Poesie
The End
Spigoli di rocce
spiragli di cielo
spremute di neve
riccioli di vento
attorcigliati
sogni schiantati
di velluto
barattati
con gocce
moribonde
di rugiada
…poi la nebbia
avvolge tutto
il cuore accelera
cerca sollievo
Corre corre corre
Ha scordato tutto
Quel viso
amorevole
di mamma
This is
The End.
D’istanti
Lampi
bagliori magici
all’orizzonte
un tonfo sordo
uno scroscio
sulla finestra
Gente
formiche
scappano via
Dall’alto
pare festa
Ballano ritmati
dalle luci intermittenti
splash splash
un ombrello si apre
poi due tre quattro…
All’improvviso
il silenzio
terribile compagno
un rumore
assordante
trema tutto
Questione d’istanti
Distanti io e te
come quel lampo
e come quel tuono
Uno troppo veloce
l’altro troppo forte.
In-quieto vivere
Ho visto uno spettro
dilaniato dal dolore
incapace di pensare
senza dimora né pace
Scacciato dall’inferno
Schiacciato dal rimpianto
Strappato all’amata.
Di un bacio appassionato
solo il profumo
Di una carezza d’affetto
solo il colore
Ho visto uno spettro
ridere sguaiato
di teneri innamorati
mano nella mano
Quel sapore dolciastro
sputando pozzanghere
di coccole
e di cuori.
Illusi dice il fantasma
Nessuno però lo sente
L’ombra non esiste
Solo lacrime
specchi deformi
di quand’era gioia
Ho visto uno spettro
si cibava di se stesso
ma non moriva.
Profondo oblio
Sbatto le ali
contro la finestra
chiusa
Nessuno ode
un’anima che muore
piano
E’ come neve
che quando gela
uccide
Imprigionata
s’agita confusa
e spira
Liberata cade
in un vulcano
spento
E resta ghiaccio
Lacrime
ormai cristallo
Se le calpesti
non resta nulla
solo l’impronta
di chi
una vita
non l’aveva ordinata
ma gli è stata data
E poi è esplosa
disintegrata
dall’oblio.
Diapositiva di un amore
Il mare lo sfondo perfetto.
Per l’amore.
Perché infinito
a tratti calmo
un attimo dopo agitato.
Perché abbandonarsi al suo cullare
è dolce come morire.
Perché solo se guardi molto lontano
scorgi l’orizzonte.
Che chiude i tuoi occhi
Ma non il tuo pensiero.
Non c’è limite a quell’oceano.
Tranne uno
Che poi finisce.
E non c’è spazio per altro
Neanche per tornare indietro.
Sono così i veri Amori.
Finiscono sempre.
Se continuano sono stati veri
Non corteggi chi è già tuo
Non vivi l’attimo in funzione del suo sguardo
Non più.
Il cuore smette di batterti forte
Urli
Piangi
Ti disperi
Diventa una prigione
ciò che prima era illimitato.
Del Piacere e del Dolore
E poi venne il tempo delle castagne
Del sole timido
Delle foglie impolverate
Degli alberi nudi
A tratti scheletrici
Del tepore di un camino
Di un comignolo fumante
Del cielo bianco
e senza speranze
Umido e distante
Macchiato di raggi
Di sciarpe e cappotti
Nebbia e tè caldo
Di bar affollati e appannati
Di arrivi e partenze
Studenti e persone
Di fumo e passioni
Di amanti traditi
Tenebre dolci
Di destini infreddoliti
e mani nelle tasche
Di persiane spazzate
e balconi inabitati
Di città spogliate
da formiche invadenti
Resta solo l’autunno
strappati al piacere
legati al dolore.
Il poeta triste
Un poeta triste
sa quando attraversare il ponte
mentre sotto il fiume sale
Andrà oltre le parole
si barricherà dentro lacrime
come scialuppe
Quelle parole pesanti non dette
abbatteranno il ponte
Macigni frane
l’acqua arrabbiata
Dalle ciglia assenti
battiti remoti
Alla fine della tempesta
arriverà la quiete
dell’aver amato
E allora un poeta triste
riempirà quaderni
svuotando il suo cuore.
Guardando te
che ti sistemi i capelli
una frase gelata
non si scongelerà
neanche una volta
Resta
un attimo ancora sul cuore
se metti la mano lo senti
mormora piano
Ti amo.