Sembianze  

 

Voli lontani

rotanti

nell’aria secca e grezza,

come fluttuanti pensieri

di sogni, di volti,

di castelli solitari

e regge festanti.

 

Semplici trilli

in brumose e opache ore,

come luccicanti fessure

di palude schiumosa.

 

Nel tempo vischioso

di oggi,

procedere antico

di nuove avvizzite

sembianze.

 


Il ponte  

 

Il tempo che scorre

rapido e lento,

induce metamorfosi

allo sguardo.

 

Prima

del ponte

immagini,

di percorsi infiniti.

 

Oltre il ponte,

a ritroso,

minuscoli cammini

di istantanei traguardi.


Parole amiche

 

Indefinito è il momento

confuso lo spazio,

in cui

un sentire si fonde

in parole amiche.

Spesso ritorna

in frammenti spezzati,

l’antica impronta

di musiche armoniche;

nell’amnesia del tempo,

durate appena

l’esplosione di un lampo.

Non importa

definirne i contorni

o il permanere

della possibilità.

Sono parole infinite,

oltre le categorie

del limite,

sono parole amiche.


Foto dei ricordi

 

Quell’antica immagine,

oscura,

di luoghi luminosi,

di inebrianti sorrisi,

di giovani corpi

e slanci,

che muta ricompare,

tra tanti, in un giorno qualunque,

nelle mani mie, stanche e dolenti.

 

Quell’immagine nebulosa

e opaca,

di pensieri ridenti,

di sogni preziosi,

così, necessariamente,

di tanto in tanto

ricerco e vedo,

scatto remoto di

momento immortale,

per raccontarmi ora, ancora,

che allora c’ero, proprio là,

ovunque fossi.


Un tempo

 

Ricordo un tempo di baci alla mamma, limpidi

zampilli d’amore senza domande, senza confini.

Ricordo un tempo velato e strano di solitudini

e arcane paure, dove nell’inosservanza osservare.

Ricordo un tempo di inestricati fermenti,

come nell’emozione l’unico traghetto

verso oceani di sentimento.

Ricordo un tempo di sani progetti maturi

per divenire e stagnare, un tempo di bilanci e lanci

verso l’universo comune.

Ricordo un tempo, un tempo nero

e pure di luce cosparso.

Un tempo nel sogno di un altrove, proprio là

nel più forte consenso al presente.

Ricordo un tempo, dove già si dileguava

lento il tempo, dove purulenti sapori, ribollendo

in putride ferite, spruzzavano diffuse essenze

in albori di pace.

Ora è ancora un altro tempo, quello di sapori onnipotenti

che si inchinano là verso quieti lidi di ardenze lontane.

Ora è già un altro tempo, di insolite certezze

risucchiate dalla sabbia canuta e sottile

di incerte scadenze.

Ora è questo il tempo, quasi assente

nel vortice statico di obbligate lentezze.

Solo un alito grigio, di tanto in tanto

bizzarro, nello scorrere

deframmentati ruderi involontari

di pensieri e colori.