Il sole, qui, a giugno, non tramonta

Siviglia accarezza il cielo,

con i teli stesi per coprire

le povere teste dei passanti,

con i funghi di las Setas per arrivare a vedere l’immensità.

Le cime gotiche, il cielo chiaro fino a tardi.

Noi con le bici pieghevoli,

percorriamo le vie intrecciate

e pedonali.

La mia amica, come un giaguaro mi guida

per quest’avventura che conosce bene,

vorrebbe restare ancorata lì,

le viene facile vivere.

Dalla cattedrale gotica dorata,

al deserto in discoteca, di persone e di sabbia

E speriamo di non aver sporcato i sandali

E la resaca a letto la mattina

E i profumi di curry dalla tromba delle scale.

La noia impossibile da gestire

qui è una dolce possibilità.

Tornami a trovare, ti prego.

Voglio tornare sì.

La vita difficile, qui è parcheggiata.

Grazie per aver creduto in me.


Ponti

Ad Amsterdam abbiamo fatto i turisti innamorati.

Ci siamo tenuti a distanza dalle persone,

senza entrare nel merito.

Senza spendere troppo.

Senza parlare troppo.

Ci hanno accolto ugualmente a braccia aperte.

Felici, equilibrati

Impossibile non aprire un sorriso.

Abbiamo pedalato come matti per tutti i vicoli, solo per vederli tutti.

E fotografarli tutti.

L’aria era crudele e umida.

Per fortuna che c’era zia Bob.

Ci siamo divisi una canna in tre e

non l’abbiamo nemmeno finita.

Il solito cliché inutile

Ci abbiamo provato, siamo stati bene.

Chi se ne importa del resto.


La gigante rossa

Di Roma, ho in tasca i biglietti del Palatino e del Colosseo.

Ma era difficile sentirsi romana. Al massimo cinese o tedesca.

Peccato che vivo lì da sette anni. E nei polmoni ne ho le prove.

La metro è uno scarafaggio.

E casa mia è un posacenere.

La notte solo è accogliente e mansueta.

Ti abbraccia e ti fa sentire euforico.

Non ce la faccio a diventare formica.