Eternamente fugace
nel suo sguardo nudo
mille volte sono morta
ed altrettante nata.


Comprese allora
quando rimase intrappolata
in una lacrima non versata

Il segreto giace,
nell’essenza di un attimo
colta
prima che un pensiero
la soffi via

E così
fummo noi stessi
lontani
logicamente irrazionali.


Ero stanca di star male, di rimandare, di pensare che in fondo io ero e sarei rimasta una cameriera e non una qualsiasi cameriera ma una lavoratrice dedita ai suoi compiti che portava con sè un peso enorme, un fardello che la schiacciava, sè stessa.
Fu così che cominciai a scrivere, o meglio, scrivo da quando ne ho facoltà, ma decisi che condividere anche solo con i tasti del pc sarebbe stata la mia cura, sì la condivisione e l’amore per la scrittura mi avrebbero salvata, almeno credo….
Capita che la mente si aggrovigli, succede spesso, capita di andare in paranoia sulla scelta del latte che si sta acquistando al supermercato, il mio problema però è quando nel carrello si tuffano, senza preavviso e senza essere interpellate: emozioni, cuore e anima. Ovviamente non accade quando devo scegliere tra lo yogurt scremato e quello intero ma comunque, arrivano senza motivo e nel caso, si siedono educate lì,accanto al banco frigo aspettando poi pazienti il mio arrivo a casa.
Dicono che per risolvere un problema bisogna conoscerlo, studiarlo, elaborarlo a fondo. Bene, il problema sono io, non completamente io, ma una parte di me, quella parte senza cui IO, non sarei.
Indispensabile per riconoscermi in ciò che sono, in ciò che ho fatto, in chi sono stata fino ad oggi, che sarò per la vita e chissà, oltre.
Che le donne siano complicate si sa, ci sono poi dei casi umani, chi come me vive nella semplicità estrema e convive con il caos totale.
Non mi riferisco al ciclone di cose da fare, a cui badare o da gestire, l’unico tornado che conosco dalla nascita è quello dell’inquietudine, dell’imminente insoddisfazione, il sisma dell’insicurezza e della fragilità, fenomeni brutti per la maggior parte in quanto rendono sensibili e vulnerabili più degli altri ed essere più sensibili vuol dire percepire cose che altri non sentono, non vedono e non provano o quanto meno, non vivono, come te, all’ennesima potenza…
Vi è mai capitato di camminare lungo una Via o sul sentiero dove siete passati milioni di volte, e….
Ti svegli speranzosa. E’ un altro giorno, è nuovo ancora da spacchettare, nessuno ancora l’ha vissuto, c’è sempre un termine come un inizio, una notte saggia da respirare e un’alba nascente, vuole farsi ammirare, tante emozioni pronte a travolgerti, impotente di fronte ad esse le accolgo lascio che facciano di me una persona, oggi, triste o felice, malinconica ma riconoscente, semplicemente come sempre me.
Seguo il vento, rapita da una foglia, è secca, non ho un peso, forse una forma, cammino, mi sveglio ma sono sveglia, rimango appesa al mio nome, Annamaria, è lungo e corposo, un peso ce l’ha.
Annamaria…. presente, sono io.
Ci vorrebbe una voce, un appello. Un appello alla razionalità.