Città nel lago

Ho bisogno della città nel lago,
incontrata per caso,
per salpare dal mondo e
sentire con gli occhi e le braccia aperte
la grandezza
del cielo aperto, di notte,
come i naviganti della terra;
per assaporare,
come una lacrima scesa alle labbra,
la luce grigio marrone,
che profuma di funghi,
la luce di Autunno che ora,
da vagabondo e a pieni polmoni
mi da allegria.
Per essere esattamemte in alto,
al fianco della voglia che gli uomini hanno di volare,
ho fatto le scale una ad una,
tra un dubbio e l’altro,
tra un amico e una amore,
tra lasciare e prendere,
tra perdermi lontano o vicino,
tra abbandonarmi poco o molto
tra mia madre e mio padre
che mi hanno partorito una volta ancora.
Voglio la citta nel lago per andare e tornare.


Cittadella

Forse un giorno
smetteremo di essere naviganti,
diventeremo porto,
con la cittadella sulla riva calma del cuore.

Tra le vie di ciottoli grigi,
calde ed assolate,
accoglierò la gente con i suoi dove.

Saremo cittadella
perché molto abbiamo raccolto nelle nostre stive,
da non poter più navigare.

Con semi, cortecce, foglie,
sassi colorati, foto, pagine e biglietti
costruiremo la nostra stanza,
la nostra città,
col faro che guarda il mare con animo sereno,
pensando al viaggio.


Zahir

Oscillo tra il mare ed il mondo;
nei posti in cui immagino una felicità viva,
dove spero di incontrare un’immagine di me,
da raccontare, che entusiasmi,
che piaccia di più anche a me.
Non trovo mai ciò che cerco, come potrei.
Ogni volta ottengo un ago,
una stoffa, un filo per il mio vestito.
Sono deluso da questa bellezza;
anche quando, la voce dei minareti,
come dita che si tendono a Dio, riempie l’aria sulla collina,
fino a quando la mia vita, che mi segue,
si rivela in me,
lontano dalle mie idee.