Alla Mamma

Cara Mamma
ti guardo teneramente nel tuo piccolo e delicato corpo e mi è spontaneo paragonare la vecchiaia all’infanzia.

Momenti delicati e importanti dell’esistenza che scorre con mille sorprese.

All’alba della vita siamo così piccoli, teneri e indifesi ma con giovane forza. Al tramonto dell’esistenza siamo così piccoli, indifesi e imploranti per la forza che manca.

Un aiuto amorevole e fiducioso incoraggia i primi passi, un aiuto compassionevole sostiene gli ultimi.

Il cibo voracemente cercato per crescere, poi è una necessità per sostenere le deboli membra.

Le prime parole che stupiscono gli adulti, ora sono fievoli per diventare ultime.

Mamma cara, vorrei assistere a questo passaggio con gioia infinita, ma è tanto lo sconcerto nel vederti dimenticare la vita.

Mi accorgo che per te il tempo corre veloce e mi è difficile accettare il dolore e la paura che accompagnano i tuoi giorni, vederti confusa e perdere la speranza.

Mamma, il destino ci ha unite nel tuo ventre e separate nella vita e per tanto tempo ho visto con gli occhi di figlia lontana, mentre tu custodivi l’amore di madre.

Il mio amore, chiuso in un cuore attanagliato dal dolore del rifiuto, e il tuo amore, silenzioso, discreto e inespresso, sono rinati forti per permettere l’incontro delle nostre anime.

Ora c’è comprensione e il desiderio di recuperare il tempo andato.

Ti prego, aspettami. Voglio sussurrare al tuo orecchio e parlare al tuo cuore, voglio tenere le tue mani tra le mie, perdermi nei tuoi occhi per farti sentire il mio infinito amore.

Ti prego, permetti all’amore di vincere.


 

Le stelle cadenti

E’ cosi che cominciò il mio dialogo con l’universo. Da bimbetta di otto anni iniziai a chiedere alle stelle cadenti di esaudire desideri e speranze.
Ricordo quando, sul gradino più alto della scala che portava alla mia piccola e semplice casa, scrutavo il cielo d’estate per cercare quel puntino luminoso che sulla sua scia mi dava la speranza di realizzare i miei piccoli e grandi desideri.
Semplicemente, così come può esserlo una bimbetta e poi una ragazza romantica con tanti sogni, avevo preso contatto e iniziato uno speranzoso dialogo con il creato.
Ancora oggi, nelle buie notti d’estate, quando il cielo si veste di mille petali luminosi, sono attratta ed estasiata per tanta bellezza e condivido con il creato, desideri, programmi, progetti e ringrazio per tutto ciò che è stato nella mia vita e per ciò che potrà avvenire.
Ogni evento che poteva apparire casuale si è poi trasformato in miracolosa certezza e ogni evento è sempre stato collegato al successivo, al precedente in una danza di fili più o meno colorati, più o meno tesi, più o meno fluidi.
Cosicchè, se guardo il mio percorso, posso vedere le orme e nutrire la certezza che ho camminato e che posso ancora avanzare con fiducia, perché mi è dato scegliere la direzione, la modalità, e posseggo l’intelligenza per comprendere.
Tutti possediamo l’intelligenza per sviluppare la consapevolezza di essere e, nell’osservare gli avvenimenti, di scoprire che la via è costellata di stelle luminose che rappresentano i miracoli della vita.
Quelle casualità che modificano gli eventi, che sono premonitrici o ammonitrici, sono segnali sempre presenti su ogni strada che percorriamo; presenti con l’alternanza del giorno con la notte, presenti come fari per chi, temerario, naviga i sentieri della vita.


 

……a Vela

Vela sfiorata e poi riempita dal vento così come il respiro, la vita penetra la mia carne e mi conduce nelle pieghe del mio mondo interiore.

L’unico rumore è quello dei pensieri, l’unico tormento è dato dall’irrequietezza dell’anima.

L’armonia è nel fluire del vento, del mare.

Il battito della vela al vento è all’unisono col battito del cuore in un’unica emozione.

Lo scafo incontra il mare come mi impatto alla vita…. forte… poi dolce… quasi sospeso… e poi di nuovo l’incontro delle forze.

La barca è flessibile al vento e al mare e scopro di poter essere altrettanto flessibile.

Assenza di paura, di ricordi, di desideri; presenza nel presente mentre il volo dei gabbiani mi ricorda l’ebbrezza della libertà, libertà di volare tra cielo e terra e mare, libertà di essere, libertà senza limiti.

Il timone … prenderlo ma condurlo con carezza mi ricorda che conduco il mio flusso vitale… posso incontrare il vento benevolo, posso scontrarlo e poi perderlo…

…. E la scia? La scia che lasci è il pensiero andato, la vita andata, mentre l’attimo presente è immediato e fuggente, davanti c’è l’immensità dello spazio da respirare, da prendere, da vivere.