Un incontro

Era inverno, una sera fredda ma, un freddo piacevole, pungente, che risveglia l’appetito, che si vede nei volti dei bimbi con il cappellino e la sciarpa fin sulla punta del naso che tengono i genitori stretti per le mani. Che bella quella mano a cui ti aggrappi per tanto tempo. Quella mano che c’è sempre, che ti cura ma che poi ti deve lasciar andare perché questa è la nostra vita. Le persone rientravano a casa e, Via Roma, era splendente. Quando c’è gente c’è allegria. Finalmente rivivevo quella magia del Natale sulle vie. E non ti viene da pensare alla solitudine con tutto ciò che essa comporta. Mi soffermo per un attimo su quella che è stata la mia vita e mi appare davanti come un fotogramma: un amore lontano, ormai, anche il ricordo non è così nitido. «Forse è trascorso troppo tempo»? O forse sembra a me visto che le vicissitudini della vita mi hanno allontanato dal reale. La luce dei tuoi occhi mi diceva che mi avresti voluto bene, che la nostra esistenza sarebbe stata unica, una sola ed io sì, io ti avrei dato tutto l’affetto del mondo. Mi sembrava persino di percepire il tuo calore o lo confondevo con quello che emanavo io e che avrei desiderato darti. Il mio nome è Trilly e questo davanti a me sarà il mio nuovo padroncino.


Gioia e dolor

Amori incantati
di mero splendor
rifuggon la vita
in seno al dolor.
Un’ebbra maestate
di gioia infinita
d’incanto s’aperse
e schiuse ogni cor.


Tempo

Dolce è la speranza
del tenero passato.
Un’ immagine
si irradia
dinanzi a me.
Quel ricordo è il solo
pane del mio cuore.