Poesie
POESIA SENZA RAGIONE
(a mia sorella Tatina)
Già da tempo che non scrivo una poesia, è che il tempo lesto, mi è volato via.
Stamattina un attimino l’ho trovato e immediatamente io ne ho approfittato.
Il problema adesso è solo l’argomento visto che non c’è nessun avvenimento.
Il Natale è già passato da pochino, compleanni? Non ne vedo qui vicino.
Forse qualche anniversario, chi lo sa! Qualche cosa in mente certo mi verrà!
Ad un tratto poi ho pensato: “Ma perchè questa storia non la scrivo sol per me?”
Mi sembrava di esser un poco egoista anche se nessuno mai l’avrebbe vista.
E anche questa idea l’ho subito scartata. “Se facessi allora una poesia per TATA?”
le farò certo piacere, visto che questa cosa non si aspetta lei da me.
Veramente cosa le potrò mai dire. “…che la sera non riesco a digerire…”
“…che fa freddo e mi son messa anche il piumone… che domani mangeremo il minestrone”
Troverò qualcosa di più divertente che la faccia sbalordire veramente.
Una cosa non le ho mai saputo dire. “Che le voglio tanto bene, da morire!!”
Questo no, che poi le viene su il “groppetto” e ci vuole certamente il fazzoletto.
Ed allora io le scrivo stamattina, che da un po’ di tempo è sempre più carina.
Una cosa posso dire in verità, augurarle un sacco di felicità!
Fino ad ora non ne ha avuta certo assai e ha passato certo sempre tanti guai.
La felicità è un po’ come una pastiglia, deve far molta attenzione chi la piglia
perchè se ne prendi troppa tutta insieme basta un guaio e poi vai in assuefazione.
Ed allora leggi le modalità ed infine la tristezza passerà.
Ullallà, è già arrivato mezzogiorno! C’è un signore e dopo arriva anche il mio turno.
Ah, dimenticavo, sono dal dottore è per questo che ho trovato queste ore.
Mò gli chiedo se c’è quella medicina così poi la faccio prendere a Tatina
ma se non la trovo nella farmacia come faccio a far felice questa “Zia”?
Non ti preoccupare , un giorno, chi lo sa, forse quella medicina esisterà.
Ma per ora a far felice questa “zia” può bastare questa semplice poesia.
LA MIA GUERRA.
Fà paura la guerra, quella vera quando viene dichiarata dai potenti
ed amori e figli son chiamati a vivere l’inferno per non morire…
per poi tornare a casa e rivedere ogni giorno, nel loro sonno
l’ingiustizia che hanno dovuto respirare.
Ma io ne ho vista un’altra l’ho combattuta, l’ho vinta…
una guerra silenziosa, infida, nascosta
che mandava i nemici al fronte con bandiere del mio stesso colore
che, giorno dopo giorno, minavano il mio corpo
lasciando cenere al loro passaggio.
Non capivo…eravamo in più eppure sentivo la debolezza
togliermi il pensiero, il coraggio, la vita.
Mi han fatto credere che il pane era veleno che tutto ciò che contava era l’aspetto.
Ma il riflesso di me era distorto…avevano minato anche i miei occhi.
E quando questo scheletro prese bandiera bianca, alzò le mani al cielo
aspettando la fine,
ecco che un’altra mano, forte, luminosa e bella…lo aiutò…
a combattere quella guerra.
Ma non con le armi delle parole, non con gli sguardi nemici,
ma attraversandomi fino a guardarmi il cuore. E vinsi!
Milioni di guerre come la mia si combattono ogni giorno,
ma la notizia la fa solo la lista dei caduti!
(dedicata a chi pensa di non farcela)
La Zia Foglia
E’ arrivato l’autunno, tutte le foglie cominciano a cadere, tra un po’ solo i sempreverdi daranno ancora un po’ di colore al bosco, mentre tutto il resto avrà solo tonalità che variano dal giallo, al rosso, al marrone, ma sarà stupendo!
Un platano aveva tantissime foglie quell’anno, si erano divertite a danzare nel vento per tutta la primavera, avevano giocato sotto i goccioloni dei temporali d’estate e ora avevano terminato il loro compito e dovevano cominciare pian piano a cadere, prima che l’inverno fosse inoltrato.
Ma c’era una foglia che si era divertita talmente tanto che non voleva lasciare il suo ramo e cercava di convincere tutte le sue sorelle a rimanere fortemente attaccate.
“Amiche, non andate via, vedrete, ci divertiremo ancora!”
“Ma non senti che le forze ci vengono a mancare, dobbiamo lasciarci andare, e credo che sia giusto così!”
“Beh, fate come volete, io rimango qui, non mi staccherò, giocherò da sola piuttosto!”
“Vieni con noi, faremo un bel viaggio con il vento che ci porterà a vedere chissà quali bei posti che fin’ora non abbiamo potuto vedere, siamo sempre rimaste qui sul medesimo albero, non sappiamo cosa avverrà in futuro!”
“Ho deciso, voi andate pure… poi, se un giorno tornerete qui da me, vi racconterò io delle cose straordinarie!”
Alcune foglie volarono via con i primi forti venti di settembre, altre rimasero ancora un po’, ma con le piogge caddero fino a formare un morbido tappeto giallo sotto il platano.
Da là sotto vedevano la foglia che si tratteneva con tutte le sue forze e proprio non ne voleva sapere di volare via.
Sembrava che soffrisse, il vento ogni giorno diventava più gelido, la faceva tremare e l’albero aveva poca linfa nel tronco perchè si stava preparando ad un lungo e silenzioso riposo invernale.
Ogni giorno era sempre più faticoso, ma lei aveva promesso di restare e, anche se ogni tanto la sfiorava l’idea di mollare tutto, nel suo profondo voleva resistere, anche solo per dimostrare di avere avuto ragione.
Ma il periodo di peggior sconforto lo ebbe quando cominciarono a scendere dei bei fiocchi di neve.
Subito li vide, le sembrava di rivedere il polline dei fiori che aleggia nell’aria a primavera e pensò che forse era tutto finito, ma appena un fiocco si posò sopra di lei, le si raggelarono le ultime particelle ancora intatte.
Aveva tanto sonno, però non poteva dormire e per far passare il tempo cominciò a pensare e ripensare i momenti belli che aveva passato durante l’anno trascorso con le sue sorelle.
Finchè un giorno le sembrò di risentire il dolce profumo che aveva sentito quando era venuta al mondo, quando era solo una piccola fogliolina tenera tenera, aprì gli occhi e vide tutto intorno a se che gli alberi si stavano rivestendo di quel dolce colore che tanto aveva aspettato…finalmente la primavera era ritornata!
Per tutte le altre foglioline tenere tenere era strano vedere quella grande foglia gialla vicino a loro e cominciarono a farle mille domande:
“Ciao, come mai sei già così grande?”
“Sono nata l’anno passato, ho vissuto qui sopra il nostro albero tutto l’inverno!”
“Davvero…e cos’è l’inverno?”
“Oh, non è un granchè, è lungo e fa tanto freddo!”
“Freddo?!? Ma che cos’è il freddo ?”
“Piccola mia, spero che tu non lo sappia mai cos’è il freddo!”
“Ma perchè ci sei solo tu su questo albero?”
“Sono stata una foglia molto ostinata…”
“Cosa vuol dire ostinata?”
“Vuol dire che non ho voluto ascoltare il forte richiamo della natura e ho voluto seguire una strada che non era la mia.
Vedete piccole, la vita di noi foglie è molto importante, ma non dura molto, appena tre stagioni, ma in quelle tre stagioni siamo capaci di dare il colore al bosco, di dare un riparo agli animali che vengono a fare il nido proprio su questo albero e noi li proteggiamo dal sole, dal vento e dai nemici.”
“Quindi se non ci fossimo noi non ci sarebbe neanche l’albero?” chiese una fogliolina che già aveva capito tutto della vita.
“Credo di si, senza di noi il bosco non avrebbe senso, anche perchè quando saremo cadute, serviremo da coperta per la terra che avrà tanto ancora da dare e ritorneremo vive sotto forma di altre creature!”
“Raccontaci ancora, cosa hai fatto con le altre foglie…”
“No, non voglio rovinarvi tutta la sorpresa, cercate di assaporare ogni momento di questa meravigliosa vita, io sono stanca, aspetterò l’autunno per poter finalmente riposare!”
e si addormentò.
Nel sonno sentiva le risate delle sue nuove compagne ed era felice che fosse riuscita a resistere, anche perchè aveva capito finalmente la lezione.
“Zia foglia, zia foglia!” si sentì chiamare.
“Devo essermi appisolata un momento, cosa c’è?”
“Si, un momento, stai dormendo da questa primavera, non vedi come siamo cresciute?”
“Veramente, siete belle e grandi come me… ma in che stagione siamo?!”
“In autunno zia, siamo quasi pronte a volare via, sei pronta anche tu?”
“Certamente, buon viaggio sorelline care, è stato bello sentirvi ridere e giocare per tutta l’estate, mi avete fatto fare dei sogni bellissimi!”
“Addio zia”
“Addio sorelline care!”
E ad una ad una le foglie aspettarono il dolce vento autunnale per lasciare finalmente i rami pronti ad un altro lungo, gelido e meraviglioso inverno.