Cenere al tempo

Sfioriamo i giorni che
scivolano nella clessidra del
tempo.
Le anime ammassate come
granelli al vento,
oscillano scosse dal tumulto
del mare.
I nostri istanti sbiaditi
come cenere al Sole.
Dissolti dalla tiepida brezza
di un soffio d’estate.


 

Cuore di rovi

Dal Sol della Sicilia al gelo delle
dolomiti, si annovera un nome tra
gli amori traditi;
è la storia del Fin cavaliere,
caduto in disgrazia,
non per mano di un nemico o chessò
di una condanna,
ma per ciò che ad ogni uomo il cuor
infiamma. Una ragazza.
Non c’è forza o intelletto che possa confrontarsi
con un soffice petto,
armi e baluardi s’infrangono sotto
il tocco di mansueti sguardi.
Nella chioma di rovi disperse il suo cuore,
convinto che lì fosse protetto.
Attese la Luna,
chiamò le stelle e
vagò per immense distese
senza molestia alcuna.
Il cavalier divenne vento,
il suo sospiro si tramutò in tempo e la sua
audacia dimenticata.


Prigioniero in fuga

Come un granello di sabbia travolto
dal tranello del mare, io scivolo
via sulla scia bagnata di lagrime
e sale, scosso, raccolto, gettato
e umiliato: la vita che mi ha perseguitato.
Raschio il fondale, sembro mancare,
non c’è nulla ch’io possa fare ma lo sento,
devo andare.
Mi invitano a sedermi tra
l’oro, a sentire ciò che sentono, a bere
ciò che si bevono.
No, no e ancora no.
Non farò del mio essere un avaro
interesse, non farò di me stesso un
mostro bramoso di sesso.
Io farò della mia vita un’avventura mai esistita,
farò del mio sapere
la mia unica fede.
Un passo, un sussulto e poi il salto.
Mi aggrappo ad una bolla d’aria
anch’essa in ribelle fuga da
quell’atmosfera cupa,
assaggerò il dolore e gli schiocchi
tonanti della frusta, pur di
liberare la mia anima ossuta.