Poesie
AMORI NASCOSTI
testo musicale
Più profondi del mare
Son gli amori nascosti
Quelli che fanno più male
E che sentiamo più nostri
Sono amori unici
Sono quelli veri
Quelli che al tempo non chiedono
Di dimenticare mai
E sono legati
A un filo di fumo
A una coda cometa
Son segreti nascosti
Sotto querce di seta
Hanno il miele nel cuore
Ma ti pungono dentro
Senza fare rumore
Sono figli del vento
Non si possono perdere
Non si possono avere
Sono amori nascosti
O soltanto chimere
Impossibili amori
o soltanto chimere.
HIROSHIMA (To a blind victim girl)
La lama di luce
Guizzò e scomparve
Cercai di fermarla:
un rapido gesto,
La mano protesa
Alzata nel vuoto…
ma caddi nel buio più buio
Nel fondo più nero:
E del cielo
Rimase soltanto un ricordo
Di azzurro lontano.
Non vinta,
Sgranai le pupille;
Il buio mi avvolse.
Ma oggi
Io scrivo i colori di un giorno.
Nell’aria
Profumo di pane, colore di argilla
E sotto le dita che frugano il mondo
Colore di frutta matura
Sulla mia fronte
Le gocce di pioggia
Che fitte mi bagnano il viso
Sapore di bianco e di azzurro
Solcato dai toni di un arcobaleno
Che credo vicino.
Mi stringi la mano
È bianca, lo sento:
i Fiori dell’Angelo…
Quando ero bambina
Tuffavo il mio naso curioso
E il giallo violento
Del cuore del fiore
Lasciava l’impronta sul viso
E ridevo…
Il sale del mare
Riporta il fluttuare dell’onda
Nella mia voglia di luce.
Colori del nulla. Respiro
Colore di vita.
SMEMORANDUM
PIERINO BO
“Presente”.
Nell’appello di scuola lui era lì,con lo sguardo furbo da monello. Aveva lentiggini sul naso ed era paludato in brache che ne rivelavano pesantemente la crescita e lasciavano scoperte quattro dita abbondanti di calzerotti in lana cruda a righe rosse procurando costanti pruriti e dolorose fitte per via dei geloni.
Si fregava vigorosamente le caviglie nel tentativo di dare un sollievo al pizzicore, ma l’unico certo vantaggio era quello di sentire meno il freddo pungente di un inclemente inverno, in un’aula provvista di una sola stufa, insufficiente per tiraggio e per legna.
Pierino Bo ragazzo del 99.
Oggi il suo nome appare confuso tra i tanti nella colonna dei necrologi sulla pagina del quotidiano, e lui si fa piccolo piccolo, vergognoso di non poter aggiungere nulla a quel suo “ragazzo del 99″
Forse un “ANDAVA A MESSA TUTTE LE DOMENICHE” oppure “MANGIAVA POLENTA SEI GIORNI ALLA SETTIMANA”
Ma queste cose non sono pertinenti e non si possono scrivere.
Gli altri sì che hanno tanto da aggiungere, come ILLUSTRISIMO, Grand’UFF. ESIMIO CAVALIERE di..
Pierino è già contento di leggere il suo nome nel trafiletto dei necrologi e pensa “Ci sono anch’io eh!”
E fa finta di non accorgersi che il GRAND’UFF e il GRAN MAESTRO gli hanno fatto terra bruciata con una sequenza di aggettivi elogiativi di cui non afferra bene il significato, come la parola:
“MURATORE”
“E’ un mestiere troppo umile, troppo per comparire qui.
Ci deve essere dell’altro che mi sfugge” pensa.
Ma non sa trovare risposte diverse.
Si sente a disagio. Quello non è mai stato il suo mondo prima, figuriamoci adesso..Ci pensa su un po’ e poi decide.
“Devo andarmene di qui, devo sparire”
E come estrema consolazione borbotta tra sé” Non è vero che muoiono sempre i migliori: è che degli altri nessuno se ne accorge.
Il ragazzo del ’99 si guarda intorno circospetto, poi furtivamente prende un pennarello e cancella il suo nome, con cura, senza lasciar fuori nemmeno il codino del nove mentre con aria colpevole bisbiglia” Speriamo non se ne accorga nessuno!”.