A’ lira

Nun era meglio quanno ‘ce stive tu?
A’ quanno ‘ce sta chesta moneta nova,
Ca nun se campe chiu.
Si vale o’ doppio ‘e te,
ma pe me tu valive assaie e chiù,
ce facive campà cu dignità,
na parola ca pare scumparse
a quanno tu te ne si gliuto.
A che belli tiempe perdute,
si sulo putisse turnà n’ata vota
nun sai che piacere ca facisse.
Forse chella parola turnasse nzieme a te
E ce facesse sentì nu poco meno sulo e abbandunate.


CROCIERA MALEDETTA

In una fredda notte d’inverno tempestosa come non mai, a bordo di una splendida nave da crociera che si trovava al largo del mediterraneo, mentre tutti si divertivano alla festa in maschera indetta dal capitano, qualcuno all’improvviso e senza che nessuno se ne accorgesse si allontanò per commettere un terribile quanto efferato delitto. Il giorno prima della festa infatti ,il signor Ramirez ,potente magnate spagnolo proprietario di numerose aziende tessili, scorse sul ponte il suo acerrimo nemico, tale signor Podolsky, magnate anche lui ma caduto in disgrazia, in compagnia della sua bellissima moglie Isabelle di nobili origini. In un attimo la sua mente si affollò di mille pensieri, tra cui quello terribile che sua moglie e il suo rivale fossero amanti e che stessero progettando di liberarsi di lui per fuggire insieme con tutti i suoi soldi. Cercò di calmarsi e di raccogliere tutte le sue energie per cercare di distogliere l’attenzione da quel tremendo pensiero che lo tormentava ma i suoi sforzi furono del tutto vani, infatti la gelosia divorava, così convintosi che i due fossero amanti decise di vendicarsi per l’affronto che lei e quell’ignobile uomo avevano osato fargli. Era ormai notte fonda, si avvicinò a sua moglie e le disse che sarebbe stato meglio rientrare in cabina per riposare poiché era molto stanco. La signora Isabelle allora lo seguì senza dire niente; all’arrivo in cabina però mentre lei si preparava per andare a letto, il signor Ramirez le fece un’assurda quanto patetica scenata di gelosia, allo scopo di farle ammettere un tradimento che esisteva solo nella sua mente; difatti lei di fronte a quelle infamanti accuse non fece altro che negare fino al punto in cui suo marito per quella sera si tranquillizzò e cercò di dormire, ma per tutta la notte non vi riuscì poiché non faceva altro che pensare come mettere in atto il suo folle proposito di vendetta. Il mattino seguente e per tutto il giorno fece finta che non fosse successo niente, e la sera come previsto ; i tre parteciparono insieme a tutti gli altri passeggeri alla festa in maschera. Nella grande sala da ballo dove si svolgeva la festa, c’erano anche dei camerieri che passavano tra i festeggianti con dei vassoi carichi di prelibate vivande, uno di questi però era l’ex fidanzato della signora Isabelle che molti anni addietro aveva lasciato per sposare il ricco magnate con l’unico scopo di condurre una vita agiata, ma da alcuni anni si era pentita di questa scelta e aveva cominciato a cercarlo fino a trovarlo e riallacciare i rapporti con lui ma ignorava del tutto che lui si trovasse lì nello stesso luogo e nello stesso momento di lei. Nell’attimo in cui la festa si fece più movimentata il signor Ramirez sussurrò qualcosa all’orecchio della moglie e di quello che lui credeva fosse il suo amante e fece in modo che lo seguissero verso le cucine, il cameriere vero amante della signora Isabelle incuriosito dall’improvviso abbandono della festa da parte dei tre lasciò il vassoio sul tavolo e lì seguì deciso a scoprire il motivo per il quale si erano allontanati in tutta fretta proprio quando la festa si era finalmente animata. I tre arrivarono alle cucine, seguiti a distanza dal giovane sempre più deciso a scoprire cosa stessero tramando. Si nascose in un angolo per vedere cosa succedesse senza sapere che di li a poco avrebbe assistito inerme ad un efferato delitto; infatti un attimo dopo, il signor Ramirez cominciò ad urlare contro sua moglie ed il suo rivale minacciandoli di morte se non avessero confessato di essere amanti. I due di fronte a quelle accuse negarono con forza ma egli non credendoli mise in atto il suo terribile proposito, afferrò un coltello affilato e li pugnalò al cuore senza alcuna pietà, poi nascose i loro esili corpi senza vita nella cella frigorifera, la richiuse e come se niente fosse si incamminò verso la cabina per cambiarsi e tornare alla festa convinto che nessuno lo avesse visto. Disgraziatamente per lui però il giovane cameriere aveva visto tutto e dalle grida di lei aveva riconosciuto che quella giovane donna era la sua amante, l’unica che lui aveva davvero amata, così in perda al dolore per quella perdita volle vendicarsi di colui che gliela aveva tolta per sempre. Lo seguì fino alla cabina, entrò senza farsi vedere, brandì la lampada che c’era sul comodino e cercò di colpirlo con tutta la forza che aveva, sulla testa, ma in quell’istante Ramirez si voltò e con il coltello con il quale aveva commesso il precedente omicidio, lo colpì al costato, ed egli ferito a morte cadde riverso sul pavimento. Il magnate credendolo morto e temendo di essere scoperto trasportò il suo corpo nella cabina accanto, che era abitata da una giovane coppia di sposi in viaggio di nozze. Più tardi infatti la signora Sophie Dubois, lasciò momentaneamente la festa insieme al marito e si diresse verso la cabina per cambiarsi d’abito, visto che si era macchiata, entrò sola dicendo al marito di restare fuori in quanto non ci avrebbe messo molto. Il marito però non voleva aspettare così fece una passeggiata nel corridoio mentre lei entrava. Entrata in cabina si diresse subito verso l’armadio, così in un primo momento non si accorse di nulla, un attimo dopo però sentì un liquido caldo che le scendeva per le gambe, si voltò e vide il cadavere, in preda al panico urlò per far accorrere il marito che essendosi allontanato non arrivò subito. Poiché egli non arrivava lei decise di andarlo a cercare, in modo tale da fargli vedere la macabra scoperta, ma il presunto cadavere, proprio mentre Sophie era fuori, si riprese un poco e subito andò in cerca di aiuto, per cui quando ella torno insieme al marito, quel corpo che lei aveva visto senza vita nella sua cabina era misteriosamente scomparso e il signor Dubois insieme al capitano da lui informato la credette pazza. Poco dopo però sentirono un urlo spaventoso che proveniva dalla cabina in fondo al corridoio dove alloggiava un’anziana signora. Accorsi sul posto trovarono l’anziana donna, stesa a terra senza vita, così chiamarono subito il medico di bordo, che dopo averla dichiarata morta per infarto, fece per andarsene, ma si rese conto che in quel luogo c’era un altro corpo, che sembrava essere in assenza di vita, infatti stava per dichiarare morto anche lui quando si accorse che in realtà era ancora vivo ma gravemente ferito e bisognoso di urgenti cure in modo da salvargli la vita. Lo prese in braccio e lo trasportò in infermeria dove lo operò ,mentre il capitano avvisava la capitaneria di porto affinchè arrivasse per svolgere le dovute indagini. Gli agenti appresa la notizia arrivarono tempestivamente e subito interrogarono tutti i passeggeri ma due non erano al momento presenti. Dopo aver interrogati tutti fu il turno di Ramirez il quale credendo ormai di averla fatta franca rispose con calma serafica a tutte le domande poste dagli inquirenti. Il comandante, il greco Socratis volle continuare le indagini interrogando anche il personale di bordo, tra cui il cameriere che nel frattempo si era pienamente ristabilito e presentava solo una grossa fasciatura al costato. Avendo notato questo particolare gli fu subito chiesto come si fosse procurato quella ferita; egli allora con voce rotta dal pianto confessò il tentato omicidio di Ramirez che aveva tolto la vita all’unica donna di cui si era veramente innamorato, ma nella colluttazione aveva avuto la peggio. In seguito alla sua confessione gli domandò come facesse ad essere certo che il colpevole fosse il magnate. Il giovane sempre più trepidante di paura racconta di aver seguito i coniugi Ramirez ed una terza persona che non era riuscito ad identificare per via della maschera, si era nascosto e disgraziatamente aveva assistito al tremendo delitto commesso nei loro confronti. A questo punto Socratis fece prendere in custodia il giovane da alcuni dei suoi agenti, mentre altri verificarono la versione da lui fornita. Gli uomini della capitaneria si diressero allora verso le cucine, aprirono la cella e trovarono i due corpi ormai congelati. Comunicano al comandante che la versione del giovane era esatta, così il comandante diede ordine di arrestare Ramirez che nel frattempo vistosi incastrato aveva tentato la fuga rubando una scialuppa, ma non vi riuscì. Per quella notte furono trattenuti sulla nave con diversi capi di accusa, il primo di omicidio preterintenzionale aggravato dal movente passionale, il secondo di omicidio volontario. L’indomani la nave attraccò nel porto di Santorini e i due furono portati al tribunale del luogo dove vennero processati e condannati per i loro reati, mentre i corpi delle loro vittime ebbero degna sepoltura nel cimitero locale. Sbrigate le procedure del caso la nave riprese il largo e procedette spedita senza nessun intoppo, poiché i passeggeri dimenticarono in fretta i terribili avvenimenti accaduti nei giorni precedenti.


Lacrime di bambino

Lacrime di bambino,
scendete dagli occhi,
posatevi sul cuore
strappategli l’aridità,
rendetelo fertile,
come acqua piovana
irrora la sterile
terra del deserto,
compite il grande miracolo della vita,
fate nascere in lui l’amore come splendido fiore
tra dune di sabbia.