Ali di farfalla

Immagino… poter volare, Alta!
da quel dirupo,
spiegate, le ali al vento…
Non un lacciuòlo, più! lega il pensiero…
Il nome, muto!
del suo stesso grigiore svuotato…
Laddove il terreno sentire
apre ad orecchio di infinito amore,
a ritemprarmi, infine…
del faticoso incedere per questa via dolente,
la verità… intera! lì, tutta, riecheggia!…
Lama di spada, a fendere orge!
di squallide miserie…


Estasi d’arte

Quel dipinto. La sua solennità…
l’occhio proteso
a voler catturare
simbolici nascondimenti…
Il sacro maestoso
di quella cattedrale,
aurea, d’azzurro, sferzata,
che tanto trae d’orecchio,
angelici cori, soavi…
Quella scultura
fissa sul tempo…
così fisica e imponente…
nella mobilità scolpita,
di pieghe semoventi…
sensi, tutti, in quelli rapiti…


Oltre lo squarcio

Un guizzo di luce scorre, improvviso!
a trapassare il cielo
freddo e cupo, questo, d’inverno.
Tal n’è, d’appresso,
di boato, suo fragore,
che, quasi, pare udirsi il Grande Verbo!
da dove, in quello, assiso!
L’anima ammutolisce!
oltre lo squarcio…
l’eterno e profondo della Solenne Idea!