Pazienza

Il telefono afferra un sussurro

lontano, piano stimola il diaframma

e diffonde, paziente, un raggio di sole;

lungo le vertebre ride una lacrime

elettrica, lenta libido, nascosta

nel suggerimento del solido tempo qua intorno.

Passeggiamo, non scrivo una riga

da quando ho imparato a parlare

– da quando sono cauto.

L’asfodelo è ridicolo, l’edera

tragica, il cielo mi pare l’unica tela;

se hai sete: bevi, non esitare,

se è bello un miracolo bisogna decidersi

e farci un po’ male, ma solo per gioco.

Il latte inzuppa il sospetto più morbido,

le uova le rompe un sorriso, il pane

è fragrante fin quando sei solo.

Fiorendo, il calore asciuga le gote

e ti supplico, amico, di rugiada

non essere avido!

Delicata libertà dal prendersi sul serio

mi sembra giocare al dolce mondo complicato.


 

Senza titolo

I

Vorrei estendere lo sguardo oltre il ponte delle sopracciglia; sono giganti. I fenomeni non mi appartengono, i loro fantasmi non tormentano il mio respiro. Un soffio nel tempio della mia persona crea storie che non è possibile dire né pensare; rende molto complicato fingermi nei fini. Silenziosamente appare ogni domanda, ogni domanda racconta se stessa: il suo svolgersi si sceglie tramite le cose mentre le crea: sono tocchi gentili che aprono finestre, sono lo spirito delle lenti nei telescopi. Prima del bene e del male c’è qualcosa. Quando qualcuno se ne accorse, chiese chi ce l’aveva messo: era sicuro che avrebbe potuto ricondurne l’autore a se stesso. Proprio non si voleva persuadere di essere accidentalmente, così si appropriò del qualcosa; il passo fu breve: dal possesso alla paternità in un baleno. La mia apertura è inchiostro – al posticcio servizio della fruizione di ognuno. Secondo la verità dello sguardo che si regala confezionato per essere libero, mi profondo nel foglio: auguri.

 

II

E’ proprio vero? dunque crei.

E’ vero, credo, se nulla vi si oppone.

Non c’è qualcosa cui niente si oppone; ovvero al nulla si oppone qualcosa?

Non so, non so.

Dunque ti opponi.

Il nulla – per parte sua – non si oppone di certo. Io ho ottenuto di essere qualcosa.

Quando?

Non saprei dire, né mi pare di avere potere di interessarmene.

Lasciati andare: non ti opporre.

 

III

Saliva di seta, stesa al sole; fitta quiete condita di luce, sinfonica. Così serenamente bella perché ripugnante di notte. Al freddo, sembra non necessitare di energia. Il suo significato si instaura, una volta colto, nella sottile polarità del campo visivo di ognuno: filtrando, si dirama nei corpi coscienti di lei. Prendimi per mano; infrangi le velleità produttrici e con fatica conducimi nel tunnel della sintesi: a patto di usarti, ardendo, come una candela. Sei sciatta per qualificarmi, o cosa? Devo respirare, innanzi tutto; la musica delle cose ci aiuta a godere di una successione fluente, tu a tratti sei muta. In quei momenti, sei una finestra aperta.

 

IV

E’ l’illusione dipinta: una voragine disegnata su una lastra. Un pannello; metallico, forse – tuttavia impenetrabile. Sei pervasa da una passione come un’onda a due lunghezze.

La prima è inevitabilmente attratta dal buco; penetrando, vi si perde – e perdendosi pulsa in un anelito insaziabile di compimento.

Il dolore è ossessivo.

La seconda si avvede dell’inganno: mortificata, ha perso per sempre la speranza; giace, inetta, dubitando del dubbio e di se stessa.

Il dolore è graffiante.

Quale gramo segreto vela l’armonia delle cose?

Se è un’eccedenza, è impermanente.

 

V

“La pace è impermanenza”. Il peso di fingerti leggera nella verità, questo mi attanaglia. Il paradosso mi pare la via più gustosa di non contraddirmi ragionevolmente. Senti come dei fili incolori a sollevarti da te, a uscire fuori dalla realtà per amarla tutta, veramente. L’ebbrezza di unirsi come il crine e le corde, la beata volontà che asseconda ogni bisogno. Meditando e pregando offuschi la soluzione, perché la ami. La tua relazione con essa è consapevolmente asimmetrica, salda finché te ne ricordi. Accompagnamoci: rallenteremo se avremo fretta. Lascio che tu e le cose danziate; ogni dolce piroetta è una fotografia che ci avvicina. La vostra verità giace dormiente: danzando alzate i veli che la ricoprono – istanti di benedetta comunione. La storia oltrepassa il dominio della relazione con il piacere vero: quello impermanente.

 

VI

Ascolta.

C’è silenzio: il tuo corpo è uno specchio di carne. Felicità, volontà torrenziale è regalarmi a te; le tue generose cure, il rispetto. Sono io davvero se sei tu a volerlo, se la notte avvolge il mito, se sei dea e strega ed eroina. Ascolto la potenza di una vibrazione delicata, un battito di seta e la contemplazione viva mentre ora –proprio ora!- siamo dappertutto. Esasperando attimi pieni sono nato, mi hai partorito: sono un parto del tuo volere in me compiuto. Ora ho bisogno di tutta la realtà; l’amo, perché mi hai insegnato a non fagocitarla. Hai schiuso il mio respiro. Considero, aggrottato, tutti i livelli.

Nel tuo palmo chiudo gli occhi, sciolgo la ragione; sento odore di magia.


 

Beneath the door                    Lo spiraglio

 

Soar free fellow                                                          Libero, amico, ti libri

along a path                                                                lungo un sentiero

 

breathe briefly                                                           respira appena,

inflating your concerns                                              gonfiando i tuoi affanni

with sibling eyes’                                                        con lucide ragioni

engine reasons                                                            di occhi fratelli

 

effusive dare you to be                                              osa non esplodere

volcano                                                                         vulcano

feed the bred rocks                                                    nutri le tue rocciose creature

 

greed does not merge                                                non si mischia cupidigia

with my clay face                                                       alla mia faccia d’argilla

nor a tune I deserve                                                  né una melodia che merito

plays the nightingale                                                 canta l’usignolo

 

at a flesh feast                                                            ad un banchetto di membra

may you not be invited                                             possa tu non essere invitato

dear steel-chest slave                                            mio caro schiavo petto-d’-acciaio

 

step nearby nephew                                                  attendi a lato, nipote

of mortality                                                                 dei mortali

plant the seeds                                                           pianta i semi

for a sought rest                                                         di un anelato riposo

but cry.                                                                         e piangi.