Poesie
PREGHIERA
Padre che tutto vedi e tutto sai
Del nostro cuore e dei nostri assilli,
dei nostri istanti tristi e quelli gai,
dei grandi desideri e dei cavilli,
dei nostri sogni che si fan preghiera
Che spesso son capricci se non grilli.
Mostraci la strada lusinghiera
che porta dritta alla parusia
ove la pienezza è resa vera
e molti che sperando tuttavia
trovan diniego a veder la luce
la loro colpa fu l’apostasia.
Umili e semplici portator di pace
Trovano asilo e cortesie regali
degni accettati a contemplar la face
fatti essi stessi splendidi fanali.
Al creatore levano le lodi
compiaciuti d’esser non mortali
soddisfatti dei celesti approdi.
Fa che il tuo regno venga presto
e che ci trovi degni tuoi custodi
che il popolo tuo si trovi desto
nell’attimo che solo tu conosci
e per nessun tuo figlio sia funesto.
La tua misericordia non ci lasci
lontano da te è buio è sventura.
Letizia per le pecore che pasci
per chi ricorre a te è gioia pura
mai più la sete e mai più la fame
hanno attenzione o la nostra cura.
pienezza che placò le nostre brame
di amore, verità e giustizia,
cagione d’ira del maligno infame.
Angeli e Santi fan la tua milizia
spogli di ogni arma per l’offesa
cantano a Te in perpetua letizia.
Fa ch’io sia senza alcuna contesa
l’ultimo si, ma di quella schiera
coi miei cari e con la tua chiesa
che ogni giorno si fa tua foriera.
Il verbo che il tuo figlio prediletto
ci consegno come parola vera
possa per noi essere soprattutto
stella polare nella nostra vita,
pianta rigogliosa dal buon frutto.
Altra preghiera ci venga esaudita
potere la tua madre contemplare
esempio di obbedienza a te gradita
modello per noi tutti da imitare
aurora che l’eterno dì precede
fonte di complessità elementare
primo baluardo della nostra fede
nostra sovrana e tua serva leale
della sapienza tua si fece sede.
31 agosto 2014
Italia mia
Mi appari ricurva e ridotta a brandelli
derisa e umiliata per i tempi di gloria
la schiena gravata da mille fardelli
un’altra caduta, si ripete la storia
Tra cicli e ricicli che passano dritti
ora inneggiamo giustizia sommaria
vediam calpestati i nostri diritti
tentati a buttare tutto per aria
Cerchiamo pretesti alle nostre sventure
additando chi cerca un tozzo di pane
invece di accogliere nuove culture
trattiamo chi chiede peggio di un cane
Siam buoni cristiani nel nostro pensiero
finché non ci toccano i nostri interessi
ma appena dobbiamo amare davvero
finiamo per essere sempre gli stessi
Non siamo capaci di fare memoria
Chi non ha avuto un avo emigrato?
stimo chi bene conosce la storia
e il nostro trascorso non ha scordato
Ma dopo ogni notte per lunga che sia
sicuro ci attende un’alba di pace
noi siamo tentati di correre via
e prendere a calci il figlio più audace
Chi volle con forza la nuova cultura
or piange e dispera se ha senno rimasto
a fare mea culpa è sempre più dura
nessuno è disposto a toccare quel tasto
Piazzale Loreto insegna agli umani
che occhio per occhio è sempre un errore
uomini veri non si sporcano le mani
anche di fronte al nemico peggiore
La carta dei padri che videro lontano
ci indica ancora la strada maestra
malgrado chi cerca di farne pantano
gridiamo incessanti l’Italia s’è desta
teniamola stretta di meglio non c’è
chi ci governa e chi è governato
abbia il buon senso di chiedere perché
i costituenti l’intesa hanno trovato.
Custonaci 4 settembre ’10
I Talenti
Il pittore con il suo pennello
parimenti a chi la pietra incide
e da di forza con il suo martello
esprime un sentimento che coincide
con l’animo di chi compone note
e con sapienza i suoni decide.
Culture antiche di civiltà remote
fondevano suoni, scritti e danze
in una virtù che veste il sacerdote
e lo spirito manca di mancanze.
E’ tale il sentimento dell’artista
che prima di ogni elogio od onoranze
si preoccupa e fa in modo che resista
al tempo galantuomo il suo lavoro
I più non dicon molto a prima vista
anche fra i grandi che vider l’alloro
nell’immediato non furono capiti
il tempo giocò a favor di loro
ed alcuni diventarono dei miti.
or mi domando se per ogni figlio
l’altissimo non abbia noi forniti
i mezzi le risorse ed un appiglio
per scalare il monte della vita
e venire a capo del groviglio
ancorché sia lunga la salita
egli ci carica in maniera
di salire alla meta ambita
e porre in cima la nostra bandiera.
anche chi non è stato fortunato
se l’anima conserva battagliera
non teme d’essere handicappato
perché altri tesori a noi celati
sono palesi a ch’è menomato.
I fratelli che mettiamo ai lati
godono di un grande privilegio
molti li troveremo tra i beati
a contemplare il bel volto Regio
di colui che dispensò ai figli suoi
amore che ugual non v’è pareggio.
Custonaci 3 febbraio 2011