A qualunque costo

Mancava ancora un mese per ritornare a casa, sulla Terra. L’equipaggio ne sentiva veramente il bisogno dopo l’estenuante missione sulle lune di Saturno dove erano ubicate le colonie terrestri che avevano deciso già dal lontano 2080 di trasferirsi. Nessuna obiezione per i governi di provenienza che non avrebbero però in avuto modo di aiutarli essendo molto lontani da casa. Forse in futuro una delegazione li avrebbe raggiunti. Quindi l’equipaggio della nave stellare che portava il nome di un grande uomo del passato Leonardo Da Vinci era l’unica nave nei paraggi che poteva portare soccorsi e aiuti di vario genere. Il problema principale erano degli zingari spaziali che praticavano accattonaggio disturbando la quiete della comunità compiendo furti di ogni genere ma essendo poi innocui e codardi e molto fastidiosi. La Da Vinci orbitava intorno a Saturno; per chi ancora non lo avesse visto era un spettacolo veramente unico con i suoi enigmatici anelli. A capo della nave c’era un uomo sulla quarantina che aveva il grado di Comandante Capo. Impartiva ordini di routine per controllare l’efficienza delle strumentazioni. Sposato con due figli che vivevano sulla Terra. Severo ma umano. Non permetteva a nessuno di poltrire sulla nave e non perdeva tempo a rimandare a terra quelli ritenuti non idonei a espletare il servizio richiesto. Ma anche molto attento alle esigenze del personale a bordo. La Da Vinci era una nave ammiraglia che aveva la possibilità di soddisfare diverse esigenze, come esplorare lo spazio e raggiungere mete lontane anche fuori del sistema solare. Poteva ospitare a bordo naufraghi spaziali avendo alloggi a sufficienza. Faceva da collegamento alle colonie su Marte e forniva sopporto logistico a chi ne avesse avuto bisogno.Il comandante fu chiamato urgentemente ad una consolle sul ponte di comando da un operatore che monitorava lo spazio intorno.-“Che c’è di così urgente?- Chiese il Comandante che si stava recando a cena con il suo sottoposto.-“Sto rilevando la presenza di un oggetto non identificato ad un anno luce da noi.”- “Beh sarà sicuramente una sonda, ne abbiamo una stiva piena cosa vuole fare una collezione  privata di sonde?”- Rispose il Comandante.- “Comandante è un oggetto strano però… perché è troppo piccolo per essere una navicella ed è troppo grande per essere una sonda!” Rispose l’operatore richiamando anche l’attenzione degli altri presenti sul ponte.-“Guardi le misure Comandante!”- Aggiunse.-“Ha ragione, con cosa abbiamo a che fare allora? Una capsula di salvataggio forse… con le misure ci siamo se parliamo di quelle che costruivano una ventina di anni fa!”- Disse un altro operatore.-“Sì ma qui siamo in presenza di tracce di esplosivo!”-Disse l’operatore alla consolle. – Ci fu silenzio per un paio di secondi poi il Comandante prese la parola.-“Mah, continui a monitorarla, voglio saperne di più.”- “Certamente Comandante!”-Rispose il tecnico. Il Comandante si allontanò dalle consolle facendo un cenno al Tenente di andare ed insieme si recarono a cena. Il Tenente a cena col Comandante era il suo diretto sottoposto ed anche capo del personale si chiamava Mario Mariotti trentacinque anni sposato ma senza figli laureato in sociologia si trovava a cena col suo Comandante che aveva richiesto di parlare con lui dell’equipaggio perché secondo lui era stressato e psicologicamente provato.-“ Mario credo che il personale a bordo cominci ad avere problemi legati alla prolungata permanenza nello spazio!”-“Si lo so anch’io Remo!”- Rispose il Tenente al comandante chiamandolo per nome ma solo in privato. Remo Romani, italiano come tutti gli altri a bordo.-“Ma cosa posso dirti le colonie appartengono all’Italia quindi… “- “E già… proprio così, Inglesi, Americani, Francesi, Spagnoli e compagnia bella non possono intervenire… non hanno interessi.”- Disse il Comandante.-“Remo, i ragazzi stanno bene anche se ci stiamo prolungando di un altro mese!”- La cena gli fu servita da un addetto alla mensa in un angolo privato per soli ufficiali. Mangiarono un secondo di arrosto con patate, vino bianco e caffè. Si alzarono e uscendo li attendeva un sottufficiale che li mise al corrente di ciò che l’operatore aveva scoperto sullo strano oggetto.-“Comandante, Tenente, è richiesta la vostra presenza sul ponte principale.”- “Grazie Maresciallo Scotti!”- Rispose il Comandante.- I due si recarono subito sul posto e furono informati delle ultime notizie.-“Allora cosa mi dice?”- Chiese il Comandante.-“Niente di buono Comandante!”- Rispose.-“Punta dritto verso la colonia di Titano e… è un ordigno che se si schianterà al suolo esploderà!”-Aggiunse.-“Chi è che vuole far esplodere un ordigno su una nostra colonia e perché?” Da dove proviene?”- Chiese il Comandante.- “Ho provato a tracciare una rotta immaginaria sondando per mille anni luce senza risposta!”- Disse sconfortato l’operatore.- “Impossibile, ci deve essere una traccia per sapere la provenienza!”- Insistette il Comandante.- “Tra quanto ci colpirà?”- Chiese ancora.-“Non più di dodici ore!”- Rispose l’operatore.” Continui a cercare.”- Ordinò”-  Il Comandante chiese un colloquio privato col suo sottoposto.-“Si nel mio ufficio.”- disse Il Comandante.-“Cosa ne pensa Tenente?”- “Credo che dovremmo prendere in considerazione una evacuazione d’emergenza!” Propose il Tenente- “Un  milione di persone! Come? Non abbiamo i mezzi!  Io pensavo di intercettarlo e distruggerlo prima che sia troppo tardi!”-Propose il Comandante.- “Pensa che dalla Terra non verrebbe nessun aiuto?”-Chiese il Tenente.-“No Tenente non credo, anche fosse non abbiamo molto tempo!”-Rispose il Comandante.-“Si forse è meglio!”-Concordò Il Tenente.”- Si diressero di nuovo al comando per impartire gli ordini discussi.-“Tracciare una rotta di intercettazione con l’ordigno!”- Ordinò il Comandante.-“L’ordigno Comandante viaggia ad un sedicesimo della velocità della luce, per intercettarlo dobbiamo raggiungere anche noi quella velocità e saremo lì salvo complicazioni tra sei ore.”- Rispose l’operatore.- Procedere, daremo fondo alle nostre riserve di elio tre!”- Disse il Comandante. Rotta tracciata e lanciati verso l’ordigno.- “Cosa è riuscito a sapere su questo oggetto?”- Chiese il Comandante all’operatore che si occupava di sondare l’ordigno.-“Solo rotta, velocità e composizione del materiale dell’oggetto.”- Disse l’operatore.-“Che materiale è?”- Chiese il Comandante.-“Una lega simile all’acciaio ma tre volte più resistente. All’interno c’è un’atmosfera respirabile.”- Aggiunse.-“Ci sarà qualcuno a bordo… proviamo a chiamare!”-Ordinò il Comandante.-“E’ improbabile non crede Comandante!”-Irruppe il Tenente primo ufficiale.-“Perché, non è detto, non sappiamo praticamente niente di questo oggetto!”-Rispose il Comandante.-“Su un ordigno che dovrà esplodere tra diverse ore, ecco perché improbabile!”-Disse il primo ufficiale.-“Non voglio lasciare intentata questa alternativa”!- Rispose il comandante e si chiuse il discorso tra i due in merito all’argomento.-“Nessuna risposta Comandante, solo messaggi automatici, l’oggetto sembra autogestirsi non ci sono segni di vita… come la conosciamo noi almeno!”-Disse l’operatore.-“Ok grazie.”- “Come pensa di agire Comandante?”- Chiese il sottoposto. ”Non so ancora, se riuscissimo a deviarlo da questa rotta…”- “Si potrebbe provare ma dobbiamo avere più dati su questo oggetto!”- Rispose il Tenente Comandante.-“Appena sarà possibile lanciare una sonda-spia, raccolga più dati che può!”- Aggiunse.- Il comandante chiese una riunione con i principali membri dell’equipaggio che si occupavano di compiti tattici e logistici nel suo ufficio e si presentarono a lui sedendosi attorno al tavolo di servizio dove Remo Romani parlò del problema verificatosi nelle poche ore prima. Chiedendo consigli ai suoi collaboratori lasciandoli liberi di parlare. Prese la parola il Tenente Magni.-“Comandante il modulo ho capito ha una miscela respirabile… simile alla nostra!”-“Sembrerebbe di si…”-Disse il Comandante.-“Io pensavo… di salire a bordo Comandante!”-Propose l’ingegnere Dottor Carlo Magni.-“No Tenente, non voglio mandare i miei uomini su un velivolo di cui non conosciamo eventuali insidie e carico di esplosivo!”-“Ma… se avessimo una probabilità di disinnescare l’ordigno… perché non provare?”- Insistette l’ingegnere.-“Prima di questo vorrei tentare a deviarlo su una rotta sicura che non faccia danni a nessuno e poi se necessario farlo brillare con i tempi dovuti.”- Propose il Comandante.-“Cosa ne pensate?”- Aggiunse.- Lo scetticismo colpì i presenti che tacquero pensierosi.-“Si, potrebbe essere  un’alternativa valida ma dobbiamo conoscere esattamente il peso dell’oggetto!”- Disse un sottufficiale ingegnere aeronautico spaziale.- “Non potremo sbagliare un solo colpo!”- Aggiunse.-“Nel frattempo chiedo il lavoro degli specialisti di armi di approntare delle mine per poterle sparare sull’oggetto e farle detonare al momento giusto! Pensate di farcela in… diciamo quattro ore?”-Chiese il comandante agli operatori del settore armamento.-“Sì Comandante, penso di farcela. Bisognerà modificare quelle che abbiamo. Ho studiato già l’oggetto, ne serviranno almeno cento!”-Rispose l’addetto.-“Buon lavoro.”- Disse il Comandante.- “Quando saremo ad una distanza ottimale propongo di lanciare una sonda per monitorare l’oggetto!”- Disse il Tenente Comandante.- “Si certamente, se ne occuperà lei personalmente!”- Ordinò il Comandante al suo sottoposto che annuì.-“Tra tre ore circa saremo vicini all’oggetto, per allora voglio che siano pronte misure e protocolli adeguati al caso, ora signori siete pregati di tornare al lavoro!”-Disse il Comandante congedandoli tutti meno uno.-“ingegnere, solo un minuto!”- “Mi dica Comandante!”

“La sua proposta la prenderò in considerazione se sussisteranno le condizioni per poterci salire a bordo!”- Disse il Comandante.-“Bene può darsi che si possa riprogrammarlo da lì. Porterò con me un aiutante!”- Rispose l’ingegnere.- “Va bene avrà carta bianca!”- Disse il Comandante e anche lui fu congedato. Poi restato da solo rimase a riflettere sul da farsi. Ripensava quando era alla scuola allievi ufficiali, quando ancora i doveri non gli occupavano la mente. Le prime missioni. Poi tornò alla realtà, la sua, alle sue responsabilità. Si diresse di nuovo sul ponte principale, chiese nuove informazioni sull’oggetto.-“E’ riuscito a sapere da dove viene?”-“ I nostri sensori Comandante dicono che in un punto, ancora imprecisato del cosmo è apparso questo oggetto!”-Rispose prontamente l’addetto.-“Ci saranno tracce di particelle, o devo credere che sia un’illusione!” Esclamò il Comandante.-“Con una sonda di tipo tre potremmo riuscire a saperne di più, consiglierei Comandante di lanciarla tra circa due ore quando saremo abbastanza vicini.”- Propose l’addetto.- “Si la programmi e passi le l’incarico al Tenente Mariotti.”- Disse il Comandante.-“Non posso credere che sia apparso all’improvviso nel nostro universo! Ci deve essere una spiegazione logica!”- Aggiunse.- “Potrebbe essere emerso da un’altra dimensione parallela alla nostra, questo spiegherebbe la provenienza sconosciuta!”- Provò a formulare l’addetto.-“Chi lo sa; potrebbe essere. Gli studi sull’universo hanno provato che deve essere multidimensionale, altrimenti avremmo un universo statico! Ma a che punto è emerso voglio sapere!”-Disse il Comandante.-“E’ precoce ma lo sapremo!”-Rispose l’addetto.- Una voce all’interfono richiamò l’attenzione del Comandante.-“Comandante le bombe sono pronte!”- Disse il Tenente che si occupava delle armi.-“Molto bene!”-Rispose.- Tutto sembrava procedere come previsto.- “Rotta e velocità costanti Comandante!”-Disse uno dei piloti.- Remo era fiducioso o almeno questo voleva lasciare intendere agli altri, perché la sua integrità era importante da trasmettere. Si avvicinò al suo primo ufficiale parlando con lui.-“Come procedono le operazioni?”-Chiese il Comandante.-“Tutto bene!”- Rispose fiducioso il sottoposto. Remo fece un giro molto veloce per tutta la nave accompagnato dal primo ufficiale. Assicurandosi di persona che il personale fosse impegnato nel lavoro.-“Se servirà li farò salire a bordo dell’oggetto, due uomini…- disse il Comandante.-“Certo Comandante!”- Rispose il Tenente.-“Faccia in modo che non corrano troppi rischi. Se vediamo le brutte riportiamoli subito indietro!”- Ordinò il Comandante.- “Sarà fatto Comandante!”- Finito il giro e tornati in postazione di comando l’operatore avvertì che erano a distanza per lanciare una sonda e il Tenente si occupò dell’operazione lanciando la sonda e monitorizzandola. La sonda che raggiunse velocemente l’ordigno cominciò a raccogliere dati , quando arrivata ad una distanza di dieci chilometri venne distrutta da un misterioso raggio emanato dall’ oggetto in questione.-“Perso il contatto con la sonda!”- Disse l’operatore.- “Che fine avrà fatto?”-Chiese il comandante.-“E’ stata distrutta, l’avrà considerata una minaccia!”- Rispose il Tenente.-“A che distanza era?”-Chiese il Comandante.-“Dieci chilometri circa.”- Rispose il primo ufficiale.-“Ne lanci un’altra, ma si tenga a distanza di trenta chilometri!”-Ordinò il Comandante.- L’ordine fu eseguito e quella distanza permise di sondare senza che fosse distrutta. ”Bene, è ancora intatta!”- Esclamò il Tenente.-“Abbiamo sei ore da adesso.”- Disse l’operatore.- “Appena abbiamo i dati sulle dimensioni e peso calcolare una rotta sicura dove poterlo deviare.”- Disse il Comandante.-“Teniamoci anche noi ad una distanza di sicurezza!”-Aggiunse.-“Arrivano i primi dati elaborati dalla sonda.”- Avvertì l’operatore.-“Li descriva.”- Chiese il Comandante.-“Ha una lunghezza di dieci metri per sei di larghezza ed una altezza di quattro e trenta.”- Disse l’operatore.“E’ un modulo abitabile, sicuramente all’interno ci saranno delle consolle per la manutenzione. Il suo peso è stimato intorno alle due tonnellate.”- Aggiunse.-“C’è una miscela di ossigeno quasi come la nostra!”- Disse il Tenente Mariotti.-“Un raggio trattore riuscirebbe a deviarlo dalla sua rotta?”-Chiese il Comandante.-“Ce la dovrebbe fare.”- Rispose Mariotti.-“E allora proviamo, non perdiamo altro tempo!”-Disse il Comandante.-“Azionare raggio.”- Ordinò Remo. Il raggio agganciò l’ordigno essendo molto più piccolo e leggero della Da vinci e lo trainò fuori traiettoria di migliaia di chilometri. Remo ordinò al settore armi di lanciare le bombe che si sarebbero attaccate sullo scafo e avrebbero fatto breccia fino ad avvitarsi. Sembrava fatta l’ordigno continuò la sua navigazione quasi indisturbato. Lo staff esultò per il lavoro fatto e il traguardo raggiunto.-“Meno male, ce l’abbiamo fatta, ma seguiamolo ancora, voglio essere sicuro che si stia allontanando!”-Disse il Comandante. Così fu per buoni quindici minuti, poi l’oggetto virò e riprese la rotta precedente puntando nuovamente sul satellite di Saturno.-“Comandante ci risiamo!”- Esclamò l’addetto al controllo.-“Non solo recupera il tempo perso, è più veloce di prima!”-Aggiunse.-“Ma come è possibile!”-Esclamò il Comandante.-“Agganciamolo di nuovo e portiamolo via e prepariamoci a farlo esplodere!”-Ordinò il Comandante. L’ordigno venne agganciato ma il raggio non riuscì a fargli fare neanche un metro, tanto che l’addetto si apprestò a comunicare al Comandante i problemi che avevano.-“Comandante dobbiamo sganciare o gli strumenti subiranno danni!”-“No insista e aumenti la potenza!”- Ordinò Remo.- Il raggio consumava parecchia energia e si verificarono diversi black out e strumentazioni che andavano in tilt, finchè Remo fu costretto a mollare.- “Sganci il raggio!”- Ordinò.- “Come mai non ha funzionato più?”- Chiese il Comandante.- “Sembra reagisca e metta a punto un piano di difesa!”- Rispose Mariotti.-“Abbiamo ancora cinque  ore!”-Aggiunse. L’oggetto propagò un raggio o qualcosa di inspiegabile che costrinse la Da Vinci ad allontanarsi. Tutto l’equipaggio accusò un lancinante dolore agli occhi come se avessero aghi conficcati, nessuno escluso urlava.- Presto allontaniamoci da qui!”- Disse Mariotti ai piloti che alla cieca riuscirono ad andar via fino ad arrivare a cento chilometri di distanza.-“Maledizione, ma cosa era?”- Chiese il Comandante.-“Non so, un raggio, un onda…”- Rispose il primo ufficiale e a quella distanza cessò il fastidioso dolore agli occhi. Il comandante chiamò subito a rapporto l’ingegnere. “Magni si prepari a salire a bordo dell’oggetto, credo che bisognerà provare a disattivarlo dall’interno.”- Ordinò il Comandante.-“Sì Comandante saremo pronti tra dieci minuti!”- Rispose.-  “Trasportiamoli lì appena pronti!”-Ordinò il Comandante.- “Accidenti se lo avessimo deviato quando mancava poco alla collisione probabilmente avremmo risolto il problema!”-Disse il Comandante. -Non potevamo saperlo Comandante!”- Disse il primo ufficiale.- “E adesso… siamo troppo distanti per fare fuoco!”- Il raggio trasportatore è operativo Comandante.”- “Ingegnere indossate le tute spaziali, non voglio sorprese lassù!”- Ordinò il Comandante.- “Bene Comandante abbiamo il kit completo. Pronti!”- Avvertì il Tenente Magni.- “Li trasporti!”- Disse il Comandante e il raggio operò su di loro portandoli all’interno dell’ordigno. Appena trasportati si trovarono su di una pedana di metallo e vicino una rampa di scale per accedere nell’abitacolo dell’oggetto che si presentava illuminato e in ordine con consolle nuove come mai usate.-“Siamo dentro Comandante e qui c’è un’atmosfera respirabile quindi togliamo i caschi.”- Disse l’ingegnere descrivendo l’ambiente.- “Si ma tenetevi pronti a qualunque evenienza.”- Disse il Comandante.- I due scienziati scesero nell’abitacolo e cominciarono a lavorare sulla strumentazione.- “Comandante proverò a riprogrammarlo!”- Disse il Tenente Magni.- “Crede sia possibile?”- Chiese il primo ufficiale.- “I simboli sulle consolle sono abbastanza chiari!”-Rispose Magni.- Così digitando trovò la chiave di volta o almeno pensava.-“ Ci siamo, più facile di quanto sembrava!”-L’oggetto rallentò la sua corsa fino quasi a fermarsi. Anche troppo facile.-“Funziona, sta rallentando si ferma…”-Si tirò un sospiro di sollievo, poi all’interno rimasero al buio per circa dieci minuti.- Okay tornate a bordo subito!”- Ordinò il Comandante.-“Voglio rimanere ancora qualche minuto Comandante!”- Disse l’ingegnere, ma il Comandante non si fidava e li sollecitò a venir via di la.-“No, tornate a bordo! Li riporti qui!”- Ordinò, l’operatore eseguì l’ordine ma non fu possibile.-“Impossibile Comandante, non riesco a penetrare con il raggio!”-“Sviluppa delle difese in base a ciò che accade contro di se!”-Disse il Comandante.-“L’oggetto ricomincia la sua corsa Comandante, ora viaggia al doppio della velocità di prima!”-Avvertì l’operatore.-“Dannazione ci risiamo!”-Esclamò il Comandante.-“Quanto tempo rimane?”-Chiese Remo.- “Un’ora alla collisione.”- Rispose l’operatore.-“Adesso di problemi ne abbiamo due!”-Esclamò il Comandante.-“Dobbiamo tirare fuori da lì i nostri prima che sia troppo tardi… altrimenti… Comandante a Ingegnere cercate il modo di uscire, noi qui tenteremo uguale!”-Aggiunse.- Ma i problemi aumentavano invece che diminuire. L’ossigeno all’interno dell’oggetto diminuiva e i due astronauti se ne resero subito conto, costretti ad indossare di nuovo il casco.-“Tenente Magni a Da Vinci l’ossigeno all’interno dell’oggetto sta finendo, indossiamo i caschi e respiriamo di nuovo con le bombole. Abbiamo circa cinquanta minuti di autonomia.”- L’uomo che era con Mariotti lo prese il panico e cominciò a consumare troppo ossigeno, Magni accortosene, cercò di tranquillizzarlo, ma egli cercò di aggredirlo e Mariotti gli staccò la bocchetta posta vicino al fianco lasciandolo senza ossigeno costringendolo a calmarsi.-“Sottufficiale Menghi torni in se, ho bisogno di lei ora!” Disse ricollegando la bocchetta di ossigeno .Lo guardò e annuì mentre soffocava.-“Dovremo trovare una via di fuga da soli, in qualche modo, sperando che riescano a trasportarci!”-Disse il Tenente Magni incitando il collega a reagire. “Sugli schemi sembra ci siano dei cunicoli, potremmo usarli per uscire ma dobbiamo fare circa venti metri strisciando!”-Disse il sottufficiale. Con un po’di difficoltà dovuta all’adattamento del casco il Tenente rispose di si. Era difficile ragionare in quelle condizioni ma dovevano farlo.-“Non abbiamo molto tempo Comandante dobbiamo decidere se far detonare o no le bombe!”- Disse il primo ufficiale.- “Si lo so.” –Rispose incrociando lo sguardo del Tenente Melissa Danti moglie del Tenente Magni che uscì dal plancia principale per recarsi nello studio tattico e che fu seguita dal Comandante.-“Tenente, mi avrà sentito mentre parlavo col primo ufficiale, credo!”- “Si Comandante certamente!”- Rispose.-“Non posso garantire di portare indietro suo marito!”- Aggiunse.-“Questo lo so Comandante, quindi l’ho già messo in preventivo.”- “Tenente…”-“Comandante, so cosa vuole dirmi… e se sarà necessario vedrà il primo a capire sarà proprio… lui!”- “Non c’è un modo per poterli tirare fuori di lì?”-Chiese Remo.-“Ho elaborato centinaia di dati ma l’oggetto ha una difesa per ogni intervento, quando ha capito che sarebbe stato manomesso il suo programma ha impedito la loro fuga e li ha privati dell’ossigeno, vedo dei condotti che potrebbero essere dei cunicoli però…”-“Però cosa?”-Chiese il Comandante. Questi condotti sono stretti, ce la potrebbero fare, ma dentro ci passa un specie di plasma ad alta temperatura, non ci sono altre vie, io non ne ho trovate.”- “Le tute spaziali ce la fanno a resistere a eventuale temperatura?”-Chiese il Comandante.- “Penso di, ma solo un minuto, forse due!” Rispose il Tenente Danti.-“Allora proviamo, li contatti e ci parli lei e mi avverta appena saranno fuori per prelevarli col raggio trasportatore!”-Disse il Comandante.-“Ce la faremo vedrà!”-Aggiunse tornando al posto di comando.-“Prepariamoci a far detonare le bombe, aspetteremo che i nostri uomini raggiungano il punto in cui potremo prelevarli e poi faremo fuoco!”-Ordinò il Comandante. Altri problemi accompagnavano i due astronauti. Il collega di Magni che aveva quasi finito le scorte di ossigeno stava svenendo, così dovette aiutarlo nel condotto alimentandolo col suo ossigeno per non farlo morire e questo richiese più tempo.-“Ci siamo quasi,Menghi è privo di conoscenza dovete fare presto!”-Avvertì il Tenente Magni.-“Stiamo arrostendo qui!” Aggiunse.“Pronti a prenderlo!”-Ordinò il Comandante.-“Il tempo è scaduto Comandante dobbiamo farle esplodere!”-Disse il Tenente Mariotti.-“Ho menghi l’ho preso!”- “Iniziare bombardamento dalla parte opposta dove si trova Magni!”-Ordinò il Comandante.-“Ecco ci sono!”-Disse Magni ma si accorse di essere rimasto impigliato con la tuta in qualcosa.-“Sono bloccato…non riesco a liberarmi!”-Urlò Magni.-“Non ce la fa a venire via!” Disse l’operatore addetto al recupero. Non rimaneva che un gesto disperato che poteva decidere solo Magni che si trovava lì in quel momento.-“Comandante uscirò senza tuta non ho alternative, fate presto però!”-“Ha sentito?” Disse il Comandante, Magni temerario uscì e l’operatore lo prese immediatamente ma nonostante ciò si ustionò su quasi tutto il corpo, entrambi però erano vivi.-“Avviciniamoci per fare fuoco e completiamo il lavoro!”-Ordinò il Comandante. Le armi della Da Vinci coadiuvarono il bombardamento distruggendo l’oggetto.-“Situazione?”-Chiese Remo.-“I frammenti dell’oggetto si disperdono nello spazio, pezzi più piccoli cadono sul satellite, pochi danni, posti deserti.”- Descrisse Mariotti.- “E’ finita! Facciamo rotta verso la Terra, massima velocità. Ad un anno luce da loro nel nostro universo emergeva dal nulla una nave sconosciuta.-“Chi sono questi individui?”-Chiedeva il Comandante di tale sconosciuta nave.-“Terrestri, Sovri!”- Rispose il suo informatore. “Niente male, interessanti! Teniamoli presenti per altri esperimenti!”-Poi la nave come era apparsa scomparve di nuovo nel nulla.


Volo fantasma

Nel luglio del 2015 la torre di controllo dell’aeroporto di Fiumicino dava istruzioni ad un aereo di una compagnia tedesca per l’atterraggio. Il pilota e l’addetto al controllo parlarono tra loro in inglese, anche se l’addetto ascoltò un inglese parlato molto stranamente. Nonostante ciò il pilota seguì le istruzioni date. L’aereo atterrò e si diresse in piazzola sempre seguendo le istruzioni. Come da programma spense i motori e le luci anticollisione e gli addetti alle operazioni sottobordo iniziarono i lavori. Un operatore si trovava già all’interno del braccio che lo collegava all’aeromobile e notò ancor prima di effettuare il collegamento che i piloti si erano già alzati dalle loro postazioni? Cosa molto strana. E a quanto pareva non era neanche pieno, visto che dagli oblò non si vedeva nessuno. Le stesse impressioni le ebbe l’assistente di volo ma commentò con l’operatore quando salì sul braccio.-“Poche persone su questo volo oggi?”-Chiese l’operatore.-“No anzi è al completo!” Rispose l’assistente di terra.-“E dove sono, non vedo nessuno!”- esclamò l’operatore.-“Dai fatti aprire!”-Disse l’assistente. L’operatore bussò sulla porta per comunicare con le hostess. La porta si aprì e poi silenzio, uno strano silenzio che lasciò gli addetti presenti incerti, poi sconcertati quando l’assistente salì a bordo e non trovò nessuno. Nessuno, i piloti, le hostess, i passeggeri, nessuno. Uguale nelle stive nessun bagaglio ne merce, la gioia degli operatori. Fu subito un caso clamoroso senza precedenti. Nessuno credeva che un aereo di linea sarebbe potuto atterrare e dentro al suo arrivo non c’era nessuno, o meglio c’era qualcuno, ma chi c’era all’interno non avrebbe di certo potuto pilotare un aereo. Nell’ultima fila l’assistente trovò un bimbo di pochi mesi assicurato al seggiolino dell’aereo, era sereno e non aveva nessun segno di disagio, insomma come se avesse viaggiato normalmente accompagnato dai genitori. Un volo trasformato in un incubo agghiacciante. Nel giro di un’ora tutte le autorità competenti erano presenti sul posto. I quesiti, i misteri, le domande erano tante. L’aeromobile fu trainato in una piazzola isolata nella zona cargo poco frequentata e lontana dal resto dell’aeroporto, per far sì che si avviassero le indagini che non portarono in verità mai a niente di importante e risolutivo. L’aeromobile era in ordine, non era sporco, (in genere un aereo quando atterra  tra e sopra i sedili rimangono residui di cibo e altro) unica cosa i respiratori d’emergenza che si trovano sopra la testa dei passeggeri erano tutti fuori come se ci fosse stato un atterraggio d’emergenza. La scatola nera non c’era. Si rese necessario chiamare la Compagnia di appartenenza e avvertire dell’accaduto. Quando realizzarono che l’aereo di cui si parlava era scomparso, dall’aeroporto essendo un aereo in manutenzione e quindi fermo, una delegazione si precipitò a Fiumicino. Quando arrivarono sul posto sia dentro che fuori guardarono il velivolo come se fosse alieno riconoscendolo però subito. Lo stupore era immenso perché non potevano credere che il loro aereo fosse atterrato a Fiumicino dopo aver volato dalla Germania senza piloti e con un bambino di pochi mesi a bordo e in ottima salute. Scandagliarono a fondo il velivolo senza trovare tracce significative per le indagini. E anche il bimbo era un mistero. Dopo aver effettuato tutte le analisi e anche il DNA non si arrivò a nulla. Il DNA non era compatibile con nessun altro confrontato. Nessuno in Germania aveva fatto una denuncia in cui era scomparso un bambino relativo a questo fatto. Insomma nessuno aveva idea di cosa stesse succedendo. Dalle poche informazioni che trapelarono si seppe che l’aereo scomparve dall’aeroporto dove sostava misteriosamente un giorno che però non coincide con l’atterraggio a Fiumicino, calcolando che il viaggio sarebbe durato circa tre ore., Insomma un  mistero fatto di strati uno sull’altro. La compagnia voleva riportare a casa l’aeromobile smontarlo pezzo per pezzo e studiarlo. Per Fiumicino okay si però prima voleva capirci qualcosa, ma la compagnia aveva fretta, forse perché l’aeromobile sarebbe potuto scomparire di nuovo, anche se era la prima volta che si verificava un evento del genere. Ma i delegati mandati erano in primo luogo troppo misteriosi e poi troppo agitati come se nascondessero qualcosa che non dovevano rivelare a Fiumicino. E allora? Il tecnico che rimase alla guida quando il pushista portò l’aeromobile nel parcheggio dove avrebbe stanziato fin quando ci sarebbero state le indagini raccontò dopo lo spostamento dell’aereo  che avrebbe giurato di aver sentito delle voci che venivano da dentro il velivolo dove sono seduti i passeggeri e più precisamente delle urla, come se appunto l’aereo avesse avuto passeggeri a bordo. Era sconvolto perché voltandosi gli sembrò di vedere persone sedute scorgendole dalla porta socchiusa della cabina di pilotaggio. Verità, menzogna o altro che ne so mania di protagonismo, non saprei. Un aeroporto come una piccola città con i suoi cittadini che lavorano freneticamente tutto il giorno non è difficile che quello che viene raccontato divenga facilmente leggenda e questa storia più che mai nonostante fosse maledettamente vera molti non la credevano così. Forse era meglio avendo dei risvolti per certi versi agghiaccianti. La delegazione andò a fare visita anche in ospedale al bimbo ponendo domande a infermieri e dottori, come per cercare di capire perché c’era un bambino di pochi mesi, un bambino che non era sulla lista dei passeggeri. L’aeromobile aveva avuto realmente un atterraggio di emergenza e la scatola nera non c’era perché fu esaminata in Germania. Seguirono quattro giorni intensi per le indagini in cui tutte le parti chiamate in causa  lavorarono senza sosta. L’unica cosa che emerse fu la causa che determinò l’atterraggio d’emergenza e che fu confermata dalla compagnia aerea, un guasto ad un motore. Come ha fatto un aereo in manutenzione con un guasto ad un motore a riprendere il volo e ad atterrare a Fiumicino? Il guasto c’era perché i meccanici lo rilevarono e se non fosse stato riparato non avrebbe potuto riprendere il volo, nel modo più assoluto. Fortunatamente l’aereo atterrò senza conseguenze per i passeggeri. Andando a spulciare nella lista passeggeri un addetto trovò qualcosa. Un passeggero un certo Kraw che come tutti gli altri furono contattati, risultò essere morto un mese prima della data del volo e comunque i familiari confermarono che l’uomo non aveva mai fatto un biglietto per quel volo nonostante era presente quando fece l’atterraggio d’emergenza. Come mai compariva sulla lista passeggeri una persona che risultava morta un mese prima? La faccenda si ingarbugliava sempre di più. Però c’era dell’altro. Il passeggero in questione era uno di quelli considerati “last minute” cioè un biglietto acquistato all’ultimo momento essendosi liberato un posto che un’altra persona aveva rinunciato, un passeggero con la valigia sempre pronta per poter volare a prezzi molto vantaggiosi. Certo, rimaneva il fatto che egli era deceduto. Poi i tecnici affermarono che fu un miracolo che l’aereo toccò terra senza esplodere perché il motore era danneggiato gravemente. Insomma dopo tutto questo la confusione era totale. Nessuno era in grado di spiegare cosa era accaduto realmente. E ciò che era accaduto non era razionale. Ma cosa era successo veramente? Nelle ore successive si cercò in tutti i modi di tener fuori la questione da occhi e orecchie indiscrete. Una storia realmente fantastica dai risvolti inquietanti e apparentemente irrisolvibile. C’era forse un collegamento tra l’aereo fantasma, il bambino e l’uomo deceduto che però risultava essere un passeggero che anche essendo salito per ultimo come sarebbe dovuto essere, era a bordo? Forse c’era, perché questi tre eventi da soli non significavano niente. Messi insieme erano terrificanti e inspiegabili. E poi perché si era verificato questo? Che origine poteva avere un volo considerato “fantasma”? Non si era mai verificato niente del genere. Era meglio se a Fiumicino fosse atterrato un ufo, probabilmente non avrebbe avuto lo stesso effetto e soprattutto prima o poi si sarebbero manifestati, invece così il silenzio era terribilmente spaventoso. Si verificò anche un episodio davvero strano. Una notte durante un temporale per qualche secondo l’aereo diventò invisibile per tornare poi alla normalità. C’erano degli agenti che interferendo con il velivolo davano vita a fenomeni alquanto strani. Forse l’aeromobile volando nei cieli, chissà dove e quando aveva incontrato un’anomalia che spezzava la continuità del normale svolgere degli eventi. O forse doveva soltanto andare così, per motivi ignoti, non spiegabili e quindi non razionali. Si propose di smontare l’aereo, o almeno renderlo inaccessibile al volo ma la compagnia non volle sentire ragione. Non voleva assolutamente che il loro aereo fosse toccato. Di nuovo si verificò un temporale fortissimo di notte, la pioggia che cadeva giù per un mezzo che circolava sulla viabilità non gli avrebbe potuto permettere una visibilità buona circolando in aeroporto. Neanche l’aereo fantasma sarebbe stato visto quindi se all’improvviso un push lo avesse spinto in pista e il velivolo poi si fosse diretto verso la pista di decollo. Proprio questo accadde. Come? Nello stesso modo in cui l’aereo arrivò a Fiumicino. Parlò con l’addetto della torre di controllo che gli diede istruzioni da seguire e l’operatore non si accorse che l’aeromobile era quello posto sotto sequestro. Strano che un operatore non si accorga che l’aereo a cui sta dando istruzioni sia un aereo segnalato. A chi ha dato istruzioni per il decollo? Di questo passo gli interrogativi raddoppiavano ogni ora che passava. Considerando che il velivolo aveva un  motore fuori uso. Giorni dopo un operatore parlando con i colleghi affermò di aver visto un push (il push è il mezzo che spinge l’aereo in pista, non essendo gli aerei dotati di retromarcia) nero spingere un aereo in pista, ma push neri non ce ne sono, quindi cosa aveva visto l’operatore esattamente considerando la forte pioggia? Infatti non fu creduto da molti. Ed era plausibile, anche essendo una persona considerata molto seria. Di vero c’era però che l’aereo non c’era più in aeroporto a Fiumicino e neanche in Germania. Non ce ne era traccia. L’operatore della torre di controllo dichiarò che la persona un uomo parlò in inglese e sembrava tutto a posto, egli fu sospeso dal servizio e messo sotto inchiesta. Un altro fatto sconcertante si verificò all’ospedale dove era ricoverato il bimbo, egli scomparve nel nulla, svanendo sotto gli occhi di tre inservienti, misteriosamente. Semplicemente si dissolse. Nello stesso momento in cui l’aeromobile fantasma se ne andava senza lasciare traccia. Che il bimbo si fosse ricongiunto all’aereo e insieme volarono chissà dove. Da questo evento furono formulate diverse teorie. Una diceva che l’aereo non era altro che la manifestazione nel nostro mondo di un incidente in cui non si era salvato nessuno. Un’altra teoria diceva che codesto aereo veniva da un’altra dimensione e si trovava qui da noi per sbaglio, probabilmente era già tornato da dove era venuto.(Nei cieli a volte si verificano dei fenomeni strani, bizzarri, nuvole che avvolgono i velivoli in cui nessuno ricorda più cosa sia successo). Un’altra teoria diceva che l’aeromobile era in realtà un velivolo alieno camuffato. Molti non crebbero nemmeno che un aereo fosse atterrato a Fiumicino senza piloti hostess e passeggeri, era considerato una leggenda. Un push di colore nero descritto dall’operatore non fu mai ritrovato perché non esisteva essendo tutti i push di colore bianco. Dopo tutte le indagini fatte non rimase nulla di fatto nelle mani degli inquirenti che archiviarono il caso. Nei mesi successivi solo chi era stato testimone oculare dei fatti ripensava ancora all’accaduto e ne rimaneva probabilmente scosso. Mai come il passeggero  last minute che si ritrovò catapultato su un volo di cui non riusciva a ricordare come e quando ci fosse salito a bordo. Non solo su quel volo c’era solo lui. Si guardava intorno, vedeva le hostess andare avanti e indietro. Si alzò un po’ barcollando e scopriva che i sedili erano vuoti, nonostante stesse in piedi non vedeva nessuno, eppure non si trovava su un aereo privato ma bensì di linea, un airbus 320. Camminò un pò avanti e indietro poi chiese alle hostess che non sembravano ne preoccupate ne tantomeno turbate che non ci fosse nessun altro, oltre a lui “…ma cosa succede… dove sono gli altri passeggeri?”- “Non ci sono, questo volo è solo per lei!”- Esclamò un’hostess.- “Cosa… ma che dice?”- “Questo è il volo che aveva tanto desiderato, ricorda Signor Kraw?” Aggiunse l’hostess- “No non ricordo affatto!!”- Disse il passeggero.-“Si sieda e si goda il viaggio, adesso passerò per servirle quello che vuole!”- Il signor Kraw poteva e doveva godersi quel viaggio essendo morto giovane e desideroso di viaggiare, giusto il tempo di ambientarsi e poi avrebbe potuto essere il protagonista del suo desiderio o sogno dipendeva dai punti di vista. In un tempo e luogo che non avevano senso lui continuava a essere un passeggero del volo fantasma.