IN QUEST’ETERNA PATRIA

Son nato qui, tra li sen d’una Madre di storia e di
vita che conta, tra fiocchi di Alpi e tra rive di mare,
ove erranti pòpoli e miti sposan pianure baciate
da un sole velato alle pendici di dormienti vulcani…
son cresciuto qui, sentendo parlàr d’una Patria d’inventori
e poeti, di guerre e armistizi, di ladri e d’onesti…
ho colto qui, da grandi immortali maestri,
l’essenza d’una Commedia o d’un Infinito,
lo suon d’un dolce fioccàr di chiose scandite
dall’Inno d’una stilo notturna,
l’idea di Creàr un’Italia coi suoi italiani…
ho qui respirato la tempra migrata d’eroi
passati, di gladiatori, di partigiani, di studenti ricolmi
di speme e invocanti a gran voce una pace di fine millennio…
ho respirato, sempre qui e pur oggi, la stessa
voglia di fàr d’altri eroi non affatto passati,
caduti per un ideale di giustizia eclissato dalle mani
di un sistema da sempre corrotto…
ho visto la fame, la rabbia, le ferite di vita su visi innocenti
mentre partivo per nuovi mondi incrociando
vittime di violenza che passavan li nostri mar alla
ricerca d’un futuro ricolmo di libertà…

Ho così viaggiato, colto e assaporato le arti che vivon
‘sta Terra, eppùr mai per niente, lo còr mio potrà
ai posteri spiegàr il perché sia voluto morìr qui,
tra le braccia e il calòr d’una Madre sì tanto cara.


NON TE N’ACCORGESTI MAI…

Così, pur stasera, mirando le pagine che serri tra
le fredde tue mani, indaghi curiosa per qual’altra
ispiratrice scrissi le mie seconde scritture…
quante volte dissi ch’eri l’unica che avrei amato?
Quante volte ti baciai sussurrando
d’amarti davvero?
Quante volte, la notte, confidai alle stelle
la tua sofferta mancanza e
a quante di loro confido tuttora che t’amo
e non riesco a smetter ancora di farlo?
Il tuo nome fu musa; il loro, quello semplice
di spettatrici ignare e condannate a veder
troppo tardi le lacrime oggi versate per te.
Ma, se, un dì, pur cadranno nel rimpianto
d’un’impossibilitata accortezza, allòr (si dirà)
restavan sempre splendenti bagliori
incapaci di coglier le vogliose richieste
per la sola lucente età che ci separava…
ma, di te, così tanto vicina ai miei occhi,
che si dirà di te?

Non in grado di frantumar la nostra
ingannevole distanza per la sol’assenza
di questa mia voce, che dirai?

Che dirai quando ti
accorgerai di ciò che non t’accorgesti mai?


ORA CHE HO TE

Ho cercato il tuo nome tra sentieri e montagne,
tra risvegli di sole ed echi di speme;
ho cercato la tua gioia tra pianti di rugiada,
tra corse di farfalle e ragli di ricordi;
ho cercato il tuo volto tra stelle d’un cielo,
notti di Luna e baci stregati in albe lascive…

ho passato la vita a cercar altrove un tesoro
che s’è palesato oggi celarsi nei tuoi occhi:
or ch’ho trovato in te
la sol’ispirazione dei miei versi,
passerò ogni giorno, ogni minuto, ogni istante
a viver lo sogno dell’eterno averti
nel breve disio d’un tremore nel còr
ch’adesso rischiari e da sempre alberghi.