E ancora …
E ancora ancora allupano i pensieri
scorrevoli all’indietro in rotativa
come vaghi quadretti del rosario
senza cornice , vicini e tutti in fila.
E il tempo li dissolve un dentro l’altro
e le figure perse e le parole
un tempo medioevale che si abbruma
donne bambine piegate sulla terra
scure ombre in trincee di guerra.
Partoriscono e invecchiano
nel solco del previsto
avi del mio essere
qui , ora.
Ci son giornate
I
Ci son giornate luminescenti e rare
che par tutto s’acqueti in una calma
e pei sentieri di un bosco senza reti
guarda, non vede, e pare s’ addormenti
Sciolti i pensieri e zitte le parole
occhi nel verde, là su quei crinali
sola s’annienta nel vuoto della mente
II
E queste abbuiatine a scorribanda
le ciacole infinite fanferuglie
mordicchie t’accattano a scompiscio
e non ti passa il godimento fitto.
E tutto si rinferfera e s’avvita
s’affloscia, poi risale in risorgiva
su quella patisticca lingua frulla
infin strazzata dici: adesso smolla!
Baleni
In quei baleni arruminati e tristi
che par tutto s’aggroppi in una fosca
la lingua s’ingorgoglia allupinata
e s’aggroviglia il nervo a paramosca.
Sola, la lingua, asciutta e nauseabonda
la voce amara s’ impasta nella cera
e senti sfrigolio di denti asciutti
che calcano e serrano i singulti.
Lacrime amare senza più ritegno
ombrano il ciglio e l’occhio già s’intigna
e tu non sei più tu e io non io.