PICCOLA POESIA

Ho amato perdermi in un bar di periferia.
Ho desiderato perdermi nel tuo letto.
Mi piaceva la cosa e la tua casa.
Libera come te, come noi.
Come me, che mi spogliavo delle mie costrizioni.
Che con te realizzavo le segrete fantasie.
Troppo presto hai deciso di porre la parola fine a questo gioco intrigante.
E mi manchi.
E manchi a chi non ti chiedeva nulla di più,
di ciò che potevi offrire.


LA MIA CITTÀ

Tu piccola, provinciale alienante realtà.
Tu narcisistica nel lago ti specchi.
Quel lago appena inquietato da una brezza leggera.
Acque sempre meno trasparenti, che hanno smarrito
la brillantezza del cristallo.
Piazze senza lo smalto vetusto.
Un sussulto inatteso di vita nei quartieri volti al degrado.
Dormi placida, nell’eterno infrangersi delle onde del lago che ti coccola.
Ti coccola nel suo moto perpetuo, e con lui ed in lui annegherai la vanità inconsistente.
Sei alienazione.
Mi trascinerai con te, nei gorghi sino a torbidi ed irrisalibili fondali.


IO

Io, vecchia ragazza,
dalla bellezza sbiadita e sempre rimpianta.
Io vecchia ragazza dagli amori dannati.
Io vecchia ragazza dagli occhi ancora spalancati.
Io vecchia ragazza poco disincantata.
Io vecchia ragazza emotiva ed impulsiva.
Io vecchia ragazza strana e stranita.
Io vecchia ragazza straniera di questo mondo falso.
Io vecchia ragazza estasiata dinanzi ad un cucciolo.
Io vecchia ragazza innamorata dell’idea di amare.
Io vecchia ragazza figlia sbagliata di genitori ottusi.
Io vecchia figlia in sogno ho ucciso te madre mille e mille volte.
Io vecchia ragazza e figlia sbagliata, mi nutro di sogni ed amena creatività.
Io vecchia ragazza sopravvivo grazie alle emozioni disordinate e confuse.
Agli amori dannati, alla idea di amare di nuovo, allo sguardo di un cucciolo, ai miei tanti rimpianti, nella assenza totale di rimorsi.
Io vecchia ragazza mi rifiuto di invecchiare dentro.
Gli occhi sempre spalancati sul futuro dietro le lenti da vista.
Da vecchia ragazza.