Vite parallele

Il cammino è l’unica cosa

che ci contraddistingue.

 

Un respiro:

amarezza.

È l’incontro che fa

la differenza. Difficile.

Paura: scelta: fuga.

 

Madre, dove inizia la felicità?

È questione di sensibilità.

Ammettere è difficile.

Non fuggirmi, ascoltami.

 

Madre, ho perso la speranza.

È questione di pazienza,

un orizzonte intercontinentale;

una vicina lontananza

che spezza l’amore:

lo rende insopportabile.

 

Madre, ho perso me stesso.

Basta seguire la tua

ombra. Sarà lei

a ricondurti alla tua

essenza.

 

Guarda avanti.

Guardo avanti.

È solo un attimo

l’eternità.

Mera ossessione?

Riesci a scorgerne

l’essenza?

 

È solo un attimo

lo spazio che ci divide.


Viaggio di mille miglia

Tra le imponenti serie di dune,

il caldo torrido,

le impreviste folate di vento,

li vedo: vedo uomini a testa bassa

camminare in fila indiana;

senza emozioni…

senza parlare.

Hanno sete.

Hanno caldo.

Non si godono la vista

di tale splendore:

camminano.

 

Ma il padre Sole è per loro nemico,

la madre Sabbia è per loro ostacolo.

 

Sembra non abbiano una meta;

in realtà,

non sono in grado di vederla.

 

Viaggio

Specchio,

specchio di vita: della mia vita.

Il mutuo susseguirsi di

calma e difficoltà…

…difficoltà e calma.

Vorrei raggiungerli per poterli aiutare

rinfrescarli, dissetarli.

 

Ma

è il loro Viaggio:

specchio, non essenza.

Viaggio di mille miglia.


Un tronco sulla riva

Da dove vieni, saggio tronco?

Che nuove mi porti?

 

Una vita vissuta nello sfarzo

d’una chioma color smeraldo;

Una vita vissuta tra i canti

di fringuelli gioiosi;

Una vita vissuta tra la rabbia

di un cielo turbato.

 

E ora eccoti nella morte:

solo, freddo, grigio,

martire di un viaggio desolato,

alla ricerca di un mondo che,

forse, non hai ancora trovato.

 

Ma tu te ne stai là,

in silenzio.

Perché non vuoi parlarmi?

 

Da dove vieni, saggio tronco?

Che nuove mi porti?


Incontro

Se l’amore verbo

divenire deve, chiudo

gli occhi, e ti rivivo:

 

Sento i tuoi capelli

carezzare le mie dita,

trasferire al mio corpo

una strana energia;

forse quello sbrilluccichio

osservabile nei tuoi occhi.

Cerchio (im)perfetto.

 

Caldo respiro che

sfiora la mia pelle,

morbidi morsi a

risvegliare l’orecchio;

umide labbra che

seguono le tue curve:

un sussulto.

 

«Baciami, baciami ancora.

Non fermarti».

 

L’averti qui

tra le mie braccia,

rappresenta un’emozione

indescrivibile;

e la mia penna divien

scipita estensione.

 

Come posso io descrivere

un bacio lungo un’emozione?


Alla Luna

Luce riflessa

sull’acqua la Luna.

A contenere la furia

imponenti gli scogli.

 

Lo spirito del mare

ha paura delle tenebre:

s’ingrossa.

 

la Luna sa, vede,

si commuove,

prova compassione;

rischiara con fare materno

la superficie dell’acqua

…mia pelle…

 

Mi calma,

mi consola.

Non mi infrango più

contro la scogliera:

insormontabile.

 

Mi calma,

mi consola.

Non mi gonfio più

della mia rabbia:

incontrollabile.

 

Dolce Luna,

mi offri le tue carezze,

mi cerchi tra le tenebre

baciami, baciami ancora!

Ti Amo

 

Hai calmato la mia anima,

la mia furia e la mia

sofferenza.


A Teresa

Tra queste mura,

cullato dalle onde,

sento sulla mia pelle

il principio del nostro

futuro… insieme.

 

Un senso di gioia

pervade le mie vene:

è questa la felicità?