Primo amore

La ruota volava sull’asfalto caldo
la notte impazziva di essenze profumate
di primitive dolci albe
Cavaliere sull’azzurro ippogrifo
accompagnavi la tua fresca
calda fanciulla dai lunghi capelli
Stretta sempre più stretta
“Stasera finiamo laggiù “
Ma il viaggio eterno non poteva
durare per sempre
A casa rimaneva la luce
di quegli occhi neri
splendenti e innamorati
della vita.


Morbido cuore

Penetra dentro al petto

la voragine dell’Assenza
le labbra tremanti
gli occhi umidi
cercano con mille pupille
la strada che si chiude.

Un dolore cupo
ma invisibile
percorre la via del silenzio.

L’arida roccia
nel vento gelido e tagliente
entra fredda
nel caldo e morbido cuore.


Acqua nello scrigno

La tua gioia chiusa in uno scrigno
la mia con le ali
prende il volo
scivola
travolge con i suoi vapori
scorre sul pavimento della dimora
esce tra le vie
della fredda cittadina
sale sulla roccia

L’acqua non si arresta
non si chiude in un freddo scrigno
di cristallo e lapislazzuli
lasciala bagnare
la bollente terra gelida.


 

Penelope

 

Penelope,

Occhi castagna,

Bianco avorio che illumina gli sguardi,

Amavi perderti nel sentiero dei sogni,

Dove il prato avvolgeva

Con le sue grandi braccia

Le tue profumate morbidezze.

Il bacio di Ulisse,

Come luce, risplendeva chiaro,

Penetrava come un caleidoscopio

Colorandoti il cuore.

 

Penelope,

Corpo di velluto e labbra di seta,

Proprio mentre cercavi di dare

Un senso ai rapidi giorni

Guardando il cielo

Che scappava azzurro

Tra il verde dei boschi

Dove lui baciava le tue palpebre

E tu, in punta di piedi, lo avvolgevi

Come una corolla di fiori,

Un patto antico

Ti ha abbandonata nel silenzio.

Ulisse non è tornato

A riscaldare il corpo fresco,

Ha preferito la Sirena della Palude

Alla giovane Palma.

 

Penelope,

Seno morbido come la seta,

Guardando lontano con lucidi occhi,

Attendi ancora il passo sicuro,

E Il sapiente bacio sul letto scavato

Nell’Ulivo centenario?


 

 

Tra le braccia

 

Luce improvvisa

acceca lo sguardo

l’eternità vince

il tempo dell’attesa

e schiude le labbra.

Le mani

penetrano

nell’oscurità

di questo tuo

intimo mistero

dove i lampi

accendono la gioia.

L’urlo si ripete

in un divino silenzio

rotto da acute melodie.

E mentre macchio d’amore

il tuo candido bianco,

l’orologio non ha tempo,

l’udito resta sordo.

Negli occhi noi due

soltanto .

Ed il cuore

che danza .

Tra le braccia.


 

Didone

 

Stringiti forte al seno

che allatta

mentre guardo la prua

della nave che ritorna.

Lasciami accarezzare

i bei riccioli biondi

e baciare

la piccola mano

che ami nascondere

in quella di tuo padre.

 

Ma la poppa

guarda la terra

che si allontana

e il mio ventre e il mio petto

non sono fioriti

per il figlio

che,tu ,Enea ,mi hai negato.

Mi rimane soltanto

il tepore ormai freddo

di un letto

dove attenderò per sempre

un bacio d’addio

con le morbide  mani

sulla riccia barba.

 

Anna Turotti