DIVENTO UN AUTUNNO DI CARNE

Ogni sera le stelle mi ricordano
che non ti ho dimenticato.
Così divento un autunno di carne,
un albero spoglio
e aspetto soltanto
che qualcuno soffi sul mio tronco.
E tremo di nostalgia per te
che sei una dolce lirica
e vorrei intonare ancora
un canto d’amore
sulla tua pelle chiara.
Ma il sole sorge
e mi porta via il tuo volto
e io resto sempre sola.
Forse è questo il segreto della mia vita:
io sono un povero tramonto dimenticato
che piange ogni giorno
e forse nessuno mi ama
perchè Dio stesso mi ha creata
per dipingerti sul petto
un amore tanto grande
che non posso condivedere
con nessun altro.


LUNA DI CARNE

Luna di carne
che mi hai dimenticata
una sera d’agosto,
cerbiatto bianco
che sei fuggito via
esperto di tradimenti.
Vorrei che tu fossi per me
il cordone del mio ventre.
Amore,
fa che io sia la madre
di tutti i tuoi tormenti
e lascia che ti recida
solo quando Dio annuncerà per me
un’alba bianca
che ti faccia vedere
le tenerezze che ti ho donato in silenzio,
che ti faccia udire
le parole che non ti ho detto
e che avrei dovuto regalarti.


DIVENTO SABBIA

Divento sabbia
quando scende la notte,
quando rido,
quando piango.
Quante volte ho guardato
senza vedere,
quante volte ho riso
senza ridere,
quanti anni ho vissuto
senza vivere.
Vorrei liberarmi dal pugno
che mi avvolge,
che mi ha rapita
e non mi fa ragionare.
Che sia il pugno dell’Amore?
Che nome dare ad esso?
Potrei attribuirgli il nome
di ciò che amo e temo:
potrei chiamarlo mare.
Ma divento sabbia,
di quella sabbia
che l’acqua seppellisce.
E io non posso tornare in superficie,
il mio cuore non sa nuotare.