“Dalla Finestra”
Dalla finestra
colgo lo scorcio
di un tramonto giallo,
dipinto sulle pareti
del mio giardino d’autunno.
“Il Destino”
Il destino
lo incontri fuori la porta
ad attenderti sulle scale,
mentre le scendi lui le sale
e quando ormai non ci speravi,
si presenta per un miglior domani.
“Racconto Di Natale”
Il bianco richiamo della neve
che scende dal cielo in modo tenue
e dal suono lieve,
il calore di un focolare
leggendo un buon libro,
siano il racconto che accompagni le vostre feste di Natale.
“Campo Di Mimose”
Dischiudendo la tenda
la colpì
l’aulente visione
di un campo di mimose,
che le ricordò
di essere
donna eternamente.
“Veli Di Pianto”
Veli di pianto
sommersero il firmamento
ricoprendolo
di gocce battenti
di sentimento,
prima che giungesse dolente
il nascere lucente.
“La Sorgente Del Mio Respiro”
Tu che alimenti
le mie giornate
e disseti le mie notti,
sei la sorgente
che genera
il mio respiro crescente,
ed ancora la mia voglia
che germoglia nella tua.
“Al chiaro di nebbia”
Al chiaro di nebbia
si sta in svariate notti
che precedono l’inverno,
e di un lilla cangiante tramuta confondendo,
il cielo fosco.
“Conoscersi”
Conoscere se stessi
conoscersi dentro,
anche senza uno specchio
con cui far trasparire
la nostra immagine all’esterno,
è uno scudo che ci difende
dalla paura di non riuscirsi a vedere,
dunque di non poter scorgere i propri visi,
e perciò contemporaneo
oltrepassa le soglie
dell’essere sovente esitanti.
“Confidenze”
Anche se svolgeva tutt’altro mestiere,
lei riusciva ad immaginare il suo confidente solo ed esclusivamente
come un angelo del fuoco,
che in tenuta eroica
viene in difesa di chi grida
nel cerchio insidioso dei pericoli,
persino con un sottil fil di voce clandestino.
“Nel soffio dell’atmosfera”
Nel soffio dell’atmosfera
dai sottofondi sonori,
tendo a perdermi
in ciò che potrà essere
di un domani autentico,
e quali frangenti vivrò se veri saranno,
una volta raggiunte sul chiudere
distanti lontananze.
“Una vaga presenza”
Accadono in me,
circostanze diurne oppure notturne
dove sento sfiorare la schiena
da un qualcosa che non c’è,
di cui però avverto una presenza vaga
che svanisce quando giro il capo per voltarmi, in tal modo l’interrogativo
si combina con la suggestione
dalla trasparente evidenza,
pur se andata smarrita tra i sensi illusori.