China e a testa bassa

China e a testa bassa
stringo i lembi del mio mantello
nero come la notte
mentre vado per via.
Sento il peso della vergogna
di essere Uomo del mio Tempo
che non sa cancellare
l’indifferenza dal cuore degli uomini
e il tetro sapore di sangue che si sparge sui sassi della vita…
Colpevole?
Si, anch’io colpevole
di provare solo pietà
per l’umanità vilipesa e derisa
mentre immagini di morte si dipingono
allucinate e come rapprese
sui visi dell’innocente…
Colpevole? Si, anch’io colpevole
per non gridare al vento il mio dolore di Uomo del Silenzio.
L’ignoranza, madre prolifera di bestialità artigliata
ghermisce l’uomo
e di lui si fa beffe
mentre scorrono
fluide come melma scura
orride immagini di violenza e di morte.

 

 

 

Disegna con dita di carta

Disegna con dita di carta
La sua storia infinita
Il mio albero, in un cielo assoluto.
Vorrei stringere la sua mano lontana
serena e indifferente al mio groviglio di strade
che si dipanano tortuose
verso l’orizzonte
rossastro di nubi appese al cielo.
Chi mi darà una mano
per sciogliere appena la mia solitudine
nata in tempi lontani e mai svanita
come la nebbia di velo leggero
che ricopre il mio borgo?
Forse il tuo sorriso
anche lui lontano
ma che riscalda ancora
non come pallida stella
ma come fuoco vivo,
inestinguibile, immortale.

 

 

 

La clessidra

Non guarderò il fluire dei miei giorni
che impietosi scorrono via
graffiando muri di cristallo opaco…
Non supplicherò il sole
e le indifferenti stelle
di frenare il corso del mio cocchio.
Non guarderò in usurato specchio
congelati ghigni e tremolanti sorrisi…

Ma nuoterò nell’acqua del mio mare
fluida e docile ancora
e guarderò quella forma dell’acqua
che ha nutrito i miei pensieri
e per voi il mio immenso amore…
E voglio credere
che una pietosa mano
reciderà quel filo, esile ormai,
ma vivo, ancora e ancora…
di una vita vissuta non invano.
E giungerà il mio Tempo.
E sarà dolce trascolorare
nel verde marcio, autunnale…