CORTILE

La famiglia di mia mamma è cresciuta in un cortile, dove famiglie diverse condividevano nella semplicità e nella povertà le gioie della vita. Ora riguardando quel cortile piovono i ricordi anche se la vita passata lì non vive più.

 

Vocianti grida di bambini,

parole dialettali tra donne d’altri tempi,

squarci di rustici ormai diroccati,

erba verde, piante ben curate, terra fertile.

Cortile

hai visto crescere intere famiglie

nella povertà degli anni in cui il niente era di casa,

hai visto nascere figli innocenti

in famiglie che stentavano a portare a casa

un pezzo di futuro,

hai visto volare giovani in cielo

troppo presto perché la vita si prendeva gioco delle vite,

hai visto sì momenti di gioia,

sempre velati da un senso di nostalgica presenza,

hai visto partenze e arrivi inaspettati

restando la culla nella quale tornare durante le tempeste,

hai visto chiudere le porte di ogni casa

perché i pilastri del passato sono ora in un’altra dimora.

Cortile,

ora in silenzio ti osservo

e mi sembra di riascoltare

le vocianti grida di bambini,

le parole dialettali di quelle donne d’altri tempi.

Ma mi ritrovo ad osservare

rustici disabitati,

porte e finestre chiuse e silenziose,

erba seccata dal tempo,

piante ormai sradicate e terra arida.

Cortile …


 

UN DISEGNO DISUMANO

Il non-senso della guerra visto da un bambino.

Ancora bambino,

all’angolo del cortile

osservo

Maria, fuori dalla sua porta,

sempre aperta

rammenda calzini e grembiuli,

lenta, come lento

è il suo attendere

quel figlio tanto amato

che la guerra ora chiama

“DISPERSO”.

Osservo

Libero, nel suo orto,

a spaccar legna

che d’improvviso si blocca

quando un indesiderato messaggero

comunica

che la guerra il suo giovane fratello

ha ucciso.

Osservo

Barbara che riposa

al sole di quel giorno tanto strano

sul suo viso si fa timido

un velato sorriso.

Da lontano

in cortile giunge una flebile voce:

“Barbara… sono io, sono Mario”

Suo marito è tornato

ma il ritmo pesante

di una battaglia senza sento

ha mutato completamente il suo essere.

Ora è scarno, pallido, magro.

Ma quell’abbraccio sembra ridare vita

a quei visi così tristi e malinconici.

Ancora bambino,

all’angolo di quel cortile

sul mio disegno scrivo

calcando:

la guerra è brutta!

Sul volto di Maria

fa vivere un’angosciosa attesa

sul volto di Libero

ha sprigionato dolorose lacrime

sul volto di Mario

ha disegnato un uomo che non sarà mai più lo stesso.

E da bambino lì nell’angolo mi domando:

“Perché? Perché gli adulti

ancora non comprendono?”


 

LA CASA

Passare un giorno nella casa dove sei cresciuto, quando questa casa è vuota e osservare, ricordando …

 

Oggi tutto è silenzio perché voi non ci siete.

Osservo rigogliosi i fiori piantati con cura,

tutto ha un senso,

i colori, il verde, i massi che accompagnano le aiuole.

Osservo ordinato tutto ciò che sta intorno all’ingresso.

La casa è vuota, oggi, perché voi siete al mare.

E io mi godo quest’immagine come fosse un dipinto.

Non è bella, è vecchia, è padronale, è da ristrutturare.

Eppure oggi mi parla:

delle giornate intere a chiacchierare tra noi tre,

delle feste passate con tutta la famiglia riunita,

dei pianti del passato e del presente,

per ciò che la vita ci ha chiesto di vivere,

delle gioie del passato e del presente,

per ciò che la vita ci ha donato.

Oggi mi parla di voi:

della passione dell’orto del papà,

della passione dei fiori della mamma.

Entro.

È silenzio eppure tutto parla:

il divano e le poltrone che tu mamma con cura hai foderato,

le foto di tutti i nostri cari che sorridono e stan crescendo,

le foto dei cari che già abitano l’altro mondo,

la stanza dove lavori, mamma, e dove curi il camino, papà,

perché l’inverno mai sia gelido.

Salgo.

È silenzio eppure tutto parla:

le camere pronte per ospitare chi dal mare ogni tanto

ci viene a rallegrare le giornate,

la vostra camera che per quarantacinque anni ha visto

solamente amore, quello vero, quello fedele.

Mi guardo intorno fermo sulla scala,

e penso a quanto quelle mura mi hanno dato,

a quanto quelle mura hanno visto,

a quanto quelle mura hanno ascoltato.

Avrò sempre a cuore questo luogo isolato

ma al centro di tante esistenze.

Esco pensando che tempo fa un bimbo disse che in questa casa

potevi entrare senza chiedere il permesso.

È proprio così, voi l’avete resa tale.

Una casa accogliente come accogliente è il vostro cuore.

Una casa per tutti, come per tutti siete voi.