Ultimo inverno

Giace nel giardino vuoto.
I rami riarsi
scarne mani di vecchio,
accarezza il mio sguardo svagato.
Nessun batter d’ali
né canto d’uccelli;
soffi, solo soffi
di uno scuro vento,
precedono il nulla.
Quell’albero,
spento e piegato,
dopo l’ultimo inverno
non avrà primavera.


Dovrò dimenticare

Non avverto i tuoi passi
nella casa del silenzio,
né pensieri indifferenti
incontrarsi
nelle notti insonni.
Ti lascerò morire
avvolta
nell’anima di un libro
che non spoglierò mai.
Amore inafferrabile,
sopra un letto spento
dove non sfioro più
il confine della tua pelle,
affonderò di te
il mio tempo.


Preghiera

Vorrei appendere
il burqa di questo mattino
e figurar l’aurora;
cantarti sulle note
di un vento sconosciuto
tra le torpide ombre
di barche stanche.
Vorrei ritrovarti
tra parole che mai s’incontreranno
mentre
solenne lirica d’onde
sullo scoglio cavo
canta il sole che piano affonda;
vorrei indossarti ai raggi
ogni domani.