Poesie
Da chiari fiori poi
Avrei voluto avere altre parole
chiederle al vento che gentilisce l’erba
avrei voluto nei tramonti a sera
rapirne di colori agli orizzonti
procedere in arpeggi avrei voluto
dare più corde a tenui melodie
più a lungo avrei voluto che le ore
parlassero di gelsomini e viole
e tanti e vaghi incanti dispiegare
da aggrovigliati giorni ammutoliti
per affidarli a slanci d’aquiloni
tra glicini cercare amor luce
trovare nei meandri amor pazienza
a indossare tutte le stagioni
nell’aspettare a guisa di sambuco
da chiari fiori poi nerastre bacche.
Notturno
Brividire di acuti calpestii
galoppanti non cedono le brume
nel tremulo suo canto anche il vento
scurito passa insonne questa notte
sgomitolare immagini e parole
anemico appassire delle ore
e nel silenzio oscillano le ombre
degli anni tra frammenti di memoria
Si affacciarono ieri le lucciole
le ingoia oggi la palude
scolorata.
Forte d’armatura
Tra grappoli di scialbe e mute ore
sbiadire di illusioni disfiorate
in rantolanti sforzi già sfibrati
per storie ormai più volte dirupate
Questo torpore ancora mi somiglia
se non strattono briglie alla memoria
perché ne scrolli coaguli di tempo
Così d’antica arte vascolare
del Dipylon tra fitte geometrie
schizzo d’auriga forte d’armatura.