Poesie
L’isola dei gabbiani
Oltre rupi arse e scogli lucenti
tra argini di orizzonti che non conosco
In un pezzo di terra che fa da confine al mare
dove arretrano eterni i gabbiani
tra sassi e sabbia a cercare dove vi lasciano i nidi
a corrermi avanti ed io a restare ferma
Dalla tua voce
a non sentire
ma a cercarne i tuoi sussulti
Dalle tue mani
a chiuderti i pugni
ma a cercarne le tue pieghe
Dai tuoi sorrisi
I denti bianchi
ma a volerne catturare la direzione
A non capire
a non volere
se non a cercare di donarti
dell’anima
I gorgoglii
E tu invece maestoso e solenne ti levavi.
solo per insegnarmi la malia dei ricordi.
Per mio padre
E se il sole muore
al cuore il suo dolore
fili d’acqua dentro un vento scuro
scaglie argentee irrompono in luci di colore
si fanno onde d’oro in variopinti azzurri
…e cala la notte e i palpiti sommessi
inno al cuore e al bruciato pianto
e sovrasta l’aurora
col suo rinnovato canto
il viandante muto
in un concerto lento
innalza un coro al cielo
e piovono parole
solo per amore
Spiare la luna a dare le spalle al sole
andare in mare aperto a non toccare più riva
raccogliere un fiore a sentirne le sue radici tremule
ma quante volte la luna inseguì il suo sole
e quante volte la sabbia si squagliò nel mare
e quante volte il fiore diede il suo frutto dalle sue radici
e quanto ancora il mare abbraccia il suo cielo nel suo eterno inchino
a suggerire sogni e canti sereni, a trasportare chiacchierii allegri della sera e delle stelle pettegole
ma ammiccanti
e nel sorriso dorato il mondo disperde affanni, cure e dolori, e si piega
al Cielo.