tra lei e il nostro sguardo.

E il lago è silente, è di ghiaccio
Ora piccoli fiocchi di neve vi cadono
E intanto una galassia assiste lontana
a un accumulo di miriadi di cristalli
su quella pellicola che era il suo specchio
e che ora è suolo che regge e trattiene
una moltitudine impalpabile.
E, in una continuità profonda
che la rende presente in eterno,
vi si rispecchia
in segreto.