Gitano

Sono un Gitano
e ho vissuto
in lungo e in largo,
ho piantato la mia tenda
tra alture e pianure.
Ho toccato il cielo
Per essere libero,
ho vissuto di labbra dolci
come papaya,
di note vaganti
tra Alpi e Oceani,
tra fiumi e torrenti.
Sono Gitano
Per questo mi rialzo,
le mie ginocchia son piegate
sotto il peso del desiderio,
delle mie mani che bramano
di posarsi sul suo viso
come vento che accarezza l’erba
baciata dal sole
dopo una tempesta,
di morire sulla sua pelle vellutata
come petali di rosa,
bianca e morbida
come una nuvola,
in una giornate di Primavera.

Sono Gitano
e non piango,
mi rialzo,
e suonerò
il mio canto.

Antonello Zito


Scusami

l sole si nasconde
Lasciando il posto
Al grigiore delle nuvole
Come il tuo sguardo che fugge al mio
Lasciando lì come un cane vagabondo.
Scusami
se avrei voluto donarti il mio petto
per farti da tetto
e proteggerti e dove tu possa stare al sicuro.
Scusami
Se ti avrei voluto donare le mie labbra
Per gustare il sapore della passione
Come se ballassimo un infinito tango.
Scusami
Se avrei voluto riscaldarti dal gelo
Dei tuoi giorni
Accarezzando il tuo corpo stanco
Con il calore delle mie mani,
con i battiti del mio cuore.

Antonello Zito


Senza di te

Senza di te
sono disperso
nell’oceano della vita,
dove non c’è né sole
né luna,
dove l’oscurità ne fa da padrone.
Senza di te
Ho perso la mia rotta,
abbandonato in piena tormenta.
Su la mia nave
non sei voluta salire,
per non essere il sole
che mi sveglia al mattino,
la luna che illumina il mio cammino,
il tempo che regola le mie ore,
la mia rotta
nell’immensità dei miei giorni.
Ti avrei donato il petto
Come timone,
il mio cuore
per vela,
tu che sei l’ultimo battito,
l’ultimo respiro
di un corpo ferito
che giace su fredde rocce.

Antonello Zito